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A VisiTuscia Expo verranno presentate le nuove frontiere del Turismo di Ritorno

 Il primo evento di promozione e commercializzazione delle eccellenze viterbesi dedicato al Turismo di ritorno si terrà dal 19 al 21 maggio  nell’ambito della DMO (Destination Management Organization) “Expo Tuscia” con il contributo della Regione Lazio Oggi  si va sempre più sviluppando  il  “ Turismo di  ritorno”,  gli emigrati, per essere accettati ed integrati in passato provvedevano a cambiare perfino il loro cognome, oggi accade il contrario con la ricerca di un antenato, un paese a cui far riferimento e poter vantare la origine italiana. Alla fine dell’800 i nostri connazionali, spesso trattati nel peggiore dei modi, subivano con sofferenza la loro inferiorità economica. Sono ormai migliaia gli emigrati di ritorno che vengono ad investire in Italia, alla ricerca delle loro radici. Organizzata dal CAT Centro Assistenza Tecnica di Viterbo, l’edizione 2023 di VisiTuscia, la Borsa del Turismo e dell’Enogastronomia della Tuscia viterbese è pronta a partire. L’iniziativa promozionale si terrà nel Viterbese in forma itinerante e avrà come tema: il “Turismo di ritorno: alla scoperta delle Origini” oltre alla gastronomia locale, sarà il tema portante di questa edizione. Un programma che prevede varie tappe con protagonisti i comuni e le imprese del territorio presenti anche lungo la direttrice della Via Francigena: il percorso medievale che ricalca, a partire da Bolsena, il tracciato della preesistente Via Cassia, aperta intorno alla metà del II sec. a.C. che fu per secoli una tappa strategica lungo il cammino dei pellegrini diretti a Roma. Oggi è tappa fondamentale del Cammino europeo della Via Francigena, che conduce i fedeli da Canterbury  alla Città Eterna. L’obiettivo di VisiTuscia è quello di presentare le eccellenze viterbesi con il coinvolgimento diretto delle aziende, per far conoscere quanto di eccellente il territorio possa offrire, non solo dal punto di vista dell’ospitalità ricettiva ma anche sotto l’aspetto: enogastronomico, culturale, ambientale, termale e religioso. Un appuntamento  di promo-commercializzazione, dunque, per Operatori turistici, Tour Operator, Agenti di Viaggio, Startup, Blogger e Giornalisti della stampa specializzata dei settori turistico ed enogastronomico. Il progetto della DMO “Expo Tuscia”, ammesso e finanziato dalla Regione Lazio, si articolerà su più fronti presentando una vetrina ricca di contenuti da portare alla ribalta di un vasto pubblico, anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie che consentiranno di ridurre le distanze e generare forti interessi. «Per rispondere a questa esigenza – dichiara Vincenzo Peparello presidente della DMO “Expo Tuscia” – nel corso della manifestazione, sabato 20 maggio presso il Museo del Vino in Castiglione in Teverina, si terrà una degustazione online con i sindaci dei comuni della provincia di Viterbo, unitamente ai giornalisti e alla comunità dei nostri connazionali di Argentina, Uruguay e Brasile  per presentare in diretta la vasta gamma di prodotti agroalimentari del territorio non escluse alcune ricette di piatti tipici, ormai retaggio di una memoria passata (Menù delle Origini).   Avremo inoltre modo di vivere un momento di degustazione di alcuni vini della Tuscia, considerato che questo alimento è stato da sempre il demiurgo dell’accoglienza e della convivialità, animando le tavole di chi era in procinto di partire e di chi tornava. Questo collegamento con le associazioni di italiani nel mondo – conclude Peparello – vuole essere l’avvio di un ponte comunicativo e comunitario, nella prospettiva dell’accoglienza per il prossimo Giubileo». L’evento  organizzato da Vincenzo Peparello patron di VisiTuscia, servirà anche per fare il punto all’inizio della stagione estiva della situazione dell’offerta turistica della provincia di Viterbo. Harry di Prisco

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Luca Piscopo presenta il nuovo menù di Anema & Pizza

La freschezza e la selezione degli ingredienti rispettando l’equilibrio tra i sapori Come definire “Nobile” ? Chi appartiene, per nascita o per privilegio acquisito, riconosciuto dall’autorità con particolari privilegi. Certamente la “Margherita Nobile” ideata da  Luca Piscopo  patron di “Anema & Pizza” è  riconosciuta come una pizza al top, realizzata con:  fior di latte prodotto con “Latte Nobile”; Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi; pomodoro San Marzano DOP Solania; olio evo biologico. Il Latte Nobile – che da il nome alla pizza –  è quello che viene prodotto da “La Compagnia della Qualità”, è un latte di altissima qualità, proveniente da vacche che vengono allevate in modo sano e rispettoso dell’animale e dell’ambiente, in cui gli animali hanno la possibilità di mangiare una grande varietà di erba, come gli animali al pascolo. I valori nutrizionali di questo prodotto sono ottimi ed è consigliato per l’alimentazione di tutti i giorni. Il modello Nobile nasce essenzialmente per 2 motivazioni: offrire al consumatore un latte alimentare di qualità alta, riconosciuta, certificata e dare all’allevatore il giusto prezzo per quel latte. Agli ingredienti della pizza si aggiunge che la “Margherita Nobile” risulta, proprio a seguito della  bontà di un impasto perfetto, leggera e digeribile. Oltre alla Margherita Nobile il nuovo menù di Luca Piscopo si arricchisce di altre novità che verranno presentate agli operatori dell’informazione nel suo locale  “Anema & Pizza” in corso Durante a  Frattamaggiore n. 7  mercoledì 19 aprile alle ore 20:00. Piscopo è un napoletano doc, da oltre 18 anni lavora in provincia aggiornandosi sulle tecniche di impasto e di lievitazione fino a definire una propria pizza, un piatto culturalmente prezioso, che trova la sua dimensione innovativa senza essere privato della sua identità partenopea. Per le farciture della sua pizza, Luca Piscopo, effettua un’accurata selezione degli ingredienti che impiega rispettando l’equilibrio tra i sapori. Per l’occasione la serata vedrà come protagonisti il patron ed il suo staff che proporranno un menù per esaltare e valorizzare i prodotti del territorio proposto in più portate. Questi i piatti che verranno presentati: Antipasti –        Frittatina su nido di porro fritto con piselli 100 giorni (Slow Food), besciamella di Latte Nobile, pancetta tesa di suino nero lucano (3 spicchi Gambero Rosso), provola Monti Lattari, crema di parmigiano –        Arancino con riso acquerello, barbabietola, blue di bufala, cacio ricotta cilentana (Slow Food) su letto di yogurt greco alle erbe aromatiche Degustazione Pizze –        Pizza Al Padellino: gambero viola, maionese homemade, riduzione di prezzemolo, fior di latte  Nobile –        Pizza Classica Impasto Contemporaneo: fior di latte Nobile, polpo, patate al lime con pepe Sichuan e riduzione di prezzemolo –        Margherita Nobile –        Schiacciata con mortadella e pistacchio Dolce La Perla del Mediterraneo: semifreddo con mandorle caramellate, scorzette d’arancia, uvetta e salsa al passito, mousse al caramello salato, salsa ai frutti di bosco e crumble con grue di cacao  Harry di Prisco

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Il campano Emilio Di Nardo al Pizza Expo di Las Vegas

Al Pizza Expo dal 28 al 30 marzo sarà presente il pizzaiolo Emilio Di Nardo di Mondragone Giunto alla sua 39a edizione, l’annuale International Pizza Expo rimane incontrastato come l’evento leader del settore. Migliaia i professionisti dell’arte bianca  provenienti da tutto il mondo che si sono dati  appuntamento a Las Vegas, in Nevada, dal 28 al 30 marzo dove per 3 giorni si discuterà di tutto quanto concerne il mondo della pizza. Le sessioni educative saranno tenute dai migliori professionisti del settore e tanti i concorsi  nazionali, questo evento è semplicemente uno di quelli che nessun pizzaiolo o appassionato del settore non può permettersi di perdere! Dalla Campania è già partito per l’Expo Emilio Di Nardo, pizzaiolo e proprietario di “Pizza alla Brace” di Mondragone, in provincia di Caserta, che sarà fra i protagonista dell’importante evento. Una partecipazione che inorgoglisce i suoi compaesani e la Campania tutta, visto che si tratta della fiera più importante del mondo della pizza, all’interno della quale si svolge il famoso campionato mondiale a cui partecipano, a numero chiuso, centinaia di pizzaioli provenienti da tutto il mondo.  A Las Vegas Convention Center saranno presenti anche aziende di tutti i continenti che esporranno le novità del mondo pizzeria e in generale della ristorazione. «Sono orgoglioso e pronto ad allargare i miei orizzonti in occasione di questo importante evento che mi terrà impegnato, con il mio staff, dal 28 marzo in poi – ha dichiarato Di Nardo –  credo che il mondo della pizza e della ristorazione abbiano bisogno di stimoli continui e sempre maggiori. Noi, in primis, attori protagonisti in questo ambiente, non dobbiamo mai perdere di vista le occasioni di miglioramento. Soltanto attraverso la crescita professionale si riesce a rendere servizi e qualità sempre più aderenti alle richieste della clientela».  “Pizza alla Brace”, nasce a Mondragone da un’idea di Emilio Di Nardo all’interno dell’esclusivo lido Jarama, sul litorale Domizio. Cresciuto tra il settore enogastronomico e quello balneare, dopo il diploma Di Nardo parte per il Belgio, lavora come aiuto chef, ma la voglia di tornare a casa era forte, tanto che ogni estate lavorava presso l’attività di famiglia. Dopo alcune sperimentazioni ha messo a punto, l’idea brevettata, de “Pizza alla Brace”, un marchio registrato in tutto il mondo. Emilio, in qualità di istruttore della NIPfood, si sente orgogliosamente rappresentante di un nuovo modo di mangiare e concepire la pizza, pensata per essere condivisa, con una particolare tecnica di cottura, prima nel forno a legna e poi terminata sulla brace. Il suo obiettivo è quello di far crescere il marchio portandolo in giro per il mondo realizzando nuove aperture. Harry di Prisco

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La Chiancheria a Napoli ha fatto tris !

Lunedì la presentazione La mission creare piatti gustosi nel rispetto dei cicli naturali e della tradizione: la rivisitazione dei piatti in cui è, allo stesso tempo, fortemente riconoscibile l’autenticità della tradizione Chiancheria Gourmet: Vairano è la nascita, Roma la crescita e Napoli il suo sviluppo Il Chianchiere nella Napoli di un tempo era il macellaio, il nome  prende origine dalla panca dove lavorava la carne. Con il tempo il termine si è evoluto in chianca, dove la carne veniva tagliata ed esposta sul bancone di legno, come avviene ancora oggi in poche macellerie. Col trascorrere del tempo il vocabolo è mutato finendo col diventare chianca e l’uomo che si occupava di tagliare e di sistemare la carne su questa panca venne nominato proprio Chianchiere! Al museo di Capodimonte sono esposti diversi quadri che danno uno spaccato di un’epoca come la Bottega del Macellaio di Joachim Beuckelaer. Il Chianchiere è inteso non solo come mero venditore di carne, ma come un artigiano del gusto che, partendo dalla materia prima, crea prelibatezze. Lunedì prossimo 6 marzo verrà presentato agli addetti del settore il terzo locale del format Chiancheria Gourmet in via Gaetano Salvatore, 457 a Napoli. Gourmet, la cui apertura arriva dopo quella di Vairano del 2016, in provincia di Caserta, dove ha preso avvio il progetto, a cui è seguita l’apertura nel 2019 a Roma. Chiancheria Gourmet è un concetto nuovo di ristorazione. Un format che ha tre diverse caratteristiche: hamburgheria, steakhouse e tartarbar con abbinamento cocktail, dove assaggiare un panino gustoso o una succulenta t-bone; una macelleria dove scegliere tagli di carne pregiati selezionati on the road e dai propri allevamenti; una gastronomia dove acquistare il meglio delle offerte in campo enologico e agroalimentare. Chiancheria Gourmet è un concept appartenente al Gruppo Le Due Torri che ha in sé tre altri format: Agristor Le Due Torri, Le Due Torri Event, Pizzeria Binario1.  Il progetto è comune  a tutti e i format, condividono un modello economico che genera valore e che trovano nel Gruppo espressione della propria identità. Tante anime racchiuse e rappresentate da un solo Gruppo che ha alla base un’unica vision aziendale: il benessere del consumatore parte da quello del pianeta, della natura, degli animali. Infatti, Il concetto di sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – è insito ad ogni settore delle attività del Gruppo: dai campi di foraggio all’allevamento del bestiame, all’utilizzo delle deiezioni come concime, dal taglio alla distribuzione delle carni ai ristoranti del Gruppo. Tutto è studiato per salvaguardare l’ambiente seguendo la virtuosità dell’economia circolare che ha l’obiettivo di estendere il ciclo di vita di un prodotto il più possibile, ridurre i rifiuti e il peso sull’ambiente. I protagonisti dell’evento di lunedì prossimo saranno gli stessi che si impegnano giornalmente per realizzare nei locali del Gruppo Le Due Torri questa filosofia: lo chef-executive Giuseppe Auricchio; il maître-sommelier Giuseppe Ventriglia; il bartender Cristian Nappa; i quali insieme a Massimiliano Gallo, laureato in scienze enogastronomiche e responsabile del controllo qualità nonché estensore della carta degli oli, accompagneranno lo chef-resident Paolo Nappa e il direttore di Napoli Pasquale Rusciano. Alla Chiancheria  la qualità delle carni, da filiera corta selezionate in Italia e nel mondo, consente di assaporare tutto il gusto della carne in una location dai contorni underground. La qualità eccezionale della carne è il segreto che consente di trovare alla Chiancheria sapori unici,  la materia prima così com’è, nella maniera più naturale possibile. Le carni provengono da allevamenti controllati e certificati, dove i capi  vengono  nutriti  come si faceva una volta nel rispetto del loro benessere, delle loro abitudini e con metodi etici, poiché il benessere del bestiame si riflette nella qualità di quello che poi mangiamo. Il primo fornitore di Chiancheria Gourmet è Fattoria Carpineto di Presenzano, aderente al Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, azienda all’avanguardia e una delle più importanti dell’intero Centro-Sud d’Italia. Su circa 100 ettari vengono allevati oltre 700 capi di bovini di razza Podolica e Marchigiana. Gli allevamenti industriali sono invece quelli intensivi in cui gli animali vivono e crescono confinati in spazi ristretti causando un alto impatto ambientale oltre alla sofferenza dell’animale. Lo scopo della Chiancheria  è quello di  unire etica e dietetica e divulgare la cultura della carne frollata. Tanto street food nel locale partenopeo, a partire da una lunga e golosa lista di hamburger con pane dei Camaldoli; poi fritti, arrosticini, polpette, ma anche primi piatti della tradizione con uno speciale tocco del Chianchiere. Gli Chef proporranno un menù per esaltare e valorizzare i prodotti del territorio, in particolare, la carne –  in diverse cotture –  presentata in più portate che sono la sintesi della filosofia di Chiancheria: la rivisitazione dei piatti in cui è, allo stesso tempo, fortemente riconoscibile l’autenticità della tradizione. In cucina è noto occorre passione ed estro che è ancor più messo alla prova per chi decide di addentrarsi in suggestivi percorsi degustazione, con pietanze al contempo ricercate,  raffinate e ricche di gusto. Questo il percorso degustativo dell’evento Corner Tartarbar: Vitello crudo, cotto e curato – Battuta di carne podolica in purezza – Carpaccio di Vitellone bianco marchigiano con  stracciata di bufala e rucola – Polpetta al ragù napoletano In abbinamento: cocktail Gin Tonic Campania Maxima Le  calde interpretazioni – Pan bauletto con pancia di vitello tonnato – Degustazione del mini bun Don Gennaro In abbinamento: birra artigianale Lupila birrificio Karma Menù servito  – Chiancamburger con cremoso di patate In abbinamento: Birra Valsugana di Cantina  – Arrosticini di vitello e bombette pugliesi In abbinamento: Birra artigianale Marylin birrificio Karma  – Biancostato della fattoria con contorni di spinaci a vivo In abbinamento: Falerno del Massico Riserva Angelus Fattoria Pagano – Ziti di Gragnano alla genovese dell’Alleanza Slow Food In abbinamento: Fiano Cilento Pietraincatenata Luigi Maffini – Mela annurca campana cotta sotto cenere con zabaione al Gran Marnier e crumble di cioccolato fondente – Coccole dello chef Oli Extra Vergine in abbinamento: Radice di Francesco Pepe, mono cultivar Ravece Presidio Slow Food; Ortolana di Alberto Romano, mono cultivar Ortolana Presidio Slow Food; Koinè di

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Le meraviglie della Campania nel mondo verranno presentate Venerdì

Gli interscambi delle eccellenze campane con il Brasile al centro del progetto Da poco si sono spenti i riflettori sulla missione in Brasile della delegazione guidata da Antonio Pace, Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN) e di cui faceva parte il  giornalista Giuseppe De Girolamo Ambasciatore per la Campania dell’associazione DOC Italy. La stagione è pronta per cogliere i frutti degli incontri avvenuti a San Paolo con i titolari delle 25 pizzerie affiliate AVPN delle varie città del Brasile, coordinati da Andrè Guidon referente dell’AVPN per il Brasile. L’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN) è stata fondata nel giugno 1984 a Napoli senza fini di lucro. La sua mission è promuovere e tutelare, in Italia e nel mondo, la vera pizza napoletana, vale a dire il prodotto tipico realizzato secondo le caratteristiche descritte nel disciplinare internazionale, il cui marchio mondiale è stato registrato nel 1984 e attesta che la pizzeria che lo espone realizza un prodotto conforme al disciplinare. L’Associazione è impegnata anche nella promozione e tutela delle pizzerie affiliate e dei prodotti della filiera produttiva nonché nella professionalizzazione dei pizzaioli, sia in Italia che all’estero. Venerdì prossimo, 24 Febbraio alle ore 11:00 presso la sede dell’AVPN, Associazione Verace Pizza Napoletana,  in Via Capodimonte n 19 a Napoli , si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto “Le meraviglie della Campania nel mondo”. Si tratta di un evento socio-culturale enogastronomico che ha l’obiettivo di promuovere ed esaltare le eccellenze nostrane, organizzato dall’Associazione I’mperfect in collaborazione con l’Associazione Verace Pizza Napoletana della quale è Presidente Antonio Pace. Conduttore della mattinata sarà Erennio De Vita, presentatore ufficiale in Campania del concorso nazionale Miss Italia. L’idea nasce dalla volontà di esaltare le eccellenze Campane in un confronto e scambio culturale/sociale e commerciale con altri Paesi del mondo. Obiettivo principale infatti è quello di favorire la commercializzazione di prodotti di alta qualità tra i due Paesi. Ogni anno ci sarà un gemellaggio con un Paese in cui la AVPN ha una scuola di pizzaioli per suggellare ed implementare gli interscambi relativi all’artigianato e alle eccellenze dei singoli Paesi. Si parte quest’anno con il Brasile terra di colori, cultura e folklore e dove la Verace Pizza Napoletana trova grande apprezzamento e crescita di consumi. La scelta della location della presentazione  nasce dal fatto che la AVPN ha in Brasile due scuole per pizzaioli ed è un great development. L’evento/progetto si terrà nel mese di Giugno 2023. La manifestazione  verrà dedicata ogni anno ad una nazione diversa nella quale l’associazione dei pizzaioli veraci è presente con la propria scuola. In rappresentanza del Brasile sarà presente Fernanda Bordone giunta da Rio de Janeiro per curare l’interscambio di rapporti Italia – Brasile che ne potranno scaturire. Collaboreranno nell’ospitalità gli alunni dell’Istituto d’istruzione superiore Adriano Tilgher di Ercolano (NA).  Questi gli sponsor che hanno reso possibile l’evento: Gennaro Galeotafiore titolare di “Sapori di Napoli”, unitamente alla Lady Chef Loredana Errichiello titolare del ristorante “TrattoBianco” di Santa Maria a Vico; Vincenzo Avitabile titolare di Terre Pompeiane con Babà Rè; Ciro Poppella titolare dell’omonima pasticceria; Benito e Arianna Di Costanzo titolari dell’omonima azienda vinicola; i Bartender Professional dell’A.I.B.E.S. (Associazione Italiana Barman e Sostenitori), Luigi Gargiulo Fiduciario Campania, Rosario Restino Vice Fiduciario, Massimo Passaro, Raffaele Gargiulo, Stefano Armando Gargiulo; “Istituto d’istruzione superiore Adriano Tilgher” di Ercolano; l’A.M.I.R.A. (Associazione Maitre Italiani Ristoranti& Alberghi) con il Fiduciario di Napoli – Campania Dario Duro ed i maitre Giovanni Sansone e Arcangelo Farinato; Corrado Sorbo titolare di Villa Signorini Events & Hotel. Paola De Martino titolare di Mondi diversi; Ornella Castaldi titolare Sacre Coeur. Harry di Prisco

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“Terre dei Borbone” protagoniste all’Agristor – Le Due Torri di Presenzano

Tre declinazioni di Pallagrello per raccontare il territorio attraverso il vino  Martedì  scorso, presso il Ristorante Agristor – Le Due Torri di Presenzano (CE),  in via Venafrana km 4,700, a si è tenuto l’evento :  “Terre dei Borbone”. Protagoniste della degustazione tecnica, e successivamente del menù, le cantine Alois, Terre dell’Angelo e Vestini Campagnano che, con i propri enologi, hanno proposto tre declinazioni di Pallagrello Bianco, rispettivamente: Il Caiatì, La Volta e Le Ortole. Alla degustazione è seguito un menù speciale, ideato dallo chef-executive del Gruppo Le Due Torri Giuseppe Auricchio con in abbinamento Pallagrello e Casavecchia, scelti dal maitre-sommellier Giuseppe Ventriglia, che ha esaltato e valorizzato i sapori del territorio dell’alto casertano. Per Salvio Passariello, patron del Gruppo Le Due Torri: «l’evento Terre dei Borbone esalta il nostro legame con il territorio sia per la presenza di tanti presidi Slow Food che per gli eccellenti vini proposti nel corso della serata. Il connubio enogastronomico può risultare un grande attrattore, anche di tipo turistico, per il territorio dell’alto casertano così come lo è in altre regioni d’Italia. La nostra struttura baricentrica tra Campania, Lazio e Molise ben si adatta a sposare le cucine territoriali di queste tre regioni».  Questo il particolare menù: Entrée Scagliozzo di polenta con salsiccia di suino e friarielli Polpetta di vitello marchigiano e ragù Cavolfiore BBQ con cialda di quinoa e zenzero Verza ripiena di stracciata di bufala, limone, acciuga e tarallo “sugna e pepe” In abbinamento: Asprinio Spumante, Vestini Campagnano Antipasto  Zuppa di fagiolo cerato con farro, castagne di Roccamonfina, sale di sedano di Gesualdo, mela annurca IGP e limone In abbinamento: Pallagrello Nero “Il Tempo” 2017, Terre Dell’Angelo Olio: Don Raffaè, Ragozzino/De Marco Primo Genovese dell’Alleanza con ziti di Gragnano IGP, Antico Pomodoro di Napoli, sedano di Gesualdo, cipolle di Alife, Airola e Vatolla In Abbinamento: Pallagrello Bianco “Morrone” 2018, Alois Olio: Erede di Francesco Pepe Secondo Stracotto di vitello marchigiano delle nostre fattorie cotto nel Casavecchia su crema di patate e chips di polenta In abbinamento: Casavecchia Riserva, Vestini Campagnano Olio: Radice di Francesco Pepe Dolce Mela annurca IGP cotta sotto cenere con zabaione homemade, meringa e crumble al cioccolato fondente Olio: Ogliarola di Maria Ianniciello Harry di Prisco

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Aversa, aperto il nuovo locale Primo Sushi “Occi-Rientale”

Fusion Style Sushi- Giapponese Asian Fusion “Il Sushi come non lo hai mai assaggiato!“ questo il messaggio che Francesco Campaniello intende lanciare nel nuovo locale di Aversa in Via Dante Alighieri, l’esperienza fusion in rivisitazione moderna, “Primo Sushi”  (www.primosushi.it) nasce da uno studio ricercato di gusti e sapori finemente intrecciati e delicati, accostamenti fusion di carne e pesce. Dopo aver assaggiato  i piatti i commensali capiranno di non aver mai mangiato sushi, ecco spiegato l’origine del nome. La passione e la ricerca di prodotti d’èlite per fare un percorso gastronomico che si fonde con sapori nostrani, l’unione delle nostre eccellenze locali del territorio e dei gusti orientali è alla basa della filosofia che ha ispirato la nascita di queste nuove tendenze: ciò che siamo e ciò che saremo. “We don’t make real sushi”, è così che si presenta il fusion di Primo Sushi nel nuovo locale di Aversa (CE) che si aggiunge ad un altro sempre di Aversa e a quello di Giugliano in Campania sul mare e quello sotto la Madonnina di Milano. Un ambiente caldo e accogliente, quello di Aversa, la cura dei dettagli per generare la giusta atmosfera, dedicata alla degustazione della cucina fusion, dove la cucina giapponese si fonde con idee innovative e prodotti d’èlite. Un format di cucina, che sembra trovare il suo successo proprio in una negazione, ma che raccoglie invece tutte le idee dei due fondatori di questo nuovo concept legato al mondo del Sushi made in Italy. L’envisage cambia l’approccio con il cliente, accogliendolo in un ambiente riservato, elegante, a tratti romantico, ma soprattutto funzionale per gustarsi la degustazione  in tutta serenità. Punto di forza di Primo Sushi non è solo “lo spazio” in cui accoglie gli appassionati di questa tipologia di cucina, ma le ricette proposte che “ovviamente”, non rispecchiano quelle che sono le aspettative dei cosiddetti “puristi del sushi”, bensì, diventano frutto di contaminazioni, ispirazioni e sperimentazioni nate nel tempo. Quello che fa definire il fusion “Occi-Rientale” (che nasce dall’unione di Occidentale ed Orientale) è l’adozione nel menù di Bun tipici e molto soffici, scelti con cura per l’accostamento ai prodotti di mare; una serie di salse realizzate con ricette segrete del Sushi Man; gli alternativi Uramaki di carne e le Sushi Donuts, che prendono il nome dalle famose ciambelle fritte americane ricoperte con glassa e confetti colorati giunte alla popolarità italiana grazie al personaggio di Homer Simpson®, rivisitate completamente in chiave sushi. Un’idea decisamente originale quella di Francesco Campaniello e dello chef Ciro Ruggiero, che sommata alla bontà dei prodotti tipici a km zero del territorio e ad una location con il design che richiama atmosfere tipiche dei sushi club londinesi, rende questo progetto attraente! In menù: Sashimi di salmone e di tonno, fettine di salmone o di tonno servite con alga wakame; Nigiri Salmone, bocconcino di riso ricoperto da fettina di salmone; Nigiri Primo Sushi, bocconcino di riso ricoperto da fettina di salmone scottato e salsa spicy piccante; Nigiri Anatra, bocconcino di riso ricoperto da fettina di anatra flambé; Uramaki California Salmone, uramaki ripieni di salmone, avocado, cetrioli, maionese, uova di pesce volante e ricoperti da semi di sesamo tostato; uamaki Tarallo Roll,  ripieno di salmone affumicato, crema di bufala di Vico Equense, ricoperto di granella di tarallo napoletano e salsa Jolly agrodolce al sesamo. Fra i progetti futuri di Primo Sushi vi è quello di aprire altri locali in Italia, di cui cinque sono già programmati per settembre di quest’anno. Harry di Prisco

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La “Signora Bettola” apre ad Aversa ed è già un must !

Si è inaugurato il terzo ristorante del fortunato format  Signora Bettola “Nun m’abbaste maje”! questo il motto   Fin dal 1813 Aversa ospitò il primo manicomio civile del Regno di Napoli con 1300 ricoverati, l’ospedale psichiatrico fu definitivamente chiuso nel 1999. Oggi  la maggior parte degli ambienti del nosocomio sono completamente fatiscenti e sono chiusi al pubblico per inagibilità. Una legenda metropolitana vuole che i pazienti apparissero in libera uscita per Aversa, creando timore nei pacifici abitanti della graziosa cittadina partenopea fondata dai Normanni nel 1030.  Il sogno folle di due giovani imprenditori: portare in tavola la tradizione napoletana, si è realizzato nel 2017, a due passi da Piazza Vittoria e dalla Villa Comunale, nel cuore della Napoli bene, Signora Bettola apre le sue porte, in vico Satriano n. 3 prima e in  via  Medina n. 72 successivamente,  per accogliere e soddisfare i palati esigenti dei napoletani e dei turisti che da ogni parte del mondo affollano le strade di Napoli. Quindi non  sono pazzi i titolari del format  “Signora Bettola”  Diego Borrelli con Roberto, Carmine e Mena Di Lorenzo che così presentano il nuovo locate di Aversa in Viale John Fitzgerald Kennedy n. 3 :« Il concept 3.0 di Signora Bettola vuole essere qualcosa di nuovo come esperienza per chi vuole mangiare in un ambiente curato nei minimi dettagli, ma vuole confermare il portare in auge i piatti della Tradizione Napoletana, senza sconvolgere le tipicità”. Si dice “avere la Luna di traverso” per indicare un atteggiamento negativo verso la giornata, poiché diversi secoli fa si pensava che la Luna calante facesse impazzire le persone, un uomo accusato di omicidio, nell’Ottocento si era proclamato innocente affermando che la colpa era della Luna. Ed è proprio una grande Luna illuminata che campeggia sull’ingresso del nuovo ristorante di Aversa, potenza dei simboli! L’immagine fantascientifica che incuriosisce coloro che transitano nel centralissimo Viale Kennedy da il concetto che è alla basa della cucina del format: la tradizione strizzando un occhio all’innovazione. Cosa può esserci di più tradizionale che non il Presepe partenopeo? In una sala del ristorante campeggia su di una parete uno stupendo Presepe artigianale che viene poi reso vivo da una rappresentazione di proiezioni laser realizzata da una ditta specializzata del Nord (ecco che in nostro Nord da una manao al nostro Sud…). Il Presepe è il principale segno di riconoscimento del locale che si trasforma e diventa una digital experience 3.0. Per la prima volta in Italia il Presepe prende vita ogni sera  con uno spettacolo di luci e suoni da non perdere assolutamente. La città di Aversa dell’antica Terra di Lavoro, nota anche come Campania Felix,  vive un accresciuto fermento giovanile specialmente nei weekend, da oggi ha un motivo in più per essere visitata in quanto solo pochi chilometri di autostrada la separano da Napoli. La tradizione la troviamo  anche negli arredi del locale, che presenta un nuovo concetto tendente al metaverso-tradizionale nella struttura, ma conservando la storica familiarità della cucina! Un aspetto più  semplice a viversi che a descriversi. La location è stata ricostruita in stile retrò che richiama gli inizi del secolo scorso: un giardino d’inverno riscaldato, come quelli delle case signorili degli anni ‘30; una guardiola originale dello stesso periodo restaurata e usata come complemento d’interno e tanti dettagli che gli appassionati possono apprezzare come mattonelle, stucco e vetrate divisorie, dove persino i bagni rispecchiano nello stile quelli dell’epoca . Avvolti in questa atmosfera d’altri tempi, quello che rimane il punto di forza di Signora Bettola è il sapore e la dedizione dei piatti della cucina tipica della tradizione napoletana, tra i quali spiccano: la Pasta e patate, la Genovese, le Polpettine fritte con il Ragù, la Parmigiana di Melanzane, le Pastiere e tanto ancora. Altra novità di Signora Bettola, che viene proposta ad Aversa, è l’affiancamento delle bollicine ai piatti. Infatti per ogni tipologia di piatto scelto viene proposto l’adeguato abbinamento dei vini, studiato con cura. Le sale di Signora Bettola rievocano la tradizione di una Napoli antica e folcloristica, ricca di  storia. Il design popolare con cui sono arredati gli ambienti è ispirato alle più celebri  icone della città: i numeri della tombola, i tamburelli, i panieri, i panni stesi, le vecchie foto e naturalmente il Presepe. Gli ospiti di Signora Bettola vivranno un’esperienza culinaria e sensoriale unica, assaporando la tradizioni immersi in una Napoli d’altri tempi. Dunque una location tipica napoletana, dagli arredi alle stoviglie, per presentare adeguatamente i piatti della tradizione  partenopea. Harry di Prisco

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A Gallipoli la XXIII edizione del “Festival della cucina Italiana con la Cozza Tarantina”

Il mitilo di Taranto  torna il 14 gennaio da protagonista nelle pietanze che saranno preparate con maestria e fantasia creativa da sei chefs inseriti nelle strutture dei Caroli Hotels Durante le lotte con la Francia per il dominio dell’Italia meridionale, si tenne la Disfida di Barletta, combattuta il 13 febbraio 1503. La competizione con i cavalieri italiani capitanati da Ettore Fieramosca, accusati di codardia,  fu decisa il 15 gennaio 1503 nel corso di un banchetto in una cantina locale. Lo scontro si concluse con la vittoria degli italiani e venne programmato nei minimi dettagli, come oggi a 520 anni esatti dalla storica battaglia, si celebrerà la  XXIII  edizione del  “Festival della cucina Italiana con la Cozza Tarantina” presso l’Hotel Bellavista – Caroli di Gallipoli. La serata di apertura si terrà sabato 14 gennaio ed  il  programma, come per la Disfida,  è stato elaborato dettagliatamente dal Cav. Cosimo Lardiello Presidente del  Centro di cultura Renoir di Taranto, che 23 anni fa ha dato vita ad un “Festival nazionale” itinerante su tutto il territorio nazionale.  Questa iniziativa è stata, spesso  clonata e riproposta dai maggiori networks televisivi. Alcuni comuni italiani, come: Lerici, Macerata, Cervia, Ancona ed altri, hanno tentato di imitare il Festival per promuovere i loro mitili locali. Le due cittadine pugliesi, Gallipoli e Barletta, sono accomunate per l’animo fiero dei suoi abitanti, retaggio di tanta gloria del passato. Gallipoli si trova lungo la costa occidentale del Salento, protesa sul mar Ionio, con il suo affascinante centro storico  che sorge su di un’isola collegata al borgo nuovo da un ponte del XVII. Meritano una visita le vicine isole del Campo, l’isolotto chiamato de “Li picciuni” e l’isola di Sant’Andrea. La serata di apertura della XXIII edizione del “Festival della cucina Italiana con la Cozza Tarantina” si svolgerà nello splendido scenario dell’Hotel “Bellavista – Caroli” di Gallipoli situato nella parte più panoramica della città. Per aggiudicarsi il podio saranno in campo gli chefs inseriti nelle strutture dei Caroli Hotels: Laura Dimartino, Massimo De Matteis, Fabio Cosi, Stefano Tricarico, Beda Ingravallo e Omar Zakaria. Saranno presenti gli executive chefs, componenti la squadra ufficiale del Festival: Alessandro Angiola (Bari), Nicola Altavilla (Leporano-Taranto), Antonio Coletta (Taranto), Onofrio Terrafino (Gallipoli) e Giuseppe Giustozzi (Macerata). Il “Mitilo Galloprovincialis”, la cozza nera, è un mollusco bivalve allevato in filiere, provenie dalle colture del Mar Piccolo di Taranto, diventa per il mondo gastronomico e dei gourmet nazionali un elemento e una materia prima di culto e sarà presentato, elaborato in vari piatti, dagli chefs in gara. Il Centro Renoir di Taranto con il “Festival nazionale itinerante della cucina Italiana con la Cozza Tarantina”  in oltre due decenni ha effettuato una capillare promozione del mitilo sia in Italia che in Europa, nel corso di ben 250 serate riportate da oltre 170  testate nazionali ed internazionali. 140 i servizi  giornalistici  televisivi su canali RAI, Mediaset e TV regionali, nonché oltre a 10 servizi televisivi internazionali di emittenti giapponesi, greche, maltesi, francesi, spagnole e tedesche. Memorabili  gli eventi che si sono svolti a: Peschiera del Garda, Padova, Macerata, Piacenza, Roma, Ragusa, Parigi, Monaco di Baviera e Malta, riscuotendo unanimi consensi. Nel corso di tali  incontri è emerso che è necessario migliorare la filiera commerciale dei prodotti del mare di Taranto, incrementare la loro produzione, attivando una seria politica di valorizzazione che guardi all’intero panorama nazionale. E’ impensabile – è stato detto dagli esperti –  che nei mesi maggio e giugno l’Italia resti senza il prodotto tipico tarantino permettendo così  ogni mistificazione con la distribuzione di prodotti provenienti da altre zone di coltura e distribuite nell’intero contesto italiano. Come più volte asserito dall’organizzazione del Festival, la conoscenza del prodotto tipico locale mira, da un lato, alla sua valorizzazione nella sua specifica essenza, dall’altro a promuovere sia il turismo enogastronomico sia l’immagine complessiva della città di Taranto in cui viene prodotto il mollusco. Il prezioso frutto del Mar Piccolo di Taranto è allevato in aree sottoposte a strettissimi controlli da parte delle autorità preposte, le quali ogni settimana  definiscono la qualità e la salubrità, tanto che oggi i mitili del comprensorio indicato come secondo seno del Mar Piccolo di Taranto sono  tornati ad essere classificati nella classe “A”, il prodotto quindi  non  necessita più di  essere messo nelle vasche di stabulazione dopo la raccolta, e le cozze possono ora arrivare direttamente nelle case dei consumatori sempre freschissime, pulite, pronte da mettere in pentola e servite sulle tavole dei buongustai. Il prodotto ha il suo periodo di riproduzione durante l’inverno e il miglior periodo per assaporarne la prelibatezza sono i mesi successivi. Come nelle precedenti edizioni il Festival sarà seguito dalla stampa locale e nazionale, alla manifestazione  parteciperanno giornalisti provenienti da diverse città italiane e verrà ripresa – come nelle altre edizioni –  dalle telecamere di RAI 2, mandata poi in onda nella trasmissione “Eat Parade” con la presenza del capo della redazione Bruno Gambacorta. Proprio in questo momento di difficoltà Taranto ha bisogno di fare leva sulle sue qualità migliori e su energie nuove  che possano contribuire a diversificare il suo tessuto produttivo. Questo l’obiettivo del Festival che in questi anni ha voluto perseguire in tutte le sue tappe, stimolando la creatività degli chefs che si fronteggiano nella preparazione delle più fantasiose pietanze con abbinamenti insoliti e accattivanti che esaltano la cozza tarantina, la vera protagonista dell’evento, conferendo nuove sensazioni al palato e scrivendo di volta in volta nuovi pezzi di storia della cucina italiana. Il cabarettista Elio Angelini e gli artisti Gianni e Vito accompagneranno con i loro sketch la presentazione  dei piatti degli chefs in gara, presentati da Matteo Pasquali da Macerata. Harry di Prisco

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