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Il certificato QR code Authentico garantisce la tracciabilità del pomodoro San Marzano D.O.P. della Solania

La Solania di Nocera Inferiore presenta il primo pomodoro San Marzano D.O.P. certificato in Blockchain Solania Srl azienda leader nel settore della coltivazione e trasformazione del Pomodoro San Marzano è  stata  protagonista con il progetto “Il Mio San Marzano” nel corso dell’edizione 2022 di CIBUS che si è tenuto dal 3 al 6 maggio a Parma. Nel corso del nutrito programma si sono alternati in uno  show-pizza  i maestri pizzaioli   Francesco Martucci, della Pizzeria Masanielli di Caserta e Diego Vitagliano, della Pizzeria 10 di Napoli, storici testimonial dell’azienda. Nell’ambito del progetto “Il Mio San Marzano”, la Solania ha presentato l’etichetta con la certificazione in Blockchain realizzata da Authentico, startup leader in Italia nel settore dell’anti-contraffazione alimentare. La tecnologia blockchain sta rivoluzionando il modo in cui i dati sono memorizzati e condivisi, la crittografia consente di mantenere la sicurezza delle informazioni, che vengono memorizzate in un archivio decentralizzato al fine di una validazione certa. Solania ha scelto la strada della trasparenza andando a tracciare tutta la filiera del pomodoro San MarzanoD.O.P.  attraverso la scansione di un QR code stampato sull’etichetta. In tal  modo sono resi disponibili nel certificato i dati: della produzione, della semina, della messa in campo della piantina, della raccolta fino alla trasformazione e all’immagazzinamento. Grazie alla rete d’impresa con le cooperative di agricoltori della filiera di produzione il progetto è stato reso possibile. L’azienda di Nocera Inferiore già dal 2017 aveva presentato il progetto “Il Mio San Marzano”, che prevede la scelta di un lotto di produzione e la personalizzazione dell’etichetta della confezione da parte dei pizzaioli e dei ristoratori. Un’innovazione questa gradita ai consumatori in cerca di qualità dei prodotti. Pino Coletti, CEO & co – Founder di Authentico ha dichiarato: «La tracciabilità di filiera in Blockchain, oltre ad essere una potente leva commerciale, permette di creare un nuovo livello di fiducia nei consumatori. Questo concetto è stato compreso prima degli altri dall’imprenditore Giuseppe Napoletano che continua nel percorso di trasparenza intrapreso da qualche anno a conferma della nuova direzione di Solania».  Peppe Napoletano amministrazione unico di Solania Srl, ha affermato: «La certificazione in Blockchain con Authentico completa quel percorso di trasparenza iniziato nel 2017 con il Progetto “Il Mio San Marzano” e portato avanti ogni anno con l’evento di fine luglio “Aspettando il mio San Marzano” in cui, i nostri clienti, possono vedere i nostri agricoltori nei primi giorni di raccolta del San Marzano e dell’evento del “Mio San Marzano” ad ottobre, in cui si celebra il termine della trasformazione e perciò il giorno in cui i nostri pizzaioli e ristoratori possono venire in fabbrica per scegliere il loro lotto di produzione». Harry di Prisco

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Helga Liberto di Battipaglia vince a Milano Re Panettone con “La Sciantosa” un panettone davvero artigianale

Il miglior panettone nasce nella Piana del Sele il territorio più esteso e fertile della Campania Dopo un anno è ritornato a Milano  Re Panettone® ed è ritornato alla grande con il ritorno alla convivialità che solo gli eventi di persona possono assicurare. In quest’edizione a fianco dei lievitati sono stati presenti tutti i dolci natalizi nati dalla fantasia, dall’esperienza e dalla competenza dei pasticcieri intervenuti. Nel Palazzo del Ghiaccio, nuova location della manifestazione, il ghiaccio si è sciolto come neve al sole per la bravura di Helga Liberto, Chef dei Grani a Battipaglia che ha sbaragliato la concorrenza di 32 concorrenti nella categoria Lievitati che avevano proposto panettoni accomunati dall’essere realizzati con lievito madre e ingredienti del tutto naturali, senza additivi artificiali, senza aromi artificiali e/o naturali identici, senza semilavorati (i cosiddetti “mix”), e senza coadiuvanti tecnologici, perché a Re Panettone® vige la filosofia “tutto naturale, solo artigianale”. Helga, la vincitrice di Re Panettone 2021 Milano, ha vinto con l’innovativo  panettone: “La Sciantosa”, realizzato con farina di albicocca, tritordeum (un nuovo cereale nato dall’incrocio naturale fra il grano duro e l’orzo selvatico dalle proprietà benefiche), orzo, segale, farina di frumento, zucchero, miele biologico millefiori, pasta di mandarino, panna di latte fresco, burro fresco, tuorlo d’uovo biologico, vaniglia bourbon, albicocca pellecchiella, gianduia. La presenza dei cereali, con i grani antichi orzo, segale e frumento, nella modalità fermentata, garantisce per un tempo maggiore le caratteristiche di morbidezza e di fragranza donando un apporto di fibre importante per la digeribilità e diminuendo l’utilizzo del burro che, unito all’impiego della farina di albicocca come dolcificante, rende “La Sciantosa” un panettone ipocalorico e con caratteristiche nutraceutiche. Con la certezza che dietro una grande donna c’è un grande uomo, abbiamo chiesto a Vito De Vita, marito di Helga Liberto, come si vive con una donna così dolce. «Si vive dal mattino programmando le priorità lavorative e familiari della giornata. Ci dividiamo i compiti: mia moglie si dedica alla produzione nel laboratorio e io ai contatti con i fornitori e alla commercializzazione dei prodotti».  Harry di Prisco

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Ripresi dopo due anni i Weekend Del Gusto al Campus di Agerola

Grande successo della due giorni del Weekend Del Gusto ad Agerola , iniziativa organizzata e tenuta dal Direttore de La Buona Tavola Renato Rocco, giornalista enogastronomico. La due giorni è iniziata con i saluti del Sindaco di Agerola Tommaso Naclerio, il quale così si è espresso accogliendo i partecipanti e le scolaresche che hanno partecipato alle lezioni formative: «riprendiamo dopo oltre due anni di inattività, a causa del Covid, gli appuntamenti con Weekend Del Gusto caratterizzati dagli stand enogastronomici dei prodotti dei Monti Lattari e dall’offerta formativa del nostro Campus. Continueremo su questa strada anche nei prossimi mesi per valorizzare prodotti e cultura gastronomica della nostra terra». Il primo, dedicato alla lezione sui formaggi, ha visto la partecipazione di Matteo Ruocco casaro originario di Agerola, che ha avuto modo di spiegare in dettaglio i processi di realizzazione del Provolone del Monaco. A seguire, la lezione sui vini, tenuta in collegamento con l’azienda vitivinicola Matilde Cuomo con l’intervento dell’ esperto sommelier Davide Romanelli. L’ultimo momento formativo della prima giornata è stato dedicato alla presentazione dei salumi dell’azienda di Vincenzo Ruocco di Agerola. Il secondo giorno ha avuto inizio con la lezione formativa sugli oli e con la degustazione guidata dell’olio Extravergine Bio prodotto dall’azienda agricola “A un passo dalle Ferriere” di San Lazzaro di Agerola. Mentre nel pomeriggio l’incontro è continuato con la lezione formativa sul caffè tenuta dall’esperto Avv. Mauro Illiano e conclusasi con la degustazione di caffè a cialda dell’azienda Toraldo. La giornata è terminata con la presentazione del mondo delle birre e la degustazione delle proposte birraie di KBirr di Fabio Ditto. Soddisfazione, dunque, per l’Amministratore del Campus, Generoso De Luca che ha affermato: “siamo particolarmente soddisfatti dell’affluenza sia delle scolaresche della giornata di sabato sia dei food lovers, i quali hanno partecipato ai sei incontri formativi. Ringraziamo anche le aziende che sono state partner dell’incontro: Caseificio Ruocco, Matilde Cuomo, Salumificio Ruocco, Azienda agricola “A un Passo dalle Ferriere”, Toraldo per il caffè e KBirr per la birra». Harry di Prisco

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A Castel Volturno la XXII edizione del “Festival nazionale itinerante della cucina Italiana con la Cozza Tarantina”

Si stanno per accendere i riflettori sulla XXII edizione del “Festival nazionale itinerante della cucina Italiana con la Cozza Tarantina”, lunedì 2 maggio alle ore 20,00  al rinomato ristorante “La Tortuga” di Castel Volturno (Caserta) del patron executive chef Antonio Del Sole. Il Festival ha come scopo la conoscenza, in tutto il territorio nazionale, del prodotto tipico  locale di Taranto, il concorso gastronomico itinerante ha lo scopo di divulgare  la conoscenza della cozza tarantina, eccellenza tipica tarantina, per valorizzare e promuovere il turismo enogastronomico e l’immagine complessiva della città. Sono dunque trascorsi oltre venti anni da quando il Cav. Uff. Cosimo Lardiello, Presidente del Centro di Cultura Renoir di Taranto, diede inizio con passione al concorso gastronomico. La manifestazione di alto rilievo, nel classico stile Renoir, negli anni è andata sempre più a crescere e ad affermarsi,  riscuotendo unanimi consensi,  tanto da essere imitata, senza riuscirvi, dai Comuni di Lerici, Macerata e Cervia, per promuovere i prodotti tipici locali, inoltre spesso l’evento è stato clonato e riproposto dai maggiori networks televisivi. Si riprende quindi il cammino per la valorizzazione del prezioso frutto del Mar Piccolo di Taranto, allevato in aree sottoposte a strettissimi controlli da parte delle autorità preposte, che ogni settimana  definiscono qualità e salubrità, tanto che oggi i mitili collocati nel comprensorio, indicato come secondo seno del Mar Piccolo di Taranto, sono finalmente tornati ad essere classificati nella classe “A”. Il prodotto quindi  non  necessità più di  essere messo nelle vasche di stabulazione dopo la raccolta, le cozze possono ora  arrivare nelle case dei consumatori sempre freschissime, pulite, pronte da mettere in pentola. La cozza  proveniente dalle colture del Mar Piccolo di Taranto  è diventa un must nel panorama della ristorazione nazionale e per il mondo gastronomico e dei gourmet,  una materia prima di culto grazie al “Festival nazionale itinerante della cucina Italiana con la Cozza Tarantina”. Proprio grazie a questa eccellenza tarantina l’immagine della città è stata apprezzata  in tante regioni italiane ed europee come  Parigi, Monaco di Baviera e Malta, in cui si sono tenute delle edizioni del festival. Dopo il periodo che ha interessato l’intero Paese legato all’emergenza epidemiologica Covid 19, si riprende l’attività di promozione del prezioso frutto del mar piccolo di Taranto. Il prodotto ha il suo periodo di riproduzione durante l’inverno e il miglior periodo per assaporarne la prelibatezza sono i mesi successivi. Come nelle precedenti edizioni la manifestazione sarà seguita dalla stampa locale e nazionale,  parteciperanno giornalisti provenienti da diverse città italiane e verrà ripresa – come nelle altre edizioni –  dalle telecamere di Rai 2 , mandata poi in onda nella trasmissione “Eat Parade” con  Bruno Gambacorta. Proprio in questo momento di difficoltà Taranto ha bisogno di fare leva sulle sue qualità migliori e su  nuove energie che possano contribuire a diversificare quello che viene definito il “business network”, cioè il “tessuto produttivo” a cui si fa riferimento per indicare le relazioni immateriali tra un produttore e l’altro, relazioni economiche, sociali e culturali che fanno sì che le imprese in un determinato territorio non siano isolate, indicando invece infrastrutture produttive  tutti i mezzi tecnici, servizi e strumenti che rendono possibile la produzione. Occorre quindi migliorare la filiera commerciale dei prodotti del mare di Taranto, attivando una  politica di valorizzazione sul contesto italiano. Gli chefs partecipanti, tutti provenienti da prestigiose strutture ricettive, trasformeranno e arricchendo con nuove proposte creative il  mollusco bivalve  con abbinamenti insoliti e accattivanti che esaltano la materia prima tarantina, la vera protagonista dell’evento, conferendo nuove sensazioni al palato e scrivendo di volta in volta nuovi pezzi di storia della cucina italiana. I piatti saranno preparati al ristorante “La Tortuga” con maestria e fantasia creativa da sei splendidi artisti della cucina,  che parteciperanno alla gara tra chefs provenienti da diverse regioni e da diverse culture gastronomiche. Tutti gli sforzi fatti in questi anni dal Presidente cav. Lardiello, con passione e caparbietà, sono stati ben ripagati dal pubblico che riconosce al Festival una realtà consolidata. Harry di Prisco

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A Castellammare di Stabia la prima edizione del Gran Prix della Pasticceria

Dal 28 aprile al 1° maggio al porto turistico di Marina di Stabia Maestri Pasticcieri e allievi delle scuole alberghiere gareggeranno insieme alle casalinghe Il Gran premio si propone di valorizzare il dolce tipico artigianale delle tradizione artigianale del mezzogiorno Giovedì 28 aprile alle ore 16 presso il porto turistico di Marina di Stabia a Castellammare di Stabia sarà tagliato il nastro  della prima edizione del “Gran Prix della Pasticceria”. L’iniziativa, ideata da  Geremia Schiavo,intende promuovere oltre ai dolci tradizionali – dolci EAST Campania – Pasticcerie Campane – Pizza e Pasta, la Campania e le sue Eccellenze, dall’Agroalimentare alla Moda, dall’Arte all’Artigianato, dal Turismo alla Cultura, dal Giornalismo alla Ricerca. La manifestazione sarà un palcoscenico, con il mare come sfondo, per conoscere usi costumi e tradizioni del nostro straordinario ed esclusivo territorio in una vetrina che vuole essere  internazionale. Durante le quattro giornate oltre al Grand Prix, ci saranno i concorsi dei Maestri Pasticcieri e degli allievi delle scuole alberghiere, ma anche delle  casalinghe/i a cui è riservata la gara  “Dolce di Casa” mentre   i diportisti potranno cimentarsi nella competizione dal titolo “Dolce in Barca”. Tante le iniziative che faranno da corollario a questa prima edizione dell’evento stabiese,  stand con degustazioni, attrazioni, convegni, promozione dei prodotti tipici del territorio e giostre per i più piccini. La manifestazione è stata voluta da: ASC Materia, UPC (Unione Pasticcieri Campani), Seml, FIC-URCC (Federazione Italiana Cuochi – Unione Regionale Cuochi Campania), AMIRA (Associazione Maître Italiani Ristoranti & Alberghi), AIS (Associazione Italiana Sommelier), ADA (Associazione Direttori d’Albergo), CONPAIT (Confederazione Pasticcieri Italiani), UNICUS ed altre associazioni di categoria che non hanno voluto far mancare il loro supporto. La Regione Campania e la Camera di Commercio di Napoli hanno dato il loro  patrocinio morale, riconoscendo la validità dell’iniziativa volta alla conoscenza del territorio, come ha sottolineato nel suo saluto il presidente della Camera di Commercio di Napoli Ciro Fiola. Alla presentazione della kermesse, avvenuta nel Gran Caffè Gambrinus, storico caffè letterario della città partenopea dal 1860 di Sergio e Massimiliano Rosati,  è intervenuto Rosario Lopa, Portavoce Consulta Nazionale per l’Agricoltura e Turismo, il quale ha dichiarato: «Il  “Gran Prix della Pasticceria” nella sua prima edizione avrà il compito di proporre la valorizzazione del dolce tipico artigianale delle tradizione artigianale del mezzogiorno, con piatti della cucina tipica partenopea abbinata a bollicine dei nostri vigneti attraverso aspetti e metodiche di preparazione, innovativi, originali con alcune rivisitazioni delle ricette tradizionali,  valorizzare la pasticceria identitaria attraverso le produzioni di eccellenze del mezzogiorno, grazie anche alla capacità di trasformazione dei nostri maestri pasticcieri, possono rappresentare un volano di sviluppo economico, sociale e culturale del territorio del mezzogiorno e una corretta e giusta informazione, cosi da vincere la sfida alla crisi economica da covid-19 e dal conflitto ad est ». Tanti gli interventi coordinati da Enzo Calabrese, che ha presentato gli ospiti fra cui la madrina dell’evento Assunta Pacifico  più nota come “’A figlia d’o Marenaro” nome dell’omonimo storico locale nato nel 1943 gestito insieme al marito Nunzio Scicchitano e alle figlie Carmela e Maria. Fra gli intervenuti alla conferenza di presentazione : Giuseppe Bussetti, presidente dell’ADA Campania; Sergio Miccù, presidente Associazione Pizzaiuoli Napoletani; Antonio Vanacore, presidente Club Pasticcieri Italiani e Associazione Pasticcieri Napoletani (APN); Angelo Di Bona per l’Associazione Cuochi di Caserta; Antonio Cascone, presidente dell’Associazione Cuochi Stabiesi e Monti Lattari; Ciro Scarpato, pasticciere past president dell’APN e Giuseppe Gambi, tenore che sarà protagonista della serata di chiusura del Grand Prix. Harry di Prisco

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Vasinikò la pizza verace che guarda all’Europa

Vasinikò aprirà nei prossimi giorni un locale a Modena e subito dopo al Covent Garden di Londra La mission è portare al Nord Italia la pizza verace partenopea e la cucina di tradizione napoletana Da poco Vincenzo Salemme  ha concluso con grande successo le repliche della commedia “Napoletano? E famme ‘na pizza” dove un personaggio chiede ad un altro di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. Si ripete così lo stereotipo che vede il napoletano cantante e sempre allegro. Certo il più famoso prodotto che ha reso celebre Napoli nel mondo è proprio la pizza, che è entrata a far parte del patrimonio immateriale dell’UNESCO. Fra tanti marchi uno si distingue per fare da ambasciatore della napoletanità, è Vasinikò, il network di pizzerie nato nel 2013 e presente a Milano, Bergamo, Lodi, Bologna e Cremona. Nel 2022 ha inaugurato due nuove insegne e un radicale rebranding che segna un vero e proprio passaggio da food brand a lovemark, cioè un concetto di marketing che si basa su un nuovo modo di interpretare l’idea di brand, inteso come “fidelizzazione”. Entro la primavera di quest’anno, Vasinikò sbarcherà nella città di Modena e subito dopo inaugurerà il suo primo locale fuori Italia, al Covent Garden di Londra, la principale zona di Londra per teatri e intrattenimento. Vasinkò nasce nel 2013 con una mission precisa: portare al Nord Italia la pizza verace partenopea e la cucina di tradizione napoletana attraverso una rete di locali dal tipo mediterraneo e contemporaneo al tempo stesso, con una proposta classica e dal prezzo giusto. Le materie prime arrivano dalla Campania e sono tutti ingredienti selezionati con cura: i pomodori dell’agro nocerino sarnese, i latticini della Costiera, olio extravergine da olive di cultivar del territorio campano. Il basilico, il profumo principe ed irrinunciabile della cucina napoletana e mediterranea più in generale, emblema di freschezza, dà il nome al network: vasinicola, da cui Vasinikò, è il basilico in dialetto napoletano, un termine antico e ancora in uso all’ombra del Vesuvio che deriva dal greco vazilikon e che a sua volta si rifà alla parola vasilias cioè Re. Non a caso il piatto sempre in menù è la pizza Vasinikò fatta con pesto di basilico campano e stracciatella. Freschezza, gusto napoletano e innovazione contemporanea sono i valori del brand. Il basilico viene da sempre utilizzato dalla medicina popolare per contrastare disturbi gastrointestinali e come rimedio per favorire la digestione, la diuresi e per stimolare l’appetito. Il basilico sulla pizza deve essere messo all’inizio della cottura oppure in uscita dal forno, il posizionamento del basilico sulla pizza deve avvenire in maniera delicata e nessuna foglia deve coprire le altre. Le altre pizze speciali sono: o’ cappiell’ e Totò, la sbagliat, la scarurella e la pistacchiella. Ad accompagnare la costante espansione del marchio – che oggi impiega oltre 60 risorse – è la nuova immagine. L’agenzia napoletana Wstaff Dabliu, che ha firmato la nuova identità di marca tra stile scandinavo e pathos partenopeo, punta a costruire un rapporto di empatia, condivisione e gioco. L’obiettivo è creare un rapporto con la propria community di clienti spostando l’attenzione sul piano delle emozioni, per dare vita ad esperienze di consumo inedite, volte a stringere con il pubblico una  fidelizzazione e quindi una relazione speciale e duratura nel tempo. La nuova brand identity di Vasinikò si ispira allo svedese IKEA, benchmark di riferimento che per primo ha puntato a creare dei reali e profondi legami con i propri clienti. Il nuovo pay off, cioè il testo che caratterizza il logo del  marchio che sintetizza le caratteristiche salienti che costituiscono l’essenza stessa del brand e che il logo esprime in forma visiva è: “Accento Napoletano” per sottolineare la vera anima del marchio, espressione della napoletanità a tutto tondo. Lo stile comunicativo è incentrato sulla  cultura napoletana che è riconosciuta da tutti e che  spicca per arte, teatro, nel  suo dialetto e ovviamente per la pizza. Per maggiori informazioni: www.vasiniko.com Harry di Prisco

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Concluso il convegno ViteresZero per migliorare le produzioni di vino in Campania

“ViteresZero  rappresenta  una  innovazione  per le aziende vitivinicole la strada giusta basata su una  forte  sinergia  tra  imprese,  università  e   associazioni  di  categoria” Il convegno: “Come produrre vino senza chimica e spreco d’acqua” tenutosi sabato scorso presso la sala convegni del Mercato Coperto Campagna Amica  della Coldiretti Campania nel quartiere napoletano di Fuorigrotta è stato seguito con attenzione da numerosi operatori di settore che hanno potuto così conoscere il progetto “ViteresZero” per migliorare le produzioni di vino senza far uso dei prodotti chimici e razionalizzando l’acqua. Il progetto è stato realizzato grazie al partenariato de “Il Cortiglio”, azienda vitivinicola e olivicola irpina, l’Università degli Studi del Molise e il GAL Irpinia. Si è discusso sulla gestione dei vigneti a residuo zero e uso innovativo delle risorse idriche. Ad introdurre i lavori, Renato Rocco direttore de “La Buona Tavola Magazine” mentre il moderatore è stato Luciano Pignataro giornalista enogastronomico de “Il Mattino” e del “Lucianopignatarowineblog”, il quale ha coordinato gli interventi di relatori appartenenti alla realtà universitaria, politica e associativa dando vita a interessanti spunti di discussione e riflessione. «L’intento del progetto – ha chiarito Francesco M. Acampora, presidente Coldiretti Avellino, titolare de “Il Cortiglio” nonché capofila del progetto – è la gestione dei vigneti a residuo zero e l’utilizzo critico delle risorse idriche con l’obiettivo di mettere a punto un protocollo scientifico di gestione  che  nasce  dalle  esigenze  del  territorio. In  questo  modo,  la  produzione  migliorerà quantitativamente e qualitativamente». Per Antonio De Cristofaro, ordinario di Controllo biologico ed integrato e di Entomologia Agraria e  Forestale  dell’Università  degli  Studi  del  Molise  e  coinvolto  nel  progetto  in  qualità  di responsabile scientifico: «Lo scopo  ultimo  è  quello  di  ottenere  un  prodotto  di  alto  profilo qualitativo  dal  punto  di  vista organolettico e ancor più pregiato perché privo di residui di prodotti di sintesi». Filippo De Curtis, associato di Patologia Vegetale dell’Università degli Studi del Molise, si è concentrato sulla lotta ai patogeni sostenendo che: «Se qualche anno fa il target principale era il patogeno, in questa nuova fase della lotta biologica la buona e necessaria filosofia è disegnare una strategia di lotta che prenda in considerazione non solo i patogeni ma il miglioramento in generale della pianta (induzione di resistenza vs i patogeni e condizioni nutrizionali),  della  zona  radicale  (dare  più  importanza  al  microbiota  rizosferico),  nonché dell’interazione completa patogeno-pianta-ambiente». Il presidente del GAL Irpinia, Giovanni Maria,si è invece soffermato sull’importanza di   sostenere le aziende   biologiche   per   rendere   i   loro prodotti      di alta         qualità. Gennarino  Masiello, Coldiretti  Campania  e  Vicepresidente Nazionale  Coldiretti, ha così commentato:  «La  sperimentazione  fatta  presso  l’azienda  Il  Cortiglio  è  una  best practice per tutte le aziende nostre associate». Le conclusioni del convegno sono state affidate all’on. Nicola   Caputo,   Assessore all’Agricoltura  della  Regione  Campania:  «ViteresZero  rappresenta  una  innovazione  davvero importante per le aziende vitivinicole. È la strada giusta che dobbiamo percorrere, basata su una  forte  sinergia  tra  imprese,  università  e   associazioni  di  categoria,  per  garantire  il trasferimento  tecnologico  alle  altre  aziende  e  puntare  ad  un’agricoltura  campana  veramente innovativa». Dopo il convegno vi è stata una degustazione dei vini biologici de “Il Cortiglio” in abbinamento ai prodotti a Km0 di Campagna Amica. Harry di Prisco

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