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Zio Rocco presenta l’Amalfitano Nobile

Crema al Latte Nobile e limoni amalfitani “Brrrr” nel nuovo dolce « La nostra filosofia è anche spingerci oltre e perfezionare un grande successo», questo il segreto di Zio Rocco (al secolo il pastry chef Rocco Cannavino) che ogni mese presenta una novità, per il mese di novembre nei suoi Zio Rocco Lab Store lancia: “Amalfitano Nobile”, una brioche pandoro alla vaniglia con farcia di crema al Latte Nobile e limoni amalfitani, con un cuore di cinque grammi di marmellata amara “Brrr”. Il topping è formato da una spuma di meringa italiana, flambata ai fiori di camomilla essiccati e zeste di limone acerbo. Le zeste sono la parte più esterna della scorza degli agrumi, quella che le nostre mamme chiamava bucce d’arancia e bucce di limone, ma ormai va più di moda chiamarle zeste. Punto di forza è la composta amara, con l’86% di polpa e buccia di limoni amalfitani in purezza, il cui nome “Brrrr”, racchiude le sensazioni che rilascia quando arriva sulla lingua. Zio Rocco vuole bene ai suoi affezionati nipotini e li delizia con tante bontà, Rocco così presenta il nuovo nato: «nell’impasto ho utilizzato pochissimo zucchero, appena il 14%, mentre la parte gialla che trovate all’interno darà una vera e propria scossa elettrica alle papille gustative, perché sprigiona tutta l’asprezza e l’acidità del limone amalfitano». E dopo il battesimo, la brioche pandoro “Amalfitano Nobile” entra a far parte della famiglia dei piccoli lievitati di Zio Rocco e sarà disponibile per il mese di novembre presso lo Zio Rocco Lab Store di Napoli in Vico Polveriera 27; a dicembre lo si potrà gustare a Pomigliano D’Arco in Via Roma 161, mentre  per tutto il periodo su Uber Eats, dove ingredienti freschissimi si potranno assaporare a colazione direttamente a casa. Questa creazione si inserisce nella produzione di “Zio Rocco” che punta ad elevare il prodotto da colazione a vero e proprio elemento di pasticceria da poter assaggiare a tutte le ore del giorno e della notte. Rocco si è formato fornendo i bar di Napoli e provincia dei suoi deliziosi cornetti. E poi venuto il momento di decidere cosa fare da grande, Rocco ha aperto un laboratorio tutto suo con la lavorazione a vista grazie ad una vetrata che consente di osservare la produzione e la farcitura dei cornetti  appena sfornati. Harry di Prisco

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Caruso si è esibito a Milano

Presentato il nuovo forno della Italforni per la pizza napoletana La Italforni, azienda dal carattere moderno e dinamico che opera   in maniera altamente specializzata nel settore dei forni elettrici e a gas con un’esperienza quarantennale, in occasione di Host Milano svoltasi dal 22 al 26 ottobre, ha presentato “Caruso”, il primo forno elettrico pensato appositamente per la pizza napoletana  che offre le medesime performance del tradizionale forno a legna, con una temperatura massima di 530°C. Un progetto frutto di diversi anni di lavoro e messo a punto con la collaborazione di maestri pizzaioli, ingegneri e tecnici per realizzare un gioiello dalle caratteristiche tecnologiche d’ultima generazione. “Caruso”  presenta il piano di cottura in biscotto di Sorrento certificato, un piano di appoggio per la pizza in rete metallica, una tecnologia touch screen 65 K, una cella di levitazione a secco con regolazione di temperatura e una mensola ergonomica in Monolite Ipergres. La camera di cottura, inoltre, è rivestita in materiale refrattario con i laterali interni protetti da una lamiera in acciaio anti-rottura e, grazie all’Hyper P-Heating, è possibile una regolazione digitale della temperatura separata tra il piano di cottura e il cielo. “Caruso” si differenzia dagli altri forni della stessa tipologia per la sua resistenza, pur consumando circa 2 kilowatt in meno. A testare il nuovo forno presso lo stand del TuttoFood, i maestri pizzaioli di tutta Italia e non solo che si sono alternati in un ricco programma tra masterclass e showcooking. Il primo giorno ha visto la presenza di Vito De Vita, Direttore Associazione Scuola Napoletana Pizzaioli nonché consulente per la realizzazione del forno “Caruso” e di Angelo Caruso del gruppo PIE (Pizzeria Italiana Espressa). Al bancone, sabato, direttamente dagli USA, Pasquale Di Maio, Vicepresidente Associazione Pizzaioli nel Mondo e Marco Di Giovanni del Gruppo Assaje. Si sono alternati domenica:  Luciano Sorbillo, titolare della pizzeria Pizz a’ Street e consulente di vari format, Giovanni Senese della Pizzeria Senese di Sanremo e Giuseppe Ferranti “PeppOne” del gruppo Fratelli La Bufala. Tommaso D’Amoia, consulente istruttore, e Mario Stasio, titolare di Fratelli di Pizza a Pavia, entrambi del gruppo La Piccola Napoli, Agostino Landi della Pizzeria Del Corso di Capaccio-Paestum e Alfonso Saviello co-titolare della pizzeria Alchimia a Salerno, entrambi del team #Pizzaiolodentro, hanno testato “Caruso” lunedì mattina. Le presenze di Alberto Buonocore di FedeGroup e Patrick Ricci della pizzeria Patrick Ricci, 22° della classifica 50Top Pizza, hanno completato la giornata di lunedì. Durante l’ultima giornata, quella di martedì: Luca Tufano di PizzArt Battipaglia e Corrado Scaglione della Enosteria Lipen, 30° nella classifica 50TopPizza, hanno dato prova delle potenzialità di “Caruso”. Nello stand erano presenti anche altre tipologie di forni dei quali chef, esperti panificatori e lievitisti hanno mostrato le potenzialità:  il tecnologo dell’azienda e titolare della pizzeria La Canadese a Fondi, Maurizio Leone, ha evidenziato le caratteristiche del forno tunnel classico elettrico con nastro trasportatore realizzato in pietra refrattaria; lo chef Fabio Lopez e la lievitista Helga Liberto creatrice de “I lievitati di Helga”, hanno dimostrato in showcooking e masterclass, la cottura di panettoni e di altre tipologie di dolci da pasticceria e prodotti da forno, utilizzando Windy, il forno a colonna da 10 teglie in assetto da pasticceria; infine, Cristiano Garbarino di Percorsi di Pizza ha deliziato i presenti con le sue creazioni preparate nel forno Bull, un forno elettrico modulare. Andrea Ricci, Direttore Generale dell’azienda, ha dichiarato: «Host Milano è stata l’occasione per presentare la nuova creazione per pizza napoletana per la quale si è cercato di investire ulteriormente in nuovi materiali e per ottimizzare al meglio le temperature. “Caruso” è costruito con i migliori materiali e componenti che garantiscono un forno estremamente solido e resistente alle alte temperature, per raggiungere le massime prestazioni con il minimo consumo». Ha così concluso Ricci:  «L’ergonomia e la funzionalità si traducono in attenzione per i dettagli e ricerca di soluzioni innovative che migliorano il lavoro dei pizzaioli, rendendo questo forno unico nella semplicità d’utilizzo. Abbiamo lavorato soprattutto sulla robustezza e sulla tecnologia del prodotto, sia da un punto di vista tecnico che da quello del design». Harry di Prisco

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Un dolce è più dolce con la carta al cioccolato Favini

Con l’avvicinarsi delle festività tutto si fa più dolce… perfino la carta! Ecco la Crush Cacao prodotta con gli scarti delle bucce delle fave di cacao Come fare a far divenire un dolce ancora più buono, specialmente quelli della nostra tradizione partenopea che non hanno uguali ? Ci avviciniamo alle feste natalizie e i dolci saranno i protagonisti sulle nostre tavole, visto che l’eccellenza difficilmente si può migliorare, si può invece variare la confezione dei prodotti dolciari, ci ha pensato la Favini che è un gruppo internazionale tra le aziende di riferimento a livello mondiale nella realizzazione di specialità grafiche innovative a base di materie prime soprattutto naturali (cellulosa, alghe, cuoio, cotone e lana, frutta e noci) da utilizzare nelle carte per la stampa e il packaging dei prodotti realizzati dai più importanti gruppi internazionali del settore luxury e fashion. Nasce così  Crush Cacao, la carta ecologica ideata da Favini. Crush Cacao contiene il 15% di residui della lavorazione delle bucce delle fave di cacao, scartate durante la produzione del cioccolato. La carta non è commestibile ha comunque un profumo delizioso, gli operai addetti alla fabbricazione  raccontano che durante la produzione si sente un forte aroma di cacao, che però poi si perde nel tempo in quanto la parte utilizzata è meno aromatica del cacao poiché viene utilizzato uno scarto del cacao, ossia la pellicina che avvolge il materiale che poi è destinato a diventare cioccolato. La nuova carta si inserisce in un’offerta di altre carte prodotte con scarti agro-industriali: caffè, nocciole, mandorle, agrumi, uva, ciliegie, mais, olive, lavanda e kiwi. L’azienda Favini, che sperimenta l’economia circolare già dagli anni ’90, entra in simbiosi industriale con altre filiere e riqualifica scarti in materie prime per la produzione di carta di alto valore. Gli scarti si vedono molto distintamente sulla superficie, sulla superficie di Crush Cacao sono visibili anche le particelle di bucce di fava di cacao, che aggiungono una nota curiosa all’aspetto estetico. La carta si presta ad essere utilizzata per la stampa e la realizzazione di scatole. Per esempio delle tavolette di cioccolata imballate con un astuccio privo di colla. Quale miglior materiale ecologico per confezionare del cioccolato, se non una carta prodotta con ciò che avvolge naturalmente il cacao? Crush Cacao ha numerose credenziali ecologiche: oltre al riuso creativo di 15% di residui di lavorazione del cioccolato, ha il 40% di fibre riciclate post consumo, viene prodotta con energia da fonti rinnovabili e le emissioni di CO2 non evitabili vengono azzerate. Inoltre è biodegradabile, riciclabile e prodotta con un processo eco ideato da Favini. Crush Cacao è contraddistinta dal bollino PAPER FROM OUR ECHOSYSTEM, applicato dall’azienda alle proprie carte che rispondono a requisiti superiori in ambito di sostenibilità ambientale. Dunque da oggi dal cacao si produce non solo cioccolato ma anche carta, in questo tempo in cui la biodiversità svolge un ruolo fondamentale nella società di oggi l’utilizzo dei sotto-prodotti della lavorazione del cacao, visto l’uso mondiale di tale materia, assume un’importanza particolare e un impiego nobile: si chiama Crush Cacao. Harry di Prisco

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Helbiz Kitchen annuncia la partnership con il Gruppo Sanpellegrino

A Milano si stà affermando una nuova figura del Butler (il maggiordomo che porta il cibo nelle case dei clienti e ne spiega le caratteristiche e la qualità). Ci ha pensato la business unit di Helbiz (HLBZ), leader mondiale nella micro mobilità e primo nel suo settore ad essere quotato al Nasdaq, a fronte dell’ottimo riscontro da parte della clientela e del numero sempre più crescente di ordini giornalieri, la campagna di assunzioni su Milano non ha dato l’esito che ci si attendeva, molti giovani si sono presentati ai colloqui ma poi non hanno accettato l’attività anche se regolarmente contrattualizzata e adeguatamente remunerata. Vari i motivi del rifiuto, come quello di doversi impegnare per una giornata di lavoro costante, per tutti i giorni della settimana, ovviamente esclusi quelli di riposo. Per poter incontrare quindi un “maggiordomo” stile inglese nelle nostre case bisognerà attendere. Tuttavia Helbiz continuerà nel  percorso di assunzioni consapevole della sua volontà di continuare ad investire in Italia e di offrire una prospettiva lavorativa solida a tutti coloro che ne coglieranno l’opportunità. Helbiz è leader globale nei servizi di micro-mobilità e consegna di cibo, lanciata nel 2015 a New York, gestisce  una flotta di  monopattini, biciclette e motorini elettrici su una unica piattaforma che si avvale di un programma di intelligenza artificiale e una mappatura ambientale in 35 città in tutto il mondo e con 2,7 milioni di utenti registrati. Nei giorni scorsi la società ha annunciato la sua partnership con il Gruppo Sanpellegrino,  all’interno dell’app Helbiz, attiva ogni giorno per 12 ore,  sarà possibile acquistare acqua Panna e S. Pellegrino, le acque del fine dining internazionale, presenti  sulle migliori tavole di oltre 150 paesi in cinque continenti. Helbiz Kitchen si avvale dei migliori fornitori con l’obiettivo di offrire ai propri clienti prodotti di qualità. «Avere al nostro fianco un Gruppo di fama internazionale come Sanpellegrino, è per noi motivo di orgoglio. La qualità di quest’azienda non ha bisogno di presentazioni e riflette l’attenzione ai dettagli su cui si basa l’esperienza culinaria di Helbiz Kitchen», ha commentato Rossella Di Dio, CEO di Helbiz Kitchen. Gli ha fatto eco Giacomo Giacani, Marketing Manager del Gruppo Sanpellegrino: «Fra le varie iniziative che stanno concretamente contribuendo a dare nuovo impulso alla ripresa e alla trasformazione del settore della ristorazione c’è l’interessante progetto di Helbiz Kitchen, una realtà giovane e dinamica che abbiamo scelto di sostenere con entusiasmo, in coerenza con le iniziative messe in campo da Sanpellegrino per favorire la ripresa del mondo della ristorazione in tutte le sue espressioni». Con un unico ordine e un’unica consegna, i clienti potranno avere a domicilio tutte le 6 specialità gastronomiche di Helbiz Kitchen. In un momento delicato come quello attuale post pandemico, una giovane azienda in crescita e che sta investendo in Italia non può che farci piacere. Harry di Prisco

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Bionic Kitchen apre a Napoli un nuovo locale vegano il Bionic Burger

Un’alimentazione ricca di vegetali è indispensabile per un futuro sostenibile I Vegani  mangiano esclusivamente alimenti di origine vegetale, come frutta, anche in guscio, ortaggi, legumi e cereali. Per loro, ma non solo,  Ha aperto a Napoli un nuovo burger, su iniziativa di Bionic Kitchen, che si è specializzata nella preparazione di  cibo sano. I panini 100% plant based sono i protagonisti del nuovo trend alimentare, basato su tutela della biodiversità e riduzione dell’impatto ambientale. Napoli risponde a questa richiesta di mercato con Bionic Burger, che con i suoi panini vegani, colorati e sostenibili, si potrà trovare da lunedì 11 ottobre su Uber Eats. L’idea nasce dall’incontro di tre amici Raffaella Comune (biologa nutrizionista), Fabrizio Zambardino (Restaurant Manager) e Davide Baldissara (esperto di Comunicazione Digitale). Raffaella Comune così chiarisce i motivi della scelta: «Ci siamo accorti che a Napoli mancava totalmente una cucina che proponesse cibo sano e sostenibile. Così abbiamo deciso, durante la pandemia, di trasformare il nostro vecchio laboratorio in una Ghost Kitchen specializzata in questo tipo di prodotti, lanciando 3 brand che rispondessero a diverse esigenze». Bionic Burger è infatti il terzo format lanciato da “Bionic Kitchen”, dopo “Cambiovita”, healthy bistrot, e “Dietahhh!!!”, brand che consente di ordinare la propria dieta a domicilio direttamente su Uber Eats.  I motivi alla base della scelta vegana, spiega  Fabrizio Zambardino, ceo di Bionic Kitchen, sono: «Crediamo che un’alimentazione ricca di vegetali sia indispensabile per un futuro sostenibile. Secondo il WWF, in Europa, l’industria della carne è oggi una delle principali responsabili dell’emissione di gas serra nell’atmosfera, producendo il 14% delle emissioni globali, più dell’intero settore dei trasporti, considerando treni, macchine, aerei e camion. Cambiare le nostre scelte alimentari e adottare una dieta meno ricca (se non priva) di carne può avere un impatto davvero significativo. Mangiare 100% vegetale, cominciando anche solo una volta a settimana, può fare la differenza». Nel menù ci sono hamburger rigorosamente “Beyond Meat” con farciture che strizzano l’occhio agli Usa (il “The Yankee” è un cheesburger con formaggio vegano) e al Giappone (gli ingredienti del “Tokyo Vibes” sono soia, alga wakame, crema di patate viola e cavolo viola marinato). Completano l’offerta lo “Spicy Chick” (Cotoletta piccante, insalata, funghi, salsa al pomodoro in agrodolce); il “Moana” (Hamburger Beyond Meat, patate al forno, cipolla in agrodolce caramellata, pecorino al tartufo e buccia di limone) e il “Miami Vice” (Burger di lenticchie, guacamole e coleslaw). Per completare il pranzo si possono ordinare anche patatine al forno croccanti magari con fonduta di tartufo e una selezione di birre.  Harry di Prisco

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Una cena di gala per ragazzi speciali

Meglio dare che prendere ma talvolta può esserci più umiltà nel ricevere che nel donare Alla Locanda degli Amori e Sapori in Via Lucullo di Bacoli  si è tenuta sabato scorso una cena di gala per venire incontro alla valorizzazione di ragazzi diversi ma speciali. Le degustazioni sono state condotte dall’Executiv Chef Rosario Annunziata , noto maestro di cucina e dell’alimentazione senza glutine (Università Federico II di Napoli). La serata, riuscitissima, è stata caratterizzata da un percorso enogastronomico delle prelibatezze del nostro mare e della terra dei Campi Flegrei. E’ seguita la degustazione delle dolcezze della giovane lady chef pasticciera Mariagrazia Prignani, allieva dello chef Annunziata.  Il giornalista Renato Rocco, direttore de “La Buona Tavola Magazine” ha collaborato all’organizzazione dell’evento. Anche lo chef Alfonso Falanga ha dato il suo contributo alla stupenda serata che si è svolta all’insegna della solidarietà e della collaborazione. L’entusiasmo di Martina, Luisa, Mariarosaria e Mariapia è alle stelle, sono ragazze speciali che da oltre 15 anni si impegnano nella ristorazione che è per loro  motivo di autostima e crescita, professionale e personale.  I ragazzi hanno lavorato  a fianco dello chef Rosario Annunziata e della pasticciera Mariagrazia Prignani, oltre che per la realizzazione dei prelibati e squisiti piatti, anche al servizio in sala veramente impeccabile, riscuotendo il plauso degli ospiti in sala,  soddisfatti  delle numerose e ottime  portate servite. Non è il primo evento di questo tipo che ha la finalità di essere sempre vicini ad ogni realtà che si occupa di far del bene, talvolta basta poco per motivare chi   ha  bisogno solo di una parola di incoraggiamento. Un’emozione unica non è solo il dare ma anche ricevere. Sono ragazzi meticolosi nel portare a termine con serietà e impegno il loro lavoro e, soprattutto,  ti ricambiano con grande affetto e sorrisi che ti riempiono il cuore di gioia. Tanti i partecipanti che hanno voluto sostenere questo progetto di solidarietà e ci auguriamo aumentino sempre di più Harry di Prisco

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Praga: Il cuore pittoresco d’Europa

La Repubblica Ceca è il paradiso dei gourmet e ovviamente la birra non è tutto. La cucina locale forse è un poco pesante, ma come resistere, tanto per la dieta c’è sempre tempo. Si inizia con la zuppa del giorno, la più famosa è quella con i canederli. Le specialità più ricercate invece sono il lombo di manzo alla panna e la carne di maiale arrosto. La cucina ceca è stata influenzata dai vari popoli con cui è venuta in contatto nel corso dei secoli, i piatti più conosciuti sono il gulasch (spezzatino, meno piccante che in Ungheria), il filetto di manzo con canederli (svíčková)  o l’anatra arrosto con i crauti. La carne affumicata, spesso è servita come antipasto, il piatto di carne più diffuso è il  maiale arrosto (vepřové), con contorni di crauti e gnocchi di pane o patate. Un piatto molto particolare è il formaggio fritto. Le porzioni nei ristoranti sono sempre abbondanti  e i prezzi sono davvero molto bassi, una cena a base di carne e birra costerà alla fine quanto da noi una pizza. La cucina ceca  non è molto nota,  tranne ovviamente il prosciutto di Praga e la birra, quella di qualità migliore  è di  Pilsen. Si dice che la birra di Pilsen sia il vero tesoro del Paese, ma in ogni regione della Boemia e della Moravia si trovano birre eccellenti e dal gusto originale. Da chiarire inoltre che come in Russia non conoscono quella che noi chiamiamo “insalata russa”, così i praghesi per il loro prosciutto non danno un appellativo preciso, anche se ottimo. La cucina ceca nasconde in sé specialità come l’arrosto di maiale con canederli di diversi tipi e crauti, ma anche cialde di patate con spezie fritte nello strutto o canederli alla ricotta ripieni di frutta e cosparsi di burro fuso. Tra i piatti interessanti della cucina ceca ci sono anche piatti a base di verdure e legumi, carne di coniglio o selvaggina. Tra le specialità ceche figurano anche piatti senza carne, piatti dalla preparazione complessa, ma anche piatti che si possono facilmente replicare a casa per tutta la famiglia. Da non dimenticare le ottime salse e le zuppe. Si vanno diffondendo anche piatti vegetariani, vegan o per celiaci. Ottimi i piatti a base di  pesce fresco d’acqua dolce. E i dolci  tradizionali ? I dolci come i buchteln ripieni di powidl e le crostate, che i Cechi amano così tanto, i più diffusi sono le  palačinky, che sono delle crepes ripiene di marmellata o cioccolato ricoperte di gelato e panna montata. Oltre lo strudel di mele  tipico del Trentino Alto Adige e dell’Austria – anche se le sue origini sembrano risalgano ai turchi – sono da assaporare le torte eccellenti, come quella  al miele con noci (medovník); canederli alla frutta; i tubetti di Hořice, che sono cialde arrotolate ripiene di crema; il pan di zenzero dolce di Pardubice, la cui ricetta è addirittura secolare; le orecchie di Štramberk, dal sapore speziato. Quello che viene detto manicotto, venduto per la strada, invece non è un prodotto tipico. Da non dimenticare i liquori: l’Idromele, che si ottiene facendo fermentare il miele nell’acqua; lo Slivovitz, un’acquavite ricavata dalla fermentazione delle prugne; e il più tipico di tutti, la Becherovka,  un liquore con gradazione alcolica del 38,5 %,  prodotto con l’acqua termale di Karlovy Vary, risale al 1807. La ricetta segreta originale è un segreto di famiglia, preparata a base di erbe, è un  digestivo  ma ottimo anche per curare il mal di gola o il raffreddore. Come souvenir si possono acquistare le tradizionali cialde termali tipiche (lázeňské oplatky). La Repubblica Ceca  è una festa dei sensi, le narici e la gola sono inebriate con il profumo e il sapore di tante eccellenti specialità che, da sole, valgono un viaggio in questo piccolo ed accogliente Paese così ricco di tante bellezze. Harry di Prisco

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