Ricette

Ricette, Tradizioni

Torta del Donizetti

Torta del Donizetti è’ una ciambella morbida e gradevole, di color dorato con zucchero al velo in superficie, dedicata al grande musicista bergamasco. Si prepara come una normale ciambella, lavorando il burro con zucchero (circa l’85% del totale), a questo si aggiungono i tuorli piano piano, e si amalgama bene il tutto.Da un’altra parte si montano a neve gli albumi e vi si aggiunge un po’ di zucchero (il 15% del totale) senza alterare la consistenza degli albumi. Si unisce questo composto con quello precedente, delicatamente, senza variare la consistenza.A ciò che avremo ottenuto va aggiunta la fecola, la farina, i canditi ed il maraschino con la vaniglia. L’impasto è così pronto da essere infornato, e lo si pone nel caratteristico stampo da ciambella e lo si mette in forno a 180 °C per circa 40 min.Una volta cotta, la torta viene liberata dallo stampo e spolverata con zucchero al velo Ingredienti: • 160 g di burro• 60 g di zucchero• 4 tuorli + 2 albumi d’uovo• 25 g di farina• 60 g di fecola• 50 g di albicocche candite• 50 g di ananas canditi• alcune gocce di concentrato di maraschino• una bustina di vaniglia Preparazione:Montare il burro con 50 g di zucchero, aggiungere i tuorli e amalgamare bene il tutto.Montare a neve i due albumi e lo zucchero rimasti e incorporarli lentamente al composto precedente.Aggiungere man mano la farina, la fecola e quindi i canditi di albicocca e ananas a pezzettini, insieme agli aromi di maraschino e vaniglia.Imburrare uno stampo per ciambella e versarvi l’impasto, mettere in forno per circa 40 minuti a 180 °C. Sformare e far raffreddare, quindispolverizzare con zucchero a velo.

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Past’ e ‘llesse

Il termine pastellessa deriva da una specialità tipica della cucina povera: la past’ e ‘llesse (o past’ e ‘llessa),ovvero la pasta con le castagne lesse. A Macerata Campania, in occasione della festa antoniana, la tradizione vuole che si prepari tale ricetta, in cui il dolce della castagna insieme al piccante del peperoncino crea un gusto abbastanza gradevole. Questo piatto si accompagna bene al vino di uva fragola prodotto con vitigni autoctoni, quasi ormai inesistenti in territorio maceratese Ingredienti per 4 persone:– 200 g di castagne lesse. Origine: Roccamonfina (Caserta)– 300 g di pasta di tipo corto, come tubettoni o ditaloni (meglio integrali) – 100 g di pancetta- Aglio- Olio d’oliva extravergine– Peperoncino- Sale per una buona riuscita della ricetta si consiglia, un giorno prima della preparazione, di mettere le castagne lesse a bagno in acqua e bicarbonato di sodio. Ciò consente di pulire e ammorbidire in modo adeguato le castagne lesse.Preparazione:1. Preparate il soffritto con pancetta, aglio, olio e peperoncino: mentre tagliate la pancetta a dadini, fatesoffriggere aglio e peperoncino nell’olio d’oliva in una padella capiente; quindi aggiungete anche lapancetta. Fate soffriggere bene la pancetta fino a che non è bella colorita.2. Aggiungete le castagne lesse nella padella col soffritto, facendo insaporire il tutto a fuoco lento.3. Contemporaneamente mettete a cuocere la pasta, salandola al punto giusto; quindi scolate la pastaal dente, per poi saltarla in padella per qualche minuto con il soffritto e le castagne lesse.4. Servite a tavola il piatto fumante

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Carabaccia

La carabaccia è la zuppa di cipolle fiorentina.Il piatto è presente nei ricettari fin dal Rinascimento, citato per la prima volta da Cristoforo Messisburgo nel “Libro novo nel quale s’insegna a far d’ogni sorta di vivande”, dove si parla della carabazada. È l’antenata della parigina soupe d’oignons, fatta conoscere alla corte del re di Francia Enrico II d’Orléans da sua moglie Caterina de’ Medici (1519- 1589) e diventata piatto popolare in seguito alla rivoluzione francese. Rispetto al periodo rinascimentale, la ricetta ha naturalmente subito delle modifiche: allora i cibi tendevano ad avere un fondo dolce e speziato ed essa,  conteneva tra gli ingredienti zucchero, abbondante cannella, mandorle “ambrosine” e agresto.Il tempo ha portato delle modifiche nei gusti e questo fondo è sparito, lasciando pieno spazio alla morbidezza naturale delle cipolle stesse. Ingredienti per 6 persone:– gr. 600 di cipolle rosse toscane (meglio se rossa di Certaldo)– gr. 400 di patate– un mazzetto di prezzemolo fresco– sale e pepe– circa lt.1,5 di brodo vegetale– Olio extra vergine di oliva toscano q.b. Preparazione:Far cuocere, a fuoco moderato, le cipolle tagliate finemente in una pentola con l’olio di oliva ed un trito di prezzemolo dopo circa 15 minuti aggiungere le patate tagliate a pezzetti piccoli salare e pepare continuare la cottura fino a quando le patate saranno ammorbidite quindi aggiungere il brodo vegetale e far bollire per 30 minuti circa Servire con fette di pane grigliato rigorosamente toscano a discrezione condire con un filo di olio a crudo ed una macinatina di pepe A fare carabazada da magro per piatti dieciTogli cipolle emondale e falle ben cuocere in acqua. Poi cavale fuora di detta acqua colata bene, e ponile in una cazza ben stagnata e con libbre 2di buono olio falle bogliere, sempre rompendole e mescolandole.Poi abbi libbra una e mezza di mandorle ambrosine ben pelate e peste, e distemperale con agresto, sì che restino spessette. E gettale dentro a detta cazza con oncia mezza di cannella, e falle bogliere un pochetto sempre mescolando. Poi come è cotta e imbandita, gettale sopra zuccaro e cannellaCristoforo da Messisbugo – Banchetti composizioni di vivande e apparecchio generale

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Ciambotta Lucana

Un piatto antichissimo e di facile realizzazione è la ciambotta lucana, una tradizione contadina che utilizzava in cucina ciò che l’orto offriva: in questo caso patate, zucchine, peperoni e melanzane. La ciambotta è a base di verdura, ma può presentare altri ingredienti come carne o pesce. Le verdure scelte sono solitamente: patate, melanzane, pomodori, peperoni, peperoncino, cipolla, erbe aromatiche. Ingredienti (per 4 persone) Patate gr 250, Peperoni gr 250, Melanzane gr 250, Pomodori gr 250 Uno spicchio d’aglio, Peperoncino, Olio d’oliva. Sale PreparazioneLavare e affettare le melanzane, porle su un piatto, spolverizzarle di sale, sistemare il piatto inclinato e lasciarle così per circa un’ora, affinché perdano l’acqua amarognola; trascorso questo tempo lavarle e asciugarle.Pelare le patate e tagliarle a cubetti. Pelare i pomodori e, dopo aver tolto loro i semi, tagliuzzarli. Lavare i peperoni, asciugarli e tagliarli a listerelle. Porre sul fuoco la padella dei fritti con abbondante olio e quando sarà ben caldo friggervi le fette di melanzana. A parte friggere anche le patate e i peperoni, poi riunire tutte le verdure in un solo recipiente; aggiungere anche i pomodori e lo spicchio d’aglio, salare, mescolare e cuocere lentamente per un’ora. Servire, possibilmente con pane lucano.

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Mondeghili

Mondeghili e la sua rara forma al singolare, mondeghilo, sono una delle pochissime parole che oltre centocinquant’anni di dominazione spagnola hanno lasciato nel dialetto di Milano. Il Cherubini nell’opera Dizionario Milanese Italiano, Milano 1839, scrive riguardo ai mondeghili: “specie di polpette fatte con carne frusta, pane, uovo, e simili ingredienti”.In una Italia dove per tutti una preparazione prevalentemente tondeggiante a base di carne trita, carne sia fresca che di recupero di quanto avanzato a livello di arrosti e di bolliti, è la polpetta, a Milano la stessa parola contraddistingue un involtino di verza ripieno di carne, la Polpett de verz , chiamate comunemente polpette di verza o verzotti, anche se nei tempi più lontani il ripieno poteva essere avvolto in una fettina di carne piuttosto che in una rete di maiale.Così, quelle che per il Resto d’Italia è la polpetta, per i milanesi è il mondeghilo o, ben più spesso, i mondeghili perché non è uso gustare una singola polpetta.La parola mondeghilo/i arriva a noi dalla Spagna che a sua volta la mutuò dall’arabo, popolo che insegnò a quello spagnolo l’uso di confezionare una sfera di carne trista per poi friggerla.Tutto parte dal termine “al-bundukc” che i castigliani hanno fatto loro con “albondiga” ovvero sia polpetta ancora ai giorni nostri. Da lì noi milanesi avremmo mutuato l’albondeguito e l’albondeghito per arrivare nel tempo amondeghilo.Oggigiorno è facile che anche a Milano ci si confonda tra polpetta e mondeghilo, con tanti che credono che il mondeghilo sia una speciale versione di una polpetta. Non sono arrivate a noi ricette seicentesche. Questo perché è frequente la presenza tra gli ingredienti della patata che fino alla metà dell’Ottocento non è era una materia prima comune in città.Ricetta di recupero del manzo avanzato, prevede un impasto arricchito con salsiccia, salame crudo o mortadella, possibilmente di fegato, del maiale insomma per dare più sapore.Quindi pane bagnato nel latte, meglio ancora se mollica, uovo (magari con gli albumi montati a neve), grana padano, aglio o cipolla, noce moscata.I mondeghili vanno infine fritti nel burro rosso, lo stesso che dovrà essere usato per schiumarli una volta disposti nel piatto di portata come un tempo si era soliti fare anche con la Cotoletta. L’uso del burro chiarificato è una modernità come quella di cuocerli in un sugo di pomodoro.Proprio perchè si tratta di ricetta di recupero Angelo Dubini autore de La cucina per gli stomachi deboli nel 1842 scriveva: “Mai mangià i mondeghilj a l’osteria” Ingredienti: • 400 g carne di manzo o avanzi di lesso o brasato• 100 g di salsiccia sbriciolata• 100 g mortadella di fegato• 2 uova intere• 1 cucchiaio di mollica di un panino raffermo bagnata nel latte• Grana Padano DOP grattugiato• prezzemolo tritato• 1 spicchio d’aglio• sale, pepe, noce moscata• pane grattugiato• burro Descrizione:In una terrina, mettere la carne passata nel tritacarne, la salsiccia e la mortadella tritate e la mollica di pane ben strizzata e sbriciolata.Mescolare e aggiungere le uova intere, il prezzemolo, lo spicchio d’aglio tritato, il Grana Padano grattugiato, un po’ di sale e pepe e la noce moscata. Amalgamare bene l’impasto con un cucchiaio di legno e formare delle polpette, leggermente schiacciate, passarle nel pane grattugiato, friggerle nel burro dorandole da ambo le parti. Servire i mondeghili caldissimi

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Manzo all’olio

Pare che le origini di questo piatto siano a Rovato, in Franciacorta, e risalgano al Cinquecento. Descrizione:Pulire la carne e legarla con lo spago. In una pentola capiente preparare un soffritto con il burro, le acciughe, l’aglio e la cipolla tritata finemente;adagiarvi poi la carne, salare e coprirla con l’acqua. Cuocere a fuoco medio per 2 ore circa. Aggiungere l’olio, il pane a pioggia (o la maizena diluita in poca acqua). Cuocere ancora per 20 minuti muovendo la carne con frequenza per non farla attaccare. Togliere la carne dal sugo di cottura ed aggiustarne eventualmente la densità. Servire il manzo a fette di 4-5 cm di spessore ricoperto dal sugo di cottura accompagnando con polenta o crostone di pane Ingredienti: 1 cappello di prete di manzo del peso di 1 kg2 spicchi d’aglio2 acciughe salate1 cipolla piccola dorata del Vogherese1 dl di Olio Extravergine di Oliva Laghi Lombardi DOP25 g di maizena o pane secco grattugiato finemente25 g di burrosale

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Risotto col “puntel”

Un risotto, una variante del riso alla pilota,  preparato nei periodi invernali, quando nelle cascine si uccide il maiale,che ripropone sempre un giorno di festa. Viene presentato guarnito di costine o braciole cotte ai ferri che vengono gustate insieme al riso. Ingredienti per 4 persone 20 costine di maiale polpose• 400 g di riso Vialone Nano• 400 g di pesto di maiale• 400 g di acqua• 100 g di burro• 100 g di Grana Padano DOP grattugiato• 300 dl di birra• aglio• alloro• pepe Descrizione: Mettere a marinare in una teglia da forno le costine con gli aromi per 12 ore. Successivamente aggiungere il sale e la birra, quindi metterle in forno per 90 minuti a 150 °C coperte con un foglio di alluminio. Togliere l’alluminio e rosolare per 15 minuti a 180 °C. Al termine tenere al caldo.In una pentola di alluminio far bollire l’acqua con poco sale grosso, quindi aggiungere il riso e tenere a fuoco alto per 3 minuti. Spegnere il fuoco, coprire la pentola con un canovaccio e il coperchio e metterla sopra un frangi-fiamma su fuoco molto basso per 20 minuti. A parte cuocere la salsiccia con poco burro e sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco. A cottura ultimata unire la salsiccia al riso e mescolare col formaggio grattugiato. Servire su piatto con le costine tagliate

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Bussolano

Il bussolano (detto anche bussolà o bisulàn) è un tipico dolce popolare della tradizione mantovana.Si presenta di consistenza molto dura, data la mancanza di lievito, e viene inzuppato direttamente nel vino lambruscoSi tratta di un’elaborazione povera e tuttavia gustosa che accompagnava – o meglio chiudeva – il pranzo, un poco diverso, della domenica o della festa; esso veniva presentato in diverse forme e con il dorso brillantato con zucchero, albume o confetture. Le origini di questo dolce si fanno spesso risalire alla metà del XVII secolo ma in verità sono molto più antiche.Ingredienti Farina bianca 250 gZucchero 70 gBurro 70 gUova 1Lievito per dolci 1/2 bustinaPassito dei Colli 2 cucchiaiScorza di limone grattugiataVanillinaDescrizione;Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto sodo. Imburrare e infarinare una teglia e disporvi l’impasto dandogli una forma a ciambella. Pennellare la superficie con un po’ di latte e spargervi sopra dello zucchero in granella. Cuocere a 170° per 30 minuti. Ottimo per le colazioni.

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Pisarei e faśö

Probabilmente la specialità più rinomata tra i piatti tipici piacentini.Un piatto povero ma gustosissimo, che si tramanda da nonna a nonna, legato alla tradizione piu rurale di questa terra  costituito da gnocchetti di farina e pangrattato conditi con fagioli, lardo cipolla e pomodoro.La farina, allora,  veniva tagliata appunto con pane raffermo per risparmiare la materia prima, e venivano utilizzati i materiali derivati dalla macellazione del maiale “cotiche, salsiccia lardo”  Molte le spiegazioni sulla parola Pisarei, le più attendibili sono due; la prima deriverebbe dalla storpiatura della parola piacentina Bissa, cioè biscia-serpente come la forma delle striscie di pasta prima di essere tagliate. L’altra che deriverebbe dalla parola spagnola Pisar, cioè pestare-schiacciare; infatti i gnocchetti vanno schiacciati leggermente con le dita per dar loro la tradizionale forma. Ingredienti per 6 Persone.per l’impasto: 500gr. di farina, 150gr. di pane secco grattugiato, acqua.Per il sugo: 400gr. di fagioli secchi, “occorre ammollarli in acqua per circa un giorno” una cipolla, una carota e un pezzo di sedano tritati, 250gr. di salsa di pomodoro, una salsiccia lucanica (la luganga), un cucchiaio di lardo pesto  olio d’oliva, formaggio grana.Descrizione:Versare il pane in una terrina e scottarlo con un pò di acqua calda, amalgamarlo con la farina fino ad ottenere un ‘impasto abbastanza morbido. Staccare da esso delle porzioni grosse come un limone e con le mani formare delle strisce a forma di serpentello, tagliare dei tocchetti non troppo grossi spolverarli di farina e schiacciarli ad uno a uno con il pollice fino a che si ottiene la forma di un gnocchetto. In un tegame fare soffriggere nell’olio e nel lardo le verdurine tritate, la salsiccia spezzettata e poi versarvi i fagioli scolati e cuocere il tutto a fuoco lento per almeno un ora. Aggiungere poi la salsa di pomodoro e continuare la cottura fino a che la salsa si sia ristretta, se il sugo asciuga troppo aggiungere acqua calda salata. Fare cuocere i pisarei in acqua bollente, quando questi vengono a galla scolarli facendo attenzione che questi rimangono bei umidi  e condirli abbondantemente in una zuppiera con il sugo ottenuto. spunti tratti da piacenzantica.it Pubblicato in: Emilia-Romagna

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