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Golocious presenta a Portici la “Pizza in teglia”

Vincenzo Falcone e Gian Andrea Squadrilli imprenditori di successo e food influencer fra i più seguiti d’Italia In uno dei più bei luoghi di Portici, nel suggestivo porticciolo del Granatello, arriva la “Pizza in teglia” proposta da Golocious. A due passi dal mare,  non c’è cosa più bella che assaporare qualcosa di buono. Nel suo ricco menù, che segue rigorosamente la stagionalità dei prodotti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tra i must: la Queen of Pistacchio (Mortadella Igp bolognese, pesto di pistacchio, provola dei Monti Lattari, dadini di patate al forno), la Crispy (stick di patate dolci americane fritte, salsiccia di suino, provola dei Monti Lattari e salsa crispy), e la Rotolo (crocchè panato al panko, crema di noci, provola dei Monti Lattari, bacon croccante e dadini di patate al forno). E poi non potevano mancare tutte le classiche come: Margherita, Marinara, Cosacca e quelle che strizzano l’occhio a Nerano e Amatriciana. Il trancio è crunch grazie all’impasto di 48 ore di lievitazione con utilizzo della biga per un blend di farine tipo 0 (30%) e tipo 1 (70%). Completano l’offerta le fritture come il crocchettone panko, i paccheri ripieni di ricotta e le frittatine al ragù e al pistacchio. Continua così l’espansione del brand ideato dagli imprenditori e food influencer Vincenzo Falcone e Gian Andrea Squadrilli, che ha l’obiettivo di far godere occhi e palato senza appesantire lo stomaco. Si tratta del nono locale della catena, grazie anche ai format “Burger&Wine” e “Pizza & Cucina”, che ha già conquistato i palati di mezza Italia ed è presente a Napoli, Sorrento, Roma, Milano, Padova e Verona. H di P

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“Al SolitoPorzio di Errico” apre a Roma in via Tuscolana

Il maestro pizzaiolo napoletano  Errico Porzio in trasferta a Roma Il motto #SaddaSapèFà ovvero abbinare il rispetto per la tradizione con la continua ricerca dell’innovazione «Una bella sfida in un periodo dove si contano più chiusure che aperture, ma noi siamo fiduciosi. La pizza napoletana è troppo buona e a breve ci sarà  una grande rinascita», ha dichiarato Errico Porzio, il noto pizzaiolonapoletano, che apre a Roma nella zona dell’Arco di Travertino,  in via Tuscolana 638  e, per l’occasione, assume altre venti persone. L’inaugurazione del locale si terrà martedì  8 giugno e farà  parte del filone “Al SolitoPorzio di Errico”  con due forni ( a legna of course), belli anche da vedere, e uno dedicato esclusivamente per la produzione dei prodotti senza glutine:  100 posti interni, 100 nella terrazza e 80 all’esterno.  Errico Porzio  è uno dei migliori pizzaioli  di Napoli e non solo,  con alle spalle  una lunga carriera anche se  giovane,  discendente dai pizzaioli  Pellone,  suo zio era Mario Pellone che già cinquanta anni fa  faceva la differenza tra le pizzerie partenopee. Esuberante, creativo e  dinamico è diventato una star del web e in rappresentanza di tutta la categoria dei ristoratori e dell’ospitalità italiana,  ha ritirato  nel 2020  il “Premio Follia Creativa” che ogni anno il Team 5-Hats (società nata per dare sostegno e fornire strumenti e strategie di business alle imprese del Food & Beverage) assegna a produttori, professionisti, ristoratori e albergatori che si distinguono nel settore Horeca per proposta, innovazione o sentimento imprenditoriale. A partire dalla  storica pizzeria  di Soccavo,  Porzio ne ha aperte tante  a Napoli: al Vomero,  Aversa e poi a  Salerno.  Errico Porzio,  nonostante tutti i suoi impegni imprenditoriali, è anche istruttore presso la scuola di Pozzuoli, con attestati e qualifica riconosciuti dalla Regione Campania in Italia e all’Estero,  è qui che ama divulgare il suo sapere su impasti e farciture, è qui che forma tanti giovani e poi, ove possibile, li assume. Porzio, ha intrapreso la sua carriera oltre 20 anni fa e ha aperto la sua prima pizzeria diventando poi un imprenditore di successo. Gli aspiranti pizzaioli che vogliono lavorare nel settore dell’arte bianca o  aprire dopo la necessaria esperienza una loro attività, trovano nel maestro una valida guida per indirizzarli nel loro futuro: quello che necessita è una grande passione e la voglia di migliorare. Harry  di Prisco

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Un pan di zucchero per San Gennaro

Si aprono le candidature per partecipare al concorso più dolce dell’anno San Gennaro è il Santo più famoso e conosciuto al mondo, conta infatti venticinque milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo. Il Tesoro custodito nel museo a Lui dedicato è fra i più importanti al mondo, con preziosi di inestimabile valore a seguito di donazioni fatte da regnanti ma anche da parte del popolo nel corso di settecento anni di storia. Al nostro Santo Patrono è stato dedicato un concorso: “San Gennà…Un dolce per San Gennaro”, quarta edizione del contest dove le creatività degli artigiani dell’arte bianca saranno messe alla prova, invitati alla realizzazione di un dolce dedicato a San Gennaro, venerato dall’Italia e all’estero. Il concorso è riservato ai pasticceri che vogliano cimentarsi nella creazione di un dolce dedicato al Santo più amato dai napoletani, e non solo. Nell’anno in cui procede speditamente il riconoscimento, da parte dell’Unesco, del culto e della devozione popolare per San Gennaro come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, Il concorso, fortemente voluto da Mulino Caputo, è riservato agli artigiani che abbiano almeno cinque anni di esperienza in pasticceria e richiede la creazione di un dolce monoporzione. Il regolamento fa riferimento a un dolce “da viaggio” da realizzare utilizzando una delle farine Mulino Caputo, il Mulino di Napoli; un ingrediente scelto tra le referenze Agrimontana, azienda italiana riconosciuta in Italia e nel mondo per la qualità dei suoi canditi e dei marrons glacés; un ingrediente di colore rosso (in riferimento al miracolo del sangue del Santo) e/o un ingrediente di colore giallo (in riferimento al più noto epiteto del Santo, “Faccia ‘ngialluta”). Per inviare la propria candidatura, corredata dalla ricetta e dalle foto del dolce, ci sarà tempo fino al 31 luglio inoltrando all’indirizzo email info@dfcomunicazione.it. La premiazione del vincitore è fissata per il 6 settembre a Napoli, presso il Roof Garden Terrazza Angiò del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo. “San Gennà…Un dolce per San Gennaro” sta diventando un appuntamento sempre più importante:  «A noi di Mulino Caputo – ha dichiarato Antimo Caputo Amministratore delegato della Mulino Caputo –  piace l’idea di stimolare la creatività dei maestri pasticceri, affinché realizzino un dolce che possa diventare un ulteriore elemento caratterizzante di Napoli, della Campania e, al di fuori dei nostri confini, dell’Italia tutta. Certi dell’importanza di “fare squadra”, riteniamo che mettendo a sistema tutte le nostre migliori competenze, saremo in grado di dare vita a un percorso virtuoso, capace di promuovere materie prime e prodotti artigianali ma anche storia, cultura e tradizioni della nostra terra». Il contest “San Gennà…un dolce per San Gennaro” ha ottenuto il patrocinio morale della più autorevole accademia nazionale di categoria, l’AMPI (Accademia Maestri Pasticceri Italiani). La giuria che valuterà le proposte sarà formata da  Maestri pasticceri di altissimo profilo: Luigi Biasetto, Relais Dessert e già Miglior Pasticcere del Mondo; Salvatore De Riso, presidente dell’AMPI e Antimo Caputo, Ad del Mulino Caputo. Al vincitore andrà un premio di mille euro e una fornitura di 1000 kg di farine Mulino Caputo. Il regolamento del concorso è visionabile sulla pagina Facebook di Mulino Caputo e sulla quella della Dieffe Comunicazione. Harry di Prisco

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Il formaggio PIAVE DOP espressione del territorio

Dopo il vino senza alcool avremo anche il formaggio senza latte ? E’ di questi giorni la notizia che l’Unione Europea vorrebbe annacquare il vino cosa questa che rappresenta un pesante attacco ai prodotti simboli del Made in Italy, se passasse questa impostazione si potrebbe anche aprire la strada a frodi e contraffazioni oltre che a mettere a rischio i nostri prodotti di qualità del settore agroalimentare. I prodotti che maggiormente caratterizzano il nostro Paese sono i formaggi tradizionali che hanno forti legami con il loro territorio di origine e testimoniano la storia e la cultura della comunità che li produce, con caratteristiche organolettiche uniche legate a diversi fattori di biodiversità: l’ambiente, il clima, il pascolo naturale, la razza degli animali, l’uso del latte crudo e la sua microflora naturale, la tecnologia casearia e le condizioni naturali di maturazione e invecchiamento. Il formaggio Piave DOP è espressione del territorio dove viene prodotto e porta con sé, negli oltre 30 paesi dove viene esportato, un ricco patrimonio ambientale, alimentare e culturale. La produzione del formaggio è stata tramandata di generazione in generazione nel bellunese e le sue origini risalgono alla fine del 1800 con la fondazione delle prime latterie turnarie montane d’Italia, usanza antica di mettere assieme il latte di più famiglie. Il Consorzio per la Tutela Formaggio Piave DOP (www.formaggiopiave.it) , che ha sede a Busche di Cesiomaggiore (BL), nasce nel 2010 per tutelare la DOP da abusi e contraffazioni, nonché salvaguardare la tipicità e le caratteristiche peculiari del formaggio e di promuovere la sua conoscenza. La provincia di Belluno, zona di origine di tale prodotto eccellente, rientra nel territorio delle Dolomiti italiane, patrimonio dell’UNESCO. Una montagna dura e difficile dove l’agricoltura, da tempi lontani, ha espresso una naturale vocazione    all’allevamento del bestiame da latte, date le difficoltà nel praticare le colture intensive tipiche della pianura. Un clima rigido con abbondanti precipitazioni nevose caratterizzano il territorio durante il periodo invernale, mentre le estati sono brevi e fresche, il Bellunese rappresenta, anche per il carattere della gente, il tipico ambiente alpino, orgoglioso delle proprie tradizioni tramandate nel tempo attraverso l’esperienza e la narrazione orale. È nei boschi, nei prati e nei pascoli della montagna bellunese che inizia il percorso per la produzione del formaggio Piave DOP. Spesso i prati sono frutto di interventi attuati dagli stessi allevatori per riportarli alla naturale ricchezza che l’andamento climatico riduce. Nei prati e nei pascoli si produce il particolare fieno, per l’alpeggio estivo. Infatti solo da un ambiente integro e curato nascono progetti che hanno futuro e che pensano alle nuove generazioni. Dal punto di vista alimentare il formaggio Piave rappresenta un eccellente candidato della Dieta Mediterranea, modello nutrizionale riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità ed indicato dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) come tra i più sostenibile del pianeta. Il formaggio Piave DOP viene prodotto secondo le antiche regole dell’arte casearia, oggi raccolte in un “Disciplinare di produzione”, utilizzando esclusivamente il latte vaccino prodotto in allevamenti della provincia di Belluno, la parte più settentrionale del Veneto, incuneata tra il Trentino Alto Adige a Nord Ovest e Friuli ad Est. Grazie alla lavorazione e alla qualità delle materie prime utilizzate il formaggio Piave DOP ha ottenuto nel 2010 la Denominazione d’Origine Protetta, massimo riconoscimento della Comunità Europea per un prodotto alimentare di qualità. Il futuro dei ristoranti e del ruolo degli chef, ma anche del cibo come cardine per la salute delle persone e dell’ambiente, il futuro della filiera alimentare, dell’agricoltura, della produzione, il gusto delle Dolomiti, la qualità sostenibile del Piave DOP è stato al centro di un dibattito con Chiara Brandalise, direttrice del Consorzio per la Tutela del Formaggio Piave DOP, «È per noi una prestigiosa occasione per raccontare le origini del nostro prodotto, le sue caratteristiche, la qualità che contraddistingue la nostra DOP in tutta la sua filiera e l’attenzione che riserviamo all’ambiente e all’eco sostenibilità» racconta Chiara Brandalise. La pandemia colpisce anche le degustazioni in loco, pertanto la prima edizione della  “Piave DOP Home Experience”, di Formaggio Piave DOP si è tenuta interamente in modalità digitale, a cura di “Nice To Eat-Eu”, il progetto che promuove e divulga contenuti e caratteristiche del Formaggio Piave DOP in Italia e oltreconfine. Il  progetto ha previsto anche un ricettario studiato  dai migliori chef di Vienna scaricabile dal sito ufficiale  www.nicetoeat.eu/ricette, oppure utilizzando l’apposita applicazione di realtà aumentata  “Piave DOP & Nice to Eat EU  AR”, nella sezione ricette. In 3D sarà possibile scoprire tutto sul formaggio, da come viene prodotto, i territori in cui vivono e pascolano le pregiate razze di mucche, dando ottimi suggerimenti  per la creazione di nuovi piatti adatti sia agli “chef più esperti” che ai “piccoli chef” amanti del formaggio  che vogliono avvicinarsi alla buona cucina.  Harry di Prisco

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La Bretagna e le specialità gourmandes bretoni

La gastronomia della Bretagna alla ricerca dei sapori dimenticati La Bretagna è un perfetto equilibrio fra il mare e le terre e le isole bretoni,  offre paesaggi sorprendenti, dal clima molto vario. L’aria, ricca di iodo, è tonificante e vivificante, spiagge, scogliere, distese di verde e città medievali. In questi luoghi si sono scritte importanti pagine di storia che hanno contribuito a formare la sua identità, la sua natura autentica e la sua cultura. Navigare, cavalcare, immergersi nel verde per poi vibrate al ritmo di una festa bretone o di un festival. Entrare in un pub bretone  consente una pausa di convivialità, ma soprattutto, consente di assaporare il benessere e il relax. La Bretagna, regione di tradizioni e di folklore, conserva gelosamente le sue tradizioni del gusto, per conoscerla occorre cominciare dalla gastronomia, che ha come punto di forza le crêpes (da gustare quelle al caramello e burro salato) e le gallette nonché le ostriche dal gusto iodato, ma come non provare una ciotola di sidro frizzante, il chouchen (antica bevanda celtica a base di idromele), una fragola di Plougastel matura al punto giusto, le ricette di tendenza con il grano saraceno degli chef famosi come Bertrand Larcher allo Street food, concludendo il pasto con un whisky di grano saraceno… questi sono i sapori della Bretagna! La cucina bretone ha una vasta gamma di sapori della terra e del mare, con i suoi prodotti locali e di stagione. Tanti gli itinerari di scoperta dei molti volti della regione, fra mare e interno, e per alloggiare, proposte per tutti i gusti, dal faro dell’Isola Vergine al un maniero, a una casa sull’acqua o una roulotte appollaiata su un menhir. Prima di tornare a casa con la nostalgia e la promessa di ritornare in Bretagna quanto prima, un souvenir potrà essere una maglietta a righe dei marinai e una borsa fatta con vele riciclate. Lasciatevi contagiare dallo spirito della Bretagna, vivere al modo francese è anche prendere il tempo di vivere al ritmo della natura e del sole per scoprire tutte le ricchezze che la Bretagna ha da offrire. Per saperne di più: www.bretagna-vacanze.com – www.france.fr Harry di Prisco

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Presentato il patto di Sostenibilità dei Monti Lattari

Fautore il Presidente della Pro Loco di Vico Equense Donato Aiello e i rappresentanti degli  enti territoriali Il nome Monti Lattari, indicando le alture che si estendono a ridosso dei golfi di Napoli e Salerno la cui cima arriva a  1444 metri, ha origini antiche. Sembra che nell’antichità indicasse solo una parte della dorsale dove erano i pascoli di media altura (“altitudo collis mediocris”) e che solo in tempi moderni il nome sia stato esteso ad abbracciare tutta la dorsale. Troviamo traccia di tale termine nel brano latino del secondo secolo d.C. con il quale il medico Galeno elogiò il latte prodotto sulle alture presso Stabia. Oggi i Monti Lattari sono una realtà economica notevole che merita tutela, il  dieci maggio scorso è stato firmato il “Patto di Sostenibilità dei Monti Lattari” fra il Presidente della Pro Loco di Vico Equense, Donato Aiello, e i rappresentanti degli altri enti – locali e nazionali – che hanno contribuito ai lavori del Progetto ANSENUM (acronimo di “Antichi Semi Nuovi Mercati“). Condividendo gli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e consapevoli della necessità di una loro traduzione locale, coloro che hanno ratificato il Patto per la Sostenibilità dei Monti Lattari si fanno custodi della tutela, della cura e della valorizzazione della biodiversità locale, dell’ambiente, del territorio, del suolo, delle tradizioni, e delle persone. Attraverso tale accordo, che prevede un rinnovo con verifica annuale  (in quanto, dopo tale arco temporale, sarà integrato e rinnovato), gli enti firmatari si impegnano:  per un aumento della consapevolezza nella società circa l’importanza dell’utilizzo degli ecotipi locali dei Monti Lattari, per il recupero e la valorizzazione delle produzioni tipiche esaltandone le peculiarità della “qualità”, “tipicità” e “sostenibilità”  per tutelare il patrimonio naturale, storico e culturale dei Monti Lattari attraverso la valorizzazione degli ecotipi locali. In sintesi la mission del patto consiste nel tutelare il territorio attraverso la conservazione e la valorizzazione dei suoi biotipi autoctoni in quanto il recupero della biodiversità in agricoltura è da tempo al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica comunitaria, ed è il reagente per lo sviluppo sostenibile della produzione agricola delle aree rurali e per le opportunità di diversificazione commerciale dell’offerta di prodotti agricoli. Ritenendo che per realizzare questi cambiamenti siano necessarie politiche pubbliche adeguate, il documento è stato consegnato dal Presidente della Pro Loco di Vico Equense al Referente PSR Regione Campania, Giorgio D’Agostino. I firmatari del Patto  esortano la Regione Campania a prevedere un disciplinare che consenta la vinificazione dell’uva del Sabato, che è uno dei prodotti del “paniere ANSENUM”, il cui progetto è stato finanziato con i fondi psr Regione Campania 2014-2020 (tipologia d’intervento 16.5.1 “Azioni congiunte per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento ad essi e per pratiche ambientali in corso”).  Il Patto è il risultato di tale progetto, il documento è stato  concepito per ampliare gli obiettivi, sia numericamente che temporalmente, di ANSENUM, che da due anni lavora al recupero di vecchi ecotipi, ovvero il pomodoro “Corbarino”, i derivati del latte vaccino e l’uva “di Sabato”.  Nello specifico i firmatari del patto, oltre a  Donato Aiello, sono: il Presidente dell’Ente Parco dei Monti lattari, Tristano Dello Ioio; il delegato del Direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II, Francesco Caracciolo; la delegata del dirigente scolastico dell’Istituto Professionale Alberghiero “De Gennaro”, Maria Imperato; la dirigente scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Marco Pollione Vitruvio”, Angela Cioffi; lo chef Sabato Rispoli in rappresentanza dell’Associazione Cuochi Penisola Sorrentina; il direttore della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) di Napoli, Fabio Marozzi; il segretario provinciale della Coldiretti, Costantino Puddu; il presidente provinciale di Confagricoltura, Fabrizio Marzano; il presidente nazionale di Federconsumatori, Emilio Viafora; il delegato del presidente regionale Slow Food, Mario Persico; il Presidente dell’Associazione “For After Life II”, Rosario Angellotti. Harry  di  Prisco

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Torna “Cenando sotto un Cielo Diverso” per un aiuto ai meno abbienti

26, 28 e 30  aprile tre stelle della gastronomia cucineranno per i clienti delle mense parrocchiali E necessario che noi tutti aumentiamo i gesti di solidarietà per consentire ai meno fortunati di resistere a questa crisi economica  per  preparare le basi per un nuovo inizio. Questo particolare momento che stiamo vivendo, oltre a limitare le libertà personali, sta purtroppo provocando un impoverimento della popolazione in particolare di coloro che già vivevano in situazioni di indigenza continuano ad essere in difficoltà, e a loro si sono aggiunti i nuovi poveri, ovvero coloro che hanno perso il lavoro, oppure che hanno dovuto chiudere le loro attività commerciali, magari aperte da poco, rimanendo senza  liquidità in quanto per avviarle la nuova iniziativa hanno utilizzato i risparmi di una vita. A tal proposito personaggi famosi, imprenditori e chef stellati si mobiliteranno per la seconda edizione del tour di “Cenando sotto un Cielo Diverso”. L’associazione “Tra Cielo e Mare”, presieduta da Alfonsina Longobardi, ha coinvolto tre chef stellati, un famoso pasticciere, due dinamici personaggi molto popolari e importanti imprenditori nel campo del food in un tour che li porterà a cucinare nelle mense curate da realtà parrocchiali che si impegnano da anni a dar da mangiare a persone meno abbienti. Cosi gli chef Domenico Iavarone, Michele De Leo e Peppe Aversa cucineranno un menù stellato a sei mani, utilizzando prodotti del territorio forniti dalle aziende partner dell’iniziativa. Con  mascherina, guanti e con ogni precauzione sanitaria dettata dall’emergenza per il Covid-19, gli chef prepareranno i pasti per coloro che si siederanno lunedì 26 aprile ai tavoli della mensa della parrocchia di S. Antonio di Padova (Torre del Greco), mercoledì 28 per coloro che interverranno presso il centro Don Orione di Ercolano e venerdì 30 per gli avventori del centro polifunzionale “Binario della Solidarietà” di Napoli. In particolare, lo chef Domenico Iavarone preparerà dei fusilloni di pasta fresca con pomodorini del piennolo, lo chef Michele De Leo cucinerà un mescolato con fagioli e lardo, mentre lo chef Peppe Aversa preparerà una zuppetta di lenticchie con calamaro scottato, oltre ovviamente ai secondi piatti e ai dolci che saranno offerti dal pasticciere Vincenzo Mennella. Ad occuparsi della distribuzione dei pasti ci saranno, oltre all’ideatrice dell’iniziativa, Alfonsina Longobardi, Ciro Torlo (modello e attore, ex Mister Italia) e Giuseppe Moscarella (modello, Mister Italia 2020). «Per la seconda volta, a causa dell’emergenza Covid-19, abbiamo dovuto rinunciare a una delle due edizioni annuali di “Cenando sotto un Cielo Diverso” così ci siamo concentrati sull’organizzazione di questo tour per aiutare persone che versano in condizioni precarie», ha dichiarato Alfonsina Longobardi. H di P

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Il Leitmotiv della catena alimentare MD è grande attenzione al rispetto dell’ambiente e delle peculiarità territoriali

Leverano in Puglia  apre  le  porte  alla  Buona  Spesa  L’insegna MD Discount nasce nel 1994, quando l’imprenditore Patrizio Podini, attivo nel mercato della Grande Distribuzione Organizzata già da diversi anni, decise di investire nelle regioni del Sud Italia, tramite un progetto innovativo di discount. Nato per occuparsi inizialmente della distribuzione discount solo nel Mezzogiorno, oggi MD Discount diffonde da Nord a Sud i suoi prodotti di qualità ma dai prezzi contenuti, con più di 780 punti vendita in tutta Italia e più di 7.000 dipendenti. Da oggi il marchio è presente a Leverano (LE), dove la prestigiosa catena ha aperto il cinquantottesimo punto vendita in Puglia. Conserva ancora la facciata originale l’antica masseria sulla quale sorge il nuovo punto vendita MD di Leverano (LE), che apre così le porte alla Buona Spesa e fa salire a 58 il numero degli store dell’insegna italiana presenti in Regione. Si tratta del 4°  punto vendita  aperto nell’anno da MD, che continua a crescere e implementare il suo piano di sviluppo con una particolare attenzione e sensibilità al rispetto dell’ambiente e delle peculiarità territoriali. Un’attenzione che si ritrova anche nell’offerta alla clientela, dedicata alle specialità regionali: dalle orecchiette al Primitivo, dai taralli agli scamorzoni, dalla puccia ai pasticciotti. Accanto alle tipicità, il consumatore più esigente potrà scegliere tra una vasta gamma di eccellenze gastronomiche certificate DOP, DOC e IGP, che compongono la selezione Lettere dall’Italia®, e prodotti pensati per soddisfare le richieste del cliente moderno, interessato ad un’alimentazione sana, equilibrata e attenta alla filiera con le linee Bio e Vivo Meglio. L’arrivo della Buona Spesa di MD nella cittadina  – a via dell’Uva, di fronte all’area mercatale – rappresenta anche una “buona notizia” per l’occupazione: il nuovo store offre infatti lavoro a 19 dipendenti, età media 35 anni, tutti residenti a Leverano o zone limitrofe. Ampio il bacino di utenza del punto vendita, che si rivolge ad una clientela potenziale di 40 mila persone. Oltre mille metri di superficie complessiva, per tre quarti circa dedicati all’alimentare, con banchi serviti di panetteria, gastronomia, macelleria e un imponente reparto di ortofrutta, da sempre fiore all’occhiello dell’insegna. Vasta anche la scelta di articoli di elettronica, casalinghi, hi-tech e altro, proposti come sempre a prezzi concorrenziali,  che potranno essere acquistati online sul sito www.mdwebstore.it/ e ritirati in negozio grazie al servizio Click&Collect attivo sul nuovo punto vendita. Lo store MD  è aperto dal lunedì al sabato con orario continuato dalle 8 alle 20,30, la domenica invece dalle 8:30 alle 13 e dalle 16,30 alle 20,30. A disposizione dei clienti un parcheggio da 59 posti auto. H  di  P 

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