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La seconda edizione del Premio “A.M.I.R.A. Progress”

La lampada dei Maîtres indica  la strada alle nuove generazioni per favorire una migliore accoglienza ed ospitalità offerta al turista Il premio genera un sentimento di benessere, di riconoscenza, di soddisfazione e quando ti senti bene una volta, desideri raggiungere l’obiettivo successivo per ottenere di nuovo quel sentimento di soddisfazione. Come spiega puntualmente Piccarda Donati a Dante, nel terzo canto del Paradiso: «Perfetta vita e alto merto inciela / donna più sù», una vita perfetta e un grande merito fanno salire  più alto nel cielo, a significare, in un sistema gerarchicamente ordinato, in una posizione superiore, laddove è stabilito da Dio, giudice supremo. I motivi per cui si conferisce un premio sono molteplici ma possono essere riassunti: per onorare una brillante carriera oppure per invogliare i più giovani ad emulare coloro che sono stati insigniti. Proprio per questi motivi l’associazione AMIRA sezione Napoli-Campania con il suo Fiduciario Dario Duro e l’intero direttivo, d’intesa con il Presidente nazionale Valerio Beltrami, ha istituito il Premio  “AMIRA Progress”. Questo premio è stato voluto dall’Associazione Maître Italiani Ristoranti & Alberghi, per promuovere ed incentivare i giovani a una migliore formazione, riqualificazione e aggiornamento, per la professionalità che vorranno acquisire ed esprimere al fine di essere meritori personalmente di una sempre più attenta e valida accoglienza ed ospitalità offerta al turista, tanto da rendere la nostra Italia sempre più apprezzata nel mondo. Dopo la prima edizione, che è stata un gran successo, la seconda edizione per la consegna dei premi “A.M.I.R.A. Progress” 2023 si terrà martedì 7 novembre presso l’Hotel Paradiso – sala Paradisoblanco di Napoli, con inizio alle ore 15,30 con un cocktail di benvenuto sulle terrazze del Paradisoblanco. Dalle ore 16,00 nella sala convegni dell’Hotel ci sarà la consegna dei premi con un breve intervento dei personaggi premiati, seguirà poi un buffet allestito sulla terrazza panoramica per la degustazione dell’enogastronomia campana d’eccellenza con prodotti offerti da prestigiose aziende. “Valorizzazione delle Eccellenze territoriali e dell’Ospitalità” è  il tema scelto  dall’Associazione Maîtres Italiani Ristoranti ed Alberghi, che ha ideato il premio che vuole onorare persone che si sono impegnate per le nuove generazioni e possono essere d’esempio dei successi che con l’impegno si possono conquistare nella vita. Il Premio “A.M.I.R.A. Progress”, va ad aggiungersi ai premi che l’AMIRA nazionale organizza annualmente con i concorsi “Il Maître dell’anno” e “Le donne nell’Arte del Flambè”, mettendo in competizione i propri iscritti e stimolandoli nella conquista di successi nella loro carriera professionale. Il premio verrà consegnato personalmente al premiato, indicato da una prestigiosa Giuria composta da: Valerio Beltrami, Presidente nazionale dell’A.M.I.R.A.; Giuseppe De Girolamo, giornalista socio onorario A.M.I.R.A.; Dario Duro, Fiduciario A.M.I.R.A. Napoli-Campania; Antonio Limone, Direttore Generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Campania-Calabria; Marino Niola, full professor of cultural anthropology, condirettore medeatresearch-centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea e docente all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli; Sabrina Reale, pianista docente di pianoforte e Membro del Conservatorio “E.F. Dall’Abaco” di Verona; Nicola Squitieri,  presidente dell’Associazione Internazionale “Guido Dorso”. Hanno sponsorizzato il  Premio “A.M.I.R.A. Progess” : Regione Campania, Comune di Napoli, Università degli Studi di Napoli Federico II, Associazione Internazionale Guido Dorso, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Campania-Calabria, Camera di Commercio di Napoli, FIPE Confcommercio Campania e Ordine dei Giornalisti della Campania. Parteciperanno alla manifestazione numerosi Maître, unitamente agli allievi dell’Istituto statale di Istruzione Superiore Giustino Fortunato di Napoli, con il loro Dirigente scolastico Angela Petrenga. Saranno presenti i rappresentanti delle associazioni che operano nel settore dell’ospitalità turistica ed alberghiera:  ADA, AIBES, Solidus, AIS, APCI, AVPN, MAVV Museo dell’Arte del Vino e della Vite, nonché rappresentanti del settore della comunicazione. Saranno inoltre presenti numerose personalità come il presidente nazionale AMIRA Valerio Beltrami che è in carica dal novembre 2016 ed è stato recentemente riconfermato per il prossimo quadriennio. L’AMIRA è un’associazione che può contare su un’organizzazione di sezioni su scala nazionale, ed alcune rappresentanze estere, che raggruppano alcune migliaia di soci, questo il suo motto: “La cortesia non costa niente e rende molto, fa sue la cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità, vere risorse turistiche“. In seno all’associazione è presente un centro di perfezionamento professionale per l’aggiornamento dei Maîtres sulle nuove tecniche di direzione e di gestione nel settore della gastronomia, dei vini e dell’alimentazione in genere, nonché per la ristorazione e l’ospitalità alberghiera. Questi i premiati : Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura; Lucia Fortini, Assessore alla scuola, politiche sociali e giovanili della Regione Campania; Matteo Lorito, Magnifico Rettore dell’Università di Napoli “Federico II”; Annamaria Colao, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie  del Metabolismo, Università “Federico II” di Napoli, Dipartimento Universitario di Medicina Clinica e Chirurgica; Claudio Mazzarese Fardella Mungivera, Colonnello Vice Comandante Legione dei Carabinieri Campania; Gianfranco Coppola, Capo Redattore Vicario RAI TGR CPTV Napoli, presidente dell’USSI, l’Unione Stampa Sportiva Italiana; Sal Da Vinci, cantante. Antonio Pace, Presidente dell’AVPN (Associazione Verace Pizza Napoletana); Paolo Gramaglia, patron chef del ristorante “President” di Pompei una stella Michelin. L’evento sarà allietato dalle interpretazioni canore del soprano  Martina Bortolotti, docente presso il Conservatorio di Bolzano, accompagnata dall’Arpa di Sonia Del Santo. Harry di Prisco

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Ai nastri di partenza la VI edizione “Il Mio San Marzano” di Solania

San Marzano, un paradiso di bontà ! Il pomodoro San Marzano è l’unico che non si frantuma nella lavorazione e si mantiene intero anche nel barattolo: un pelato di alta qualità e sapore Il pomodoro San Marzano viene coltivato soprattutto nella regione Campania, fra Napoli e Salerno, il nome proviene dalla città di San Marzano sul Sarno e presenta un sapore agrodolce che lo rende indicato per il consumo crudo oppure cotto sotto forma di salsa. Il frutto si presenta come una bacca di forma cilindrica allungata non uniforme, di colore rosso molto acceso; la polpa è compatta e non contiene molti semi, mentre la buccia è molto sottile e facilmente staccabile, queste caratteristiche lo rendono inconfondibile, sia allo stato fresco che trasformato. Per far meglio apprezzare il frutto “d’Oro” Lunedì 23 Ottobre alle ore 18.30, presso lo stabilimento Solania in via Provinciale Nocera-Sarno, in località Fosso Imperatore di Nocera Inferiore (SA), prenderà il via la VI edizione del consueto appuntamento “Il Mio San Marzano“, promosso da Solania Srl, azienda leader nel settore della raccolta e della trasformazione del pomodoro San Marzano, in collaborazione con Perrella Network, distributore esclusivo di Solania in Campania e Molise.  Il pomodoro San Marzano è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche, che vengono esaltate dalla trasformazione in “pelato”. Il clima mediterraneo e il suolo estremamente fertile e di ottima struttura, l’abilità e l’esperienza acquisita dagli agricoltori dell’area di produzione nel corso dei decenni ha fatto si che nel 1996 l’Unione Europea riconoscesse il San Marzano come D.O.P. la denominazione di origine protetta  è riservata al pomodoro che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dalle norme della Disciplinare di produzione e trasformazione della Denominazione di Origine Protetta “Pomodoro San Marzano dell’agro sarnese-nocerino”. L’evento si preannuncia già da ora come uno dei principali eventi del settore. Tanti i pizzaioli e gli chef provenienti da tutto il Sud Italia che sono attesi per celebrare ed esaltare l’oro rosso dell’Agro Nocerino Sarnese: il pomodoro San Marzano. La manifestazione sarà ancora una volta la grande festa del pomodoro simbolo dell’Agro Sarnese Nocerino, con tanti ospiti. Su tutti svettano i due brand ambassador di Solania: Paolo Gramaglia, executive chef stella Michelin e patron del Ristorante President di Pompei; e Diego Vitagliano, il maestro pizzaiolo della pizzeria 10 Diego Vitagliano incoronata dalla classifica 50 Top Pizza 2023 come la migliore al mondo. Saranno presenti i docenti della scuola di cucina Dolce & Salato, gli chef Giuseppe Daddio e Aniello Di Caprio. Prevista la partecipazione anche dei maestri pizzaioli e degli istruttori sia di AVPN – l’Associazione Verace Pizza Napoletana,  presieduta da Antonio Pace, sia dell’associazione Pizza Doc, presieduta quest’ultima da Antonio Giaccoli. Ci saranno inoltre: lo chef Marco Iavazzo – con il titolare della macelleria e hamburgheria Macellaio 4.0 Alfonso Alfano -, e Antonio Peluso, lo chef “scellato” della Locanda del Baccalà e ideatore del Baccalà Village. Il maestro gelatiere Davide Botti preparerà un gelato al pomodoro San Marzano. La conduttrice del programma TV Linea Verde su Raiuno Monica Caradonna sarà l’ospite d’eccezione della serata condotta dalla nota presentatrice Veronica Maya, affiancata a sua volta dal giornalista Renato Rocco, direttore responsabile della Buona Tavola Magazine. L’evento vedrà la partecipazione di Luciano Pignataro, giornalista e critico enogastronomico de Il Mattino e del blog lucianopignataro.it, di Albert Sapere e di Barbara Guerra, curatori di 50 Top Pizza, la guida punto di riferimento del settore di cui Solania è partner.  Il Mio San Marzano è un progetto ambizioso, fortemente voluto dall’amministratore unico di Solania Srl Giuseppe Napoletano, grazie al quale pizzaioli e ristoratori possono scegliere il lotto di coltivazione e di produzione e personalizzare l’etichetta della latta di pomodoro San Marzano con il proprio logo, con la propria immagine o con qualsiasi altro segno distintivo. Il progetto risponde alle esigenze della comunità di pizzaioli e ristoratori che vogliono identificarsi in un prodotto e avere garanzia circa il controllo dell’intera filiera, dalla semina alla coltivazione, dalla trasformazione alla distribuzione, da quest’anno reso ancora più semplice grazie alla certificazione in Blockchain, realizzata da Authentico del CEO Pino Coletti che completa il percorso di trasparenza e sicurezza. Harry di Prisco

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Alle fonti del Sarno la Solania ha presentato il Mio San Marzano

Ritorna l’appuntamento annuale “Aspettando il Mio San Marzano” “E di zaffiro i fior paiono, ed hanno de l’adamante rigido i riflessi, e splendon freddi e chiamano a i silenzi del verde fondo“, questo un brano dell’ode carducciana “Alle Fonti del Clitumno” che ben si adatta anche  alle sorgenti del nostro fiume Sarno. Il fiume nell’antichità favorì lo sviluppo della civiltà umana per cui fu adorato come un dio. Le fonti più antiche, fra cui  Virgilio che nel VII libro dell’Eneide raffigura il fiume come un vecchio seminudo con la barba, disteso su un fianco nell’atto di reggere un vaso da cui sgorga acqua. Il Parco naturalistico Fluviale “5 Sensi” che racchiude le fonti del fiume campano, è stato scelto dalla Solania per presentare il progetto “Aspettando il Mio San Marzano”,  fortemente voluto dall’amministratore unico della Solania, Giuseppe Napoletano. Pizzaioli e ristoratori che aderiscono al progetto possono scegliere in tal modo il lotto di coltivazione e di produzione e personalizzare l’etichetta della latta di pomodoro San Marzano con il proprio logo, con la propria immagine o con qualsiasi altro segno distintivo. Il programma risponde alle esigenze della comunità di pizzaioli e ristoratori che vogliono identificarsi in un prodotto e avere garanzia della tracciabilità circa il controllo dell’intera filiera dalla semina alla coltivazione, dalla trasformazione alla distribuzione. La serata è stata presentata da Veronica Maya, nota presentatrice e conduttrice televisiva e da Renato Rocco Direttore de La Buona Tavola Magazine con la partecipazione di Luciano Pignataro, giornalista enogastronomico de Il Mattino e del Luciano PignataroWineBlog e di Barbara Guerra co-organizzatrice della 50 Top Pizza e 50 Top Italy e Albert Sapere. Veronica Maya inoltre  ha realizzato il suo primo food luxury store dedicato al made in Italy enogastronomico, in cui spiccano anche le conserve di San Marzano Solania. La festa annuale dedicata tutta al pomodoro dell’Agro Sarnese Nocerino, celebra il pomodoro San Marzano nella fase di inizio della raccolta e della trasformazione, è stata organizzata da Solania, azienda leader nel settore della coltivazione e della trasformazione del pomodoro San Marzano, con la collaborazione di Perrella Network, leader nel settore, distributore esclusivo in Campania e Molise, con il patrocinio della città di Sarno. Un ritorno a casa, in un certo senso, a Sarno, nel Parco Fluviale 5 Sensi di via Foce, lì dove le acque limpide dell’omonimo fiume fanno dimenticare decenni di polemiche e di cattiva reputazione per la salubrità del corso d’acqua. La kermesse che celebra l’inizio della raccolta dei pomodori nei campi e della sua trasformazione è stata preceduta da visite guidate, prima in fabbrica e poi tra i filari, di ristoratori, chef e pizzaioli interessati al progetto “Il Mio San Marzano”. Protagonisti ai forni sono stati, fra gli altri: Sasà Martucci della pizzeria di Caserta I Masanielli – Sasà Martucci e Diego Vitagliano di 10 Diego Vitagliano a Bagnoli, entrambi reduci dalla classifica di 50 Top Pizza 2023 (Vitagliano primo classificato per la sua pizzeria in ex aequo, Sasà Martucci invece sesto classificato). «Questo è un momento felice per l’enogastronomia campana e si rileva un trend assolutamente positivo che non va sprecato adesso, perché non ci sono più scuse dopo gli anni bui delle emergenze rifiuti e del covid» è ciò che ha ricordato il giornalista de Il Mattino Luciano Pignataro.  Barbara Guerra con Pignataro e Albert Sapere anche quest’anno sono stati ospiti d’onore della manifestazione in quanto curatori dell’influente e importante guida di settore, punto di riferimento per l’intero mondo della pizza, 50 Top Pizza, di cui Solania è sponsor. Insieme a Vitagliano e Martucci c’erano anche Raffaele Bonetta e i pizzaioli dell’Accademia PizzaDoc con il loro presidente Antonio Giaccoli,  e quelli dell’AVPN, l’Associazione Verace Pizza Napoletana presieduta da Antonio Pace. E poi gli chef, con la guest star assoluta, Paolo Gramaglia, Stella Michelin del President di Pompei, e poi Giuseppe Daddio della scuola Dolce&Salato, Vincenzo Borrelli di Salotto Carnarius, Gerardo Figliolia dell’Osteria La Pignata di Bracigliano, Marco Iavazzo e lo chef “scellato” Antonio Peluso della Locanda del Baccalà  di Marcianise. «Il San Marzano è il re del pomodoro, elemento fondamentale della nostra cultura e tradizione, e celebrarlo qui, alle sorgenti di questo fiume tanto vituperato, è un fatto altamente iconico e simbolico»: sono state le parole pronunciate da Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno. Hanno portato il loro saluto:  Antonio Crescenzo, presidente dell’Ente Parco regionale del bacino idrografico del fiume Sarno; Enzo Tropiano, direttore della Coldiretti Provincia di Salerno e l’assessore alle attività produttive del Comune di Sarno, Francesco Squillante. La torta, preparata da Aniello Di Caprio era sormontata da un grappolo di pomodoro San Marzano fresco, è stata tagliata da Giuseppe Napoletano, il quale non ha mancato di ricordare l’importanza del Sarno per l’economia dell’intero comprensorio. «Bisogna rifiutare quell’etichetta di fiume più inquinato d’Europa che per anni è stata data a questo corso acqueo. Oggi non lo è più e la dimostrazione della sua salubrità viene proprio dallo specchio d’acqua limpido intorno al quale abbiamo dato vita a questa manifestazione – spiega Napoletano – un appuntamento fisso per gli amanti della buona cucina, per gli appassionati del San Marzano e per tutti i fedeli operatori del settore ristorativo che ci scelgono da anni come garanzia di qualità sul territorio». Napoletano non ha mancato di fare anche il punto sullo stato dell’agricoltura nei campi sarnesi: «Tra maggio e giugno le forti piogge primaverili hanno comportato una perdita della fioritura del 5-10 %, ma negli ultimi 20-25 giorni, grazie al caldo, abbiamo recuperato e ci aspettiamo pertanto un’annata abbastanza regolare». Giuseppe Napoletano così a concluso: «Quest’anno puntiamo l’attenzione su un elemento fondamentale per la coltivazione e per la produzione del San Marzano, rappresentato dall’acqua, e pertanto ringrazio l’amministrazione comunale di Sarno per averci permesso di organizzare l’evento lì dove nasce il fiume Sarno, dimostrandone la salubrità, cosa di cui non tutti sono a conoscenza». Harry di Prisco

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A Baia Domizia ritorna il Baccalà Village

Baccalà Village fa tappa nella centralissima Piazza Paradiso a Baia Domizia (CE) con ingresso libero sabato 29 e  domenica 30 luglio dalle 19 alle 24 L’unico evento itinerante ideato dallo chef “scellato” Antonio Peluso dedicato esclusivamente al Baccalà  che fa parte della tradizione campana molto antica Esistono varie tipologie di chef: quelli stellati, che si avvalgono maggiormente di propri collaboratori per preparare le loro ideazioni; quelli sconsiderati, che seguono solo la strada difficile dell’innovazione preparando piatti che nulla hanno a che vedere con la cucina sana delle nostre nonne e poi esistono (o meglio esiste !) lo chef “scellato” ! Si proprio così, Antonio Peluso ama definirsi in tale modo avendo portato avanti la sua ida di riscoprire il piatto più noto delle mense  modeste e che ora è un must ricercato: il Baccalà ! Un cibo speciale che viene mangiato soprattutto a Natale, Antonio Peluso,  fondatore  della “Locanda del Baccalà”  di  Marcianise (CE) www.locandadelbaccala.it  ha un obiettivo preciso: «Vogliamo sdoganare questo alimento dal tradizionale consumo invernale, tipico del periodo natalizio, e renderlo quanto più popolare possibile». Continua lo chef scellato  «Per le sue caratteristiche  sia nutrizionali che organolettiche, il baccalà può essere proposto 365 giorni l’anno. E per aiutare anche la realizzazione a casa dei piatti che propongo al mio ristorante, ho realizzato un libro illustrato dal titolo “50 sfumature di baccalà”, che contiene   50 ricette più una: il cioccolatino al baccalà, che sarà presente anche come proposta di dessert al Baccalà Village». Peluso lo scorso anno ha deciso di portare in un tour gastronomico le delizie che ammannisce ai suoi affezionati clienti della Locanda ed è nato in tal modo il “Baccalà  Village”. Il  Village fa tappa nella centralissima Piazza Paradiso a Baia Domizia (CE) con ingresso libero sabato 29 e domenica 30 luglio dalle 19 alle 24. I tanti appassionati potranno assaggiare tre proposte di menu in cui il baccalà sarà l’ingrediente principale: una prima proposta dove si potrà scegliere un antipasto, un primo tra paccheri con pomodorini, olive e capperi e baccalà, risotto al radicchio, provola e baccalà e ziti alla genovese di mare con baccalà, oltre alla bevanda, al dolce e al caffè; un secondo menu dove ci sarà sempre un antipasto e un secondo a scelta tra baccalà fritto con contorno, baccalà in cassuola o gratinato al forno con mandorle, e bibita, dolce e caffè; inoltre il menu completo che comprende antipasto, primo, secondo, dolce, bibita e caffè. Per gli amanti della pizza ci sarà la pizza bianca e quella rossa, entrambe ovviamente con baccalà. Per quei pochi che non sono amanti del baccalà avranno le stesse proposte gastronomiche, prive però dell’ingrediente principale. Grande spazio sarà dedicato all’intrattenimento con masterclass e la radio ufficiale “Radio Baccalà” che trasmetterà musica non-stop. Tanti gli spettacoli ed eventi: Sabato con il raduno delle più belle auto d’epoca e con il gruppo di musica popolare Vienterra; domenica la Candy Orchestra coinvolgerà il pubblico con l’esecuzione di cover di vario genere spaziando dal genere rock al pop e al dance, anche i più piccoli avranno il loro spazio nel  parco giochi. Harry di Prisco

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Da Fonderì una fusion di sapori ben riuscita

Il ristorante pizzeria ha presentato il nuovo menù estivo Pizza Glamour  by Fonderia Partenopea «Il segreto per realizzare un buon impasto…? Si trova in un “sacco” di passione; nel rossore ardente dei pomodori maturi, e nel fulgore d’oro dei pomodori gialli, sulla pizza bicolore, un racconto si dipinge». Questa la filosofia che Fonderì Pizza Glamour propone nel suo nuovo menù. La responsabile di sala, Mariarosaria Cocozza precisa: «La tipologia del locale è quella di proporre alla nostra clientela accostamenti di sapori che possono rivelarsi “esperienze” e sorprendere quelle che sono le aspettative dando la possibilità di provare varie consistenze di impasti di pizze. Il nuovo menù è stato elaborato su questa linea, avendo avuto la collaborazione di chef stellati come Francesco Sposito e Angelo Carannante, con i quali abbiamo anche realizzato delle serate a quattro mani». Fonderì, Pizza Glamour by Fonderia Partenopea,  nel nome porta il progetto del locale: fondere vari sapori,  in via Caravaggio è il cosiddetto lato “posh” di Fonderia Partenopea, locale più classico già presente a Volla, nel vesuviano. I suoi tre fondatori, Domenico “Mimmo” Sottolano, Raimondo Scognamiglio e Mario Mancini, hanno inaugurato l’elegante locale al limite del quartiere Posillipo e Vomero di Napoli, a fine 2021 con 70 posti a sedere. E’ stata una felice intuizione che esprime una visione eclettica della pizza contemporanea. Il menu degustazione, accompagnato dai vini e dalle birre selezionati dalla sommelier Valeria Avara, è un vero e proprio percorso che attraversa gli antipasti, l’offerta dei fritti e le pizze speciali di Carmine Pellone. Si inizia con una frittatina di pasta alla cacio e pepe, accompagnata dalle bollicine, e con un ottimo tacos farcito con misticanza, gamberi rossi e gel agli agrumi, abbinato anch’esso al Prosecco. Il bun pulled dalla doppia cottura, prima al vapore e poi fritto, e farcito con pulled pork, è accompagnato da Tenuta Camaldoli Campi Flegrei Piedirosso – per i rossi – o, in alternativa, da Astro Campi Flegrei Falanghina spumante brut di Cantine Astroni, per i bianchi. Per le birre invece spiccano la Koning Ludwing Schloss- Keller Naturtrub e la Oberbrau doppio malto rossa. Le pizze Marinara e Margherita sono rielaborate con innovazione e sperimentazione. Se per la prima i datterini gialli e rossi compongono la base di pomodoro del topping, condito poi con origano, aringhe affumicate e crumble di aringa, nonché maionese di alici di Cetara, la classica Margherita arriva in tavola in versione padellino, soffice e morbida, con mozzarella di bufala, fiocchi di pomodori secchi e basilico. Notevole la pala carannante con prosciutto crudo, pere e blu di bufala, e poi la pasta sfoglia croissant con gocce di cioccolato, ispirata al francese pain au chocolat, farcita di mortadella, crema di pistacchio e lime. La nota dolce è affidata invece a una sfera di cioccolata fondente, su un letto di terriccio al cacao croccante, ripiena di una ganache al cioccolato bianco, con un cuore di vaniglia, caramello e pere, richiamate queste ultime dall’amaro francese di pere e Cognac de Grande Champagne “François Peyrot”, servito al finale. Carmine Pellone, pizzaiolo per vocazione,  poco più che trentenne, ha iniziato da piccolo a impastare e infornare le pizze, seguendo le orme paterne, proseguendo nella sua formazione in Francia e in Inghilterra. Ha collaborato con Diego Vitagliano e  con Carlo Di Cristo, biologo e ricercatore presso la facoltà di Zoologia dell’Università di Avellino, che hanno consentito a Pellone di elaborare uno stile tutto suo nel realizzare le pizze gourmet. Pellone si focalizza su vari tipi di impasto tenendo sempre presente la qualità, per questo utilizza prodotti Slow Food che fanno la differenza. La sua formazione tecnica gli consente una versatilità non comune in altri pizzaioli: la pizza tonda contemporanea e quella in pala. La pizza che maggiormente richiesta è “la Provolone del Monaco”, una pizza in pala fatta con base di pomodorini gialli, salsiccia, Provolone del Monaco e con l’aggiunta di chips di melanzane e pesto di basilico dopo sfornata. Famosi i padellini elaborati da Pellone, che hanno la caratteristica di essere soffici, ariosi, spumosi ma con una superficie piacevolmente croccante, cotti al vapore e poi al forno,  fra i tanti anche uno gluten free. Harry di Prisco

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Daniele Atonna trionfa al Campionato Mondiale del Pizzaiuolo 2023

Il migliore allievo della campionessa mondiale Teresa Iorio mette a frutto i preziosi insegnamenti della celebre maestra Si è da poco concluso alla Mostra d’Oltremare di Napoli il Campionato Mondiale del Pizzaiuolo 2023  Trofeo Caputo,  svoltosi nel padiglione 1, all’interno del Caputo Pizza Village Napoli. Per la categoria pizza di Stagione podio per  Daniele Atonna, seguito da Akashi e Vincenzo Pellegrino. A condurre  la kermesse, che ha visto ben 500 iscritti divisi nelle diverse categorie, Claudia Mercurio e Enzo Calabrese con interventi di Lino D’Angiò. La vera vincitrice per noi tutti appassionati del “mondo pizza” è Teresa Iorio  questa volta grazie al suo migliore allievo Daniele Atonna il quale ha conquistato la prima posizione nella categoria pizza di stagione. La pluri campionessa del mondo, maestra pizzaiola Teresa Iorio, è stata la prima a complimentarsi con  il suo allievo e discepolo Daniele Atonna. Giovane fornaio, fan della campionessa, Daniele prese una decisione rivelatasi vincente: lavorare nella storica bottega di Teresa Iorio : “Le figlie di Iorio” in via Conte Olivares 73 di Napoli per formarsi nell’autentica arte della pizza napoletana e apprendere i rudimenti di questa antica e nobile arte. Come un tempo i giovani pittori e scultori si recavano nelle botteghe dei grandi artisti per imparare l’arte e diventare dei maestri, cosi Daniele guidato e seguito  dalla preziosa e costante presenza della campionessa Teresa, ha messo a frutto i preziosi insegnamenti. Quando la preparazione di Daniele è stata completata, avendo l’allievo fiducia in se stesso, l’illustre insegnante, lo ha incitato  a decidere di iscriversi al campionato mondiale del pizzaiolo Trofeo Caputo 2023, nella categoria pizza di stagione. Daniele ha  studiato un eccellente prodotto che lo ha portato alla vittoria per la suddetta categoria. Certamente saranno tanti i festeggiamenti –  con sciabolata finale di Gennaro ‘o masto d’a pizza – gustando e brindando insieme, per  augurare al bravissimo Daniele Atonna il successo che merita e per ringraziare la campionessa Teresa Iorio di aver formato, con il suo costante lavoro, un artista dell’arte del pizzaiolo oramai patrimonio dell’Unesco. Harry di Prisco

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“Gourmet Bello e Buono”

“Il Gusto della vita” la beneficenza può assumere diverse forme ma anche diversi sapori stuzzicando il cuore ed il palato Da Chiancheria Gourmet si mangia solidale: Charity dinner il 26 giugno a sostegno del progetto telemonitoraggio per il Centro Clinico Nemo dell’Ospedale  Monaldi Nello scorso inverno Marco Passariello, direttore marketing del Gruppo le Due Torri capitanato da Salvio Passariello e Francesco Lettieri, referente direzione centri clinici  Napoli e Roma NeMo (NEuroMuscular Omnicentre), hanno sancito un accordo che prevede l’acquisto di ausili ed elettromedicali importanti per la diagnosi e l’assistenza del centro clinico NeMo di Napoli, della Fondazione Serena Onlus,  che si dedica alla diagnosi, alla cura e alla ricerca nel campo delle malattie neuromuscolari. Ora l’accordo, dopo iniziative similari, è entrato in una nuova fase operativa. Il Gruppo Le Due Torri è una realtà imprenditoriale per l’economia circolare che racchiude sei attività ristorative. Questa sera sarà di scena la solidarietà con l’evento: “Gourmet Bello e Buono”, un charity event a sostegno del progetto Telemonitoraggio del Centro Clinico Nemo – Ospedale Monaldi AOS dei Colli. Appuntamento questa, 26 giugno alle ore 21 presso la “Chiancheria Gourmet Napoli” in Via Gaetano Salvatore n. 45,  per una cena di beneficenza in piena regola, con menù dedicato di altissima qualità . Il telemonitoraggio è un sistema utile alla rivelazione dei parametri vitali attraverso o l’impiego di uno smartwatch il quale, utilizzando la connessione bluetooth con lo smartphone, invia i dati relativi ai parametri vitali misurati alla Centrale Operativa. Il Team ShiL ha pensato ad una proposta per articolare il servizio in modo da adattarlo a specifiche esigenze, presentando diverse soluzioni per il paziente ventilato a domicilio e per l’assistenza al paziente cronico. Ha dichiarato Francesco Lettieri referente NeMo: «Grazie a Chiancheria ed all’impegno di Fondazione Serena, a Napoli si rafforza in maniera importante l’attenzione alle persone affette da malattie neuromuscolari. Abbiamo il dovere di fare bene e farlo nel minor tempo, per dare risposte concrete. In questa sfida, essere affiancati da importanti realtà territoriali ci permette di anticipare attività ed intraprendere approcci innovativi». Il Centro Clino NeMo (NeuroMuscular Omnicentre) nasce per prendersi cura delle persone affette da malattie neuromuscolari, come la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), la SMA (Atrofia Muscolare Spinale) e le Distrofie Muscolari. Nel nostro Paese sono 40.000 le persone che vivono con questo tipo di patologie altamente invalidanti, con un grave impatto sociale, caratterizzate da lunghi e complessi percorsi di cura e assistenziali. Il Centro Clinico Nemo lavora insieme al paziente e alla sua famiglia, attivando programmi personalizzati di trattamento e riabilitazione, ad alta specializzazione, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di ogni persona presa in cura. Ha dichiarato Marco Passariello, direttore marketing Gruppo Le Due Torri: «Il “Gusto della Vita” è il progetto del Centro Clinico NEMO  che  ha toccato profondamente le corde del cuore di tutti noi del Gruppo le Due Torri,  per la capacità di porre al centro la persona e i suoi bisogni; per l’energia di chi si dedica costantemente ad alleviare il dolore e la sofferenza degli altri. Nell’universo di valori che il nostro Gruppo condivide, quello della Responsabilità, intesa nel suo senso più ampio, è il motore che guida le nostre azioni.  E le nostre azioni possono dire molto, più di un’infinità di bellissime parole. Insieme per migliorare la vita di chi ogni giorno lotta contro le malattie neuromuscolari – continua Passariello – la beneficenza può assumere diverse forme. Nel nostro caso, diversi sapori. Chi ci conosce sa perfettamente quanto la Responsabilità, intesa nel suo più ampio senso, sia uno dei cardini fondanti il nostro Gruppo. E come potevamo noi, imprenditori della ristorazione essere di supporto ad un progetto tanto impegnato e lodevole? Lo abbiamo fatto, lo facciamo e lo faremo ancora stuzzicando il cuore ed il palato delle persone.  Infatti, la collaborazione tra il Gruppo le Due Torri e Nemo si espleta nel concreto attraverso la realizzazione di piatti speciali, presenti in tutti i menu dei nostri ristoranti, il cui ricavato è devoluto al progetto “il Gusto della vita” del Centro Clinico Nemo. Ed immergersi negli occhi dei nostri clienti, commossi del fatto di sapere che con un piccolo gesto hanno appena contribuito a tutto questo, per noi è motivo di grande orgoglio. Sosteniamo che avere il potere di cambiare le cose è un potere immenso se stiamo insieme, mai come questa volta abbiamo bisogno del supporto di tutti, al fine di raggiungere un obiettivo così importante: il progetto Telemonitoraggio che ha come fine quello monitorare a distanza i parametri vitali di pazienti affetti da malattie neuromuscolari. La vita di tante persone è nelle nostre mani. Abbiamo una grande responsabilità». Il progetto NeMo ha a cuore le necessità dei pazienti in modo autentico al fine di migliorarne la qualità della vita, noi tutti ci dovremmo impegnare per condividere questa nobile visione. Harry di Prisco

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450 Gradi svela i suoi segreti

Un percorso di degustazione giropizza proponendo sia l’impasto adatto e sia la tipologia di cottura abbinando vino o birra per fare si che l’esperienza sia adeguata alle aspettative del cliente Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione segreta in una pizzeria alle falde del Vesuvio, a cui hanno partecipato dei “Carbonari”, si badi bene non gli estimatori della carbonara – che essendo in un ristorante ci poteva pure stare – ne tanto meno di addetti al carbone del forno, ma bensì di “Carbonari” nati nel Regno di Napoli per diffondere valori patriottici e liberali per unificare la penisola. Il nostro ministro Sangiuliano ha nei giorni scorsi rivalutato la figura del fondatore del movimento, Giuseppe Mazzini, ma l’incontro di cui vogliamo parlare non si riferisce a questo movimento se non per la segretezza. Infatti noi operatori dell’informazione siamo stati invitati  alla presentazione del nuovo menù di degustazioni della pizzeria “450 gradi” in Via Giotto di Pomigliano d’Arco, con la precisazione di non segnalare l’evento prima della presentazione per non rovinare la sorpresa. Infine la titolare Gabriella Colucci ha svelato i suoi segreti e ci ha dichiarato: «è un piacere ospitarvi questa sera per farvi fare un percorso fra innovazione e tradizione, questa è una pizzeria nata oltre cinque anni fa e nel corso del tempo ha fatto dei percorsi diversi, è partita con uno stampo prettamente tradizionale per avere una forte convinzione sulla tradizione aprendo poi i suoi orizzonti studiando impasti e metodologie diverse ed anche pizze un po’ diverse da quelle che sono le pizze della tradizione – continua la Colucci – abbiamo proposto la pizza “Sensazione”,  poiché anche se io sono per la tradizione, i ragazzi vogliono l’innovazione. La pizza è nata da un compromesso con i giovani, si tratta di una pizza arrotolata veramente buona, inoltre abbiamo una piccola carta di primi, di secondi e insalatone, per la stagione estiva freselle fatte di pizza».  Il nome “450 Gradi” deriva dalla temperatura ottimale del forno per cuocere le pizze, la pizzeria  coniuga eleganza e semplicità, negli arredi come in cucina. Francesco Strangis, direttore di sala del locale, definisce così il percorso degustativo della pizzeria situata  nel cuore della cittadina vesuviana : «La nostra pizza è una portata unica, un unico piatto, comprensivo di primo e secondo, in cui abbiamo operato una fusion e abbiamo pensato di associare la pizza di Raffaele Esposito, il nostro pizzaiolo, alla cucina dello chef Massimiliano De Novellis, per dare ai clienti la possibilità di vivere un’esperienza di gusto diversa e speciale». Impasti di pizza contemporanea e due novità, come l’impasto al nero di seppia e quello per la bufalina cotta nel ruoto, arricchiscono un menù ricco e variegato. L’attenzione verso il territorio con la valorizzazione dei suoi prodotti, come l’albicocca pellecchiella del Vesuvio, candida di fatto “450 gradi” a far parte dell’Alleanza dei cuochi e pizzaioli Slow Food. Un’eccellenza che si avvale anche della consulenza della sommelier Melania Milo,  al fine di pensare, realizzare ad hoc e portare in tavola un percorso degustativo unico nel suo genere. L’entrée è una caprese scomposta con crema di latticello, gelée di pomodoro e crema di basilico, accompagnata rigorosamente dalle bollicine. Per i fritti, a cura di Giovanna Di Palma, addetta alle fritture del locale, spiccano le polpettine miste (all’ortolana e alle melanzane) accompagnate  da un calice di Getis Rosato Costa d’Amalfi, un vino rosato del 2020, maturo e strutturato, e per le birre dalla English Ale Monaci Vesuviani. La “Bomba di Osimhen” è una piccola e gustosissima rivelazione, un gioiellino aggiornato sull’attualità calcistica: un panino al nero di seppia con ricotta aromatizzata al limone e crema di datterini gialli, sempre abbinata al Getis Rosato per i vini, e alla English Ale per le birre. La “Mare Fuori”, ispirata alla celebre serie tv, è una pizza dall’impasto al nero di seppia con crema di piselli, fiordilatte, crema di prezzemolo aromatizzata al limone e seppioline precedentemente saltate in padella con paprika. Per questa pizza l’abbinamento di vini è il Caprettone delle Cantine Olivella, un bianco dai sentori floreali, fruttati e freschi, che esalta piacevolmente il topping di mare e terra. L’abbinamento delle birre è invece una English Ale Monaci Vesuviani. La “Fiori & alici” è una pizza dall’impasto tradizionale con provola, fiori di zucca, datterini gialli, alici di Cetara e zest di limone, accompagnata  sempre dal Caprettone Olivella, e per le birre dalla English Ale dei Monaci Vesuviani. La pizza “Bufalina al ruoto” è una margherita con mozzarella di bufala al padellino accompagnata, per i vini, da un Kata di Cantine Olivella, mentre per le birre da una Strong Ale Monaci Vesuviani. Tra le scelte dei primi eccelle la pasta allo scarpariello  accompagnata sempre dal Kata Olivella e dalla Strong Ale dei Monaci Vesuviani. Per concludere in bellezza il dolce, ovviamente innovativo, bombetta di pasta di pizza fritta, ripiena di confettura alle pellecchielle vesuviane con guarnizione di meringhe e zucchero a velo, abbinata a Rhum Don Papa o Amaretto Disaronno. La filosofia di cucina è basata sul fattore delle stagionalità dei prodotti, con le migliori materie prime preparando il tutto al momento in modo da offrire un prodotto sempre fresco. La pizzeria 450 Gradi di Pomigliano ha uno staff  composto da giovani entusiasti che fanno sentire il cliente come a casa propria. Harry di Prisco

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“Menù Sorolla, Visione e Sapori della Spagna”

Valencia si tinge dei colori di Joaquín Sorolla Il maestro valenciano della luce e del colore che dipinse Napoli e il suo golfo presente a Valencia  in tante mostre a lui dedicate nel centenario della morte Una piazza di Valencia porta il nome  Plaza Napoles y Sicilia A Joaquín Sorolla nel centesimo anniversario della mortesono state dedicate varie mostre, le più significative quelle a Valencia dove nacque. I temi preferiti dal pittore, che realizzò nel corso della sua vita oltre 2.200 opere,  sono: il mare, i giardini, i ritratti e le scene di genere. I dipinti all’aperto dell’artista sono quelli più noti, le immagini di genere raccontano storie catturate sulla tela nella luce e nell’atmosfera dell’ambiente di vita. Sorolla lavorava sempre all’aperto cercando di evitare di dipingere nella stanza chiusa dello studio, che lui paragonava ad un garage, dove si poteva al massimo fare una riparazione. Da giovane, utilizzando fuochi d’artificio per rendere il fumo dell’artiglieria, creò una scena fortemente realistica. I ritratti di famiglia sono circa 700 e sono fra i più numerosi,  si distinguono per l’originalità, la naturalezza e l’affetto che emanano. In molte delle sue splendide tele, Sorolla racconta l’amore per la sua Clotilde, moglie, musa e vera compagna di vita, e per i tre figli, María, Joaquín ed Elena spesso raffigurati nei suoi quadri. Appena ventunenne, ottenne una borsa di studio dalla Deputazione Provinciale per andare a formarsi  in Italia dove visitò Pisa, Firenze, Venezia, Napoli e Roma, per studiare la grande arte classica e rinascimentale, grazie al successo della sua opera  “El grito del Palleter” avente per tema la guerra d’indipendenza spagnola. In seguito venne spesso in Italia affascinato dalla cultura greco-romana. Si recò a Napoli  restando colpito dal Vesuvio e dal golfo nonché dai colori dell’ambiente partenopeo, dove dipinse olii ed acquerelli acquistati da mercanti locali. Una di queste opere  è “Niña italiana”, oggi al Museo Sorolla. Nel 1886, Sorolla realizzò un quadro di grandi dimensioni per  partecipare all’Esposizione Nazionale di Madrid: “El entierro de Cristo”, il cui esempio del verismo napoletano del pittore Domenico Morelli pare più che un riferimento generico, il maestro napoletano aveva dipinto “L’imbalsamazione di Cristo” che Sorolla certamente conosceva. A Napoli visitò  il Museo Archeologico Nazionale, realizzando soggetti neo-pompeiani, così in voga in area partenopea. In questa città per lungo tempo fu la figura più in vista tra i pittori partenopei, sui quali non mancò di esercitare una notevole influenza. Il legami di Valencia con Napoli sono stati sempre molto stretti, nel centro storico di Valencia una piazza alberata  porta il nome Plaza Napoles y Sicilia. La terza città spagnola si può facilmente raggiungere da Napoli con poco più di un’ora di volo diretto. Il suo stile inizialmente vicino al realismo caravaggesco, nella maturità divenne più decisamente pittorico e attento ai valori cromatici e luminosi. Una delle mostre più complete è quella allestita dalla  Fondazione Bancaja di Valencia in collaborazione con il Museo Sorolla e la Fondazione Museo Sorolla. L’esposizione dal titolo “Sorolla in nero”, mostra per la prima volta a Valencia una nuova lettura dell’opera di Sorolla che focalizza l’attenzione sull’importanza del colore nero nei quadri dell’artista, riconosciuto per la sua espressione pittorica di luce e colore. La mostra si sofferma sull’importanza del colore nero presente nelle linee del pittore valenciano più famoso a livello internazionale. L’evento curato da Carlos Reyero, dichiarato di Eccezionale Interesse Pubblico, rivela la presenza del nero, che può considerarsi come l’antitesi del colore, nella pittura di Sorolla che  invece ha utilizzato il colore per rappresentare lo splendore della natura, consente di capire e apprezzare l’artista in tutta la sua complessità. La mostra riunisce un centinaio di opere del maestro, alcune delle quali nel 2022 sono state esposte a Madrid  nel Museo Sorolla, presentandosi ora a Valencia in forma ampliata con quadri che vengono esposti per la prima volta al pubblico. Le opere provengono da una vasta gamma di istituzioni pubbliche e private, a cui si aggiungono opere della Fondazione Bancaja e venti collezioni private. Insieme alle tele, datate tra il 1887 e il 1920, sono esposte fotografie, appunti di colore, un album di stampe giapponesi e una tavolozza del pittore. L’uso del nero da parte di Sorolla deriva dalla tradizione pittorica spagnola, dalla sua conoscenza di Velázquez, El Greco o Goya, per diventare un elemento di espressività, suggerendo stati pieni di sentimento e reinterpretato come un colore che traduce la modernità del suo tempo e della sua sobria eleganza. I grigi sono considerati colori eleganti e cosmopoliti, tipici del buon gusto. Nelle figure femminili l’eleganza o la loro sensualità è percepita nell’abito nero; nei ritratti maschili l’abbigliamento scuro è simbolo di serietà, responsabilità e discrezione. La mostra, che si potrà visitare fino al 10 settembre, è suddivisa in quattro sezioni: “Armonia in nero e grigio”; “Nero simbolico”; “Superfici nere e scure”  e “Monocromie”. Il percorso inizia con gli accordi cromatici del nero e del grigio nei ritratti che conferiscono alla sua pittura una personalità particolare  e prosegue con il simbolismo e il significato culturale del colore nero che permea il tempo e l’opera del pittore naturalista. Il percorso espositivo analizza il nuovo uso del nero, che si è concretizzato nell’Ottocento come creatore di contrasti radicali ed esaltatore degli altri colori. Concludono il percorso espositivo i monocromi che implicano un singolare esercizio di virtuosismo tecnico. Grazie alla Fondazione Bancaja si possono ammirare a Valencia, dove il ricordo di Sorolla è più vivo che mai, le opere della produzione artistica di questo magnifico pittore valenciano in occasione del primo centenario della sua morte. A Valencia si possono visitare  i luoghi più importanti della carriera di Sorolla, le strade e le spiagge che tante volte troviamo nei suoi quadri. Lo Chef Jorge de Andrés ha creato il “Menù Sorolla, Visione e Sapori della Spagna”, formato da 14 piatti che  si rifanno alle opere dell’artista realizzate per la biblioteca dell’Hispanic Society of America di New York, un lavoro impegnativo di una serie di pannelli a olio di tre metri e mezzo d’altezza per una lunghezza complessiva

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