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La Fonte della Vita è a Valencia nel Café de Las Horas

Un circolo culturale e un  locale trendy che fa tendenza creato da Marc Insanally Il nome Café de Las Horas viene dai Libri d’Ore, libri medioevali di grande bellezza e importanza storica, riservati all’alta nobiltà, contenenti dipinti in miniatura; di questi libri si sono potute estrarre molte informazioni sulla vita quotidiana dell’epoca come vestivano i popolani, il cambio delle stagioni e dell’agricoltura, l’abitazione dei contadini, gli attrezzi del fabbro, del contadino e altro ancora. Proprio quello che vuole offrire il Caffè: bellezza e un’offerta culturale “utile”. Marc Insanally  è sempre allegro e sorridente anche quando ci sono dei problemi come al tempo della pandemia. Marc è l’ideatore del locale del tutto originale, o meglio un insieme di stili diversi che vanno dal barocco al modernariato come il pavimento, tante le cose che ad un primo momento possono sfuggire come dei pappagalli impagliati su di un lampadario o un vaso che sembra un’urna cineraria in una nicchia che poi si è rivelato un contenitore arabo  per dolci. Marc è stato giurato in un concorso per Giovani Designer della Comunità Valenciana e gli è stato assegnato il Premio Prenamo per il  lavoro di promozione della moda e della cultura. La rivista Valencia Plaza lo ha  nominato tra i primi tre “Uomini meglio vestiti” di Valencia. Come è nato questo locale così particolare ? «Io e il mio compagno Manuel Castillo, che è l’artista del gruppo che ha realizzato molti dei dipinti, degli affreschi e delle finte marmette – spiega  Marc – e con l’aiuto di tanti amici che sono venuti a dipingere abbiamo fatto tutto da soli, dallo scarico del camion di mattoni e cemento, a rimuovere il legno dalle travi, al pavimento a mosaico, oppure agli scaffali del bar, facendo le lampade e dipingendo i tavoli mescolando i colori sulla strada». Il locale avrebbe bisogno di un restyling ma poiché: «ogni pezzo dell’arredo è parte di me, non voglio privarmi di una parte di me stesso» chiarisce Marc.  Idee e creatività, presentazione di libri e artisti, eventi di tutti i tipi ma anche apertura e inclusione verso tutti, mantenendo il giusto equilibrio fra frivolezza, intellettualità e trasgressione. «Il mio lavoro è vendere la fantasia e la magia che sono le specialità del Café de Las Horas», continua Marc. Durante la pandemia e nonostante le limitazioni e le restrizioni, il Café non ha smesso di generare contenuti di grande valore culturale e sociale. Si sono tenuti discorsi come: “Comunicazione con una maschera”, “Resilienza” e “Reinventarsi nel mondo degli affari”. Una serata è stata dedicata al tema della comunicazione con il ventaglio, tipico di Valencia, con il quale si può comunicare senza parole con il vocabolario dei segni. E’ stato organizzato con i designer valenciani un servizio fotografico di moda con la maschera come protagonista. L’estetica del luogo è singolare spigionando energia proattiva che ha consentito di superare i momenti difficili. Le compagnie teatrali Teatro Talía e Teatro Flumen hanno realizzato e registrato letture drammatizzate. Per la moda sono state intraprese  collaborazioni con designer come Brotocó Atelier e il giovane Modistilla, nonché con  gioiellieri come Vicente Gracia e José Marín che ha realizzato quale opera unica la collana “La spiaggia di Valencia nella luce del mattino”. Si tratta di un’opera ispirata al celebre dipinto di Joaquín Sorolla del 1904, di cui ricorre il centenario della nascita.  I materiali utilizzati sono Krion , Titanio, Argento 925 e Apatitos. José Marín spiega la sua ispirazione: «Sorolla è chiamato il pittore della luce, mi sono sempre sentito profondamente attratto dal trattamento delle sfumature bianche e blu nei suoi quadri. Immagini cariche di emozione, immagini esplicite, storie di vita quotidiana, che ti portano nel momento esatto in cui sono dipinte. La mia prima idea è stata quella di ispirarmi ad un quadro che mi ha colpito e mi rimane nella memoria, “Triste Eredità”, dipinto nel 1899 nella collezione della Fundación Bancaja, questo quadro rappresenta dei bambini malati che fanno il bagno sulla spiaggia della capanna, ma la figura centrale in nero rappresenta il prete che accompagna i bambini mi hanno impedito di realizzare un pezzo dove predominavano il bianco e il blu, che erano i colori che volevo rappresentare Sorolla nella mostra». Nel corso dell’anno vi saranno degli incontri con il maestro José Marín che porterà nel locale alcuni attrezzi per dimostrare agli ospiti come si lavora e colora il titanio, contemporaneamente verranno presentati dei cocktail con gli stessi colori dei gioielli. Il Café fa parte del gruppo che ha lavorato per il Consiglio Comunale per avere in città la sede dei Gay Games del 2026 (una versione dei Giochi Olimpici che mira a integrare gruppi vulnerabili: gay, donne e disabili) che darà un’iniezione di prosperità a Valencia con 100.000 visitatori previsti. Fra le novità del Café l’ideazione del Licor Café de Las Horas che viene presentato in un’installazione artistica per promuovere le arti e gli artisti, in ogni stagione verrà  mostrata un’opera di un differente artista, come  Alejandra Bourda, artista Argentina, con la sua installazione aerea floreale 5. Questo liquore viene utilizzato per la base dell’Agua de Valencia, con una ricetta unica che consente di preparare una perfetta Agua de Valencia anche in un singolo bicchiere, in qualsiasi parte del mondo, dato che occorre solo aggiungere succo d’arancia e spumante. Si tratta di una bevanda alcolica a base di Cava ( lo  spumante spagnolo) succo d’arancia, vodka e gin. L’Acqua di Valencia è stata realizzata per la prima volta nel 1959 dal pittore galiziano Constante Gil nel suo bar “Café Madrid” di Valencia. Si racconta che alcuni clienti abituali del locale stanchi di bere il loro solito vino frizzante, che giocosamente chiamavano “Agua de Bilbao”, chiesero un suggerimento al titolare per bere qualcosa di diverso. Il barista Gil offrì loro un mix di succo d’arancia, vino frizzante, gin, vodka e zucchero chiamandolo ironicamente “Agua de Valencia”. Nei prossimi giorni il Café de Las Horas rappresenterà Valencia in Francia  al “Lyon Street Food Festival” dove in 4 workshop Marc,  insieme a Leticia Colomer  International PR &

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2023 “Anno del Turismo di Ritorno. Alla Scoperta delle Origini” un workshop di VisiTuscia Expo

La Tuscia si presenta per far conoscere territori, aziende e  prodotti   Sono oltre 70 milioni i connazionali di 2ª 3ª e 4ª generazione che vivono fuori dall’Italia L’edizione 2023 di “Assaggi” da poco conclusa a Viterbo, la Città dei Papi,  ha riconfermato il Lazio come un territorio ricco di eccellenze enogastronomiche, che continuano a suscitare interesse per la varietà delle produzioni e a riscuotere successo per l’alto livello delle stesse. Molto apprezzata è stata la partecipazione di “Expo Tuscia” DMO Destination Management Organization,  programmata dal CAT Centro Assistenza Tecnica di Viterbo,  che ha presentato il Turismo di Ritorno. Le DMO nascano quale partenariato fra pubblico e privato per realizzare progetti condivisi con la partecipazione delle imprese e degli enti del territorio. Questo anno è stato decretato dal Ministero del Turismo “Anno del Turismo di Ritorno. Alla Scoperta delle Origini” ed è rivolto ai nostri connazionali residenti all’estero e agli oltre 70 milioni di connazionali di 2ª, 3ª e 4ª generazione che vivono fuori dall’Italia. Lo scopo è quello di rilanciare l’immagine del nostro Paese e rinsaldare i legami per promuovere l’export e gli incontri commerciali, attraendo turismo e investimenti. Si verranno in tal modo a creare collaborazioni stabili con i nostri connazionali al fine di instaurare sinergie e relazioni continue tra imprese e opinion leader. Per far questo verranno coinvolte le varie associazioni di Italiani nel mondo  per promozionare e commercializzare i nostri prodotti sia a livello nazionale che internazionale. Un invito per venire nella Tuscia viterbese per scoprire le proprie radici  e  conoscere il “Menù delle Origini” con i piatti di una volta utilizzando  prodotti tipici e genuini, scelti con la consulenza dello chef  Danilo Ciavattini. Ecco alcuni esempi: le anguille alla vernaccia del lago di Bolsena,  menzionate da Dante in riferimento al Papa Martino IV che ne era ghiotto; la sbroscia o acquacotta alla pescatora, tipico del lago di Bolsena, in passato si preparava con l’acqua del lago direttamente nelle capanne sulla riva; i cavatelli conditi con sugo e finocchietto; la pasta con la ricotta, un piatto veloce e semplice  che si può preparare in versione salata o dolce con l’aggiunta di cannella. Per ogni zona “Expo Tuscia” ha riscoperto un menù delle origini,  ogni prodotto tipico è legato ad una storia o ad una leggenda che riporta sempre alla tradizione, come ad esempio: la tragica fine della regina Amalasunta, il regno di Agarthi, il toro che attraversa a nuoto il lago, l’avvistamento di sirene e “la Bella e la Bestia”. In questo quadro si è tenuto il workshop turistico itinerante della Tuscia: “Visit Tuscia Expo” per presentare territori, aziende, prodotti e far scoprire il nostro “Italian Life Style”, l’ambito e desiderato Stile Italiano, che non è solo moda e design ma anche e soprattutto un modo di vivere per tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori culturali. L’evento promozionale e di commercializzazione, ha consentito ad operatori turistici, tour operator, agenti di viaggio e giornalisti  della stampa di settore di conoscere le eccellenze della Tuscia viterbese e le potenzialità offerte dal territorio, nonché le attività da poter esercitare. «Le finalità del progetto che mirano allo sviluppo e alla promozione del territorio della Tuscia  – ha dichiarato Vincenzo Peparello presidente della DMO “Expo Tuscia” –  in tutte le sue forme: arte, cultura, gastronomia, ruralità, benessere, sport, outdoor, ambiente, paesaggi e tutto quanto concorre a creare quella “Grande Bellezza» dobbiamo quindi «continuare a lavorare tutti insieme con rinnovato entusiasmo e nuove energie» ha concluso Peparello. Il ritorno alla grande bellezza della Tuscia  offre molto con linee tematiche varie, consentendo di curare anima e corpo e di vivere in prima persona un turismo esperienziale, permettono di connettersi a livello umano, emotivo e anche spirituale con i luoghi. Ricco di emozioni è percorrere, almeno in parte, la  Via Francigena che presenta nei pressi di Bolsena ancora l’antico basolato romano della Via Cassia. La Via Francigena ha ottenuto nel 1994 la certificazione di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa”. Nel centro storico di Viterbo sorge il  Museo dei Cavalieri Templari, il primo Museo Didattico Templare in Italia, con sei teche espositive contenenti reperti fra cui un’antica spada . Altro luogo da visitare è il Muvis, Museo del vino  e delle scienze agroalimentari di Castiglione in Teverina,  un percorso sotterraneo di oltre 3 mila metri quadrati che scende fino a 27 metri sotto il livello del mare, fino a giungere alla “Cattedrale”, dove sono conservate botti di oltre 3 metri di diametro, fra le più grandi d’Europa. L’occasione della visita è stata una degustazione online con i sindaci dei comuni della provincia di Viterbo, unitamente ai giornalisti e alle comunità dei nostri connazionali di Argentina, Uruguay e Brasile collegati in diretta. Fra i luoghi visitati nel corso del tour: il Palazzo del Drago nel centro storico di Bolsena, stupendo complesso architettonico costruito per volontà del Cardinale Tiberio Crispo; Capodimonte, con visita ai giardini pensili della Rocca Farnese, dove nacque Giulia Farnese detta la Bella e al  Museo della navigazione nelle acque interne, con la piroga risalente all’età del bronzo; Marta e il Borgo dei Pescatori. La Tuscia è anche una terra di pastori, di transumanza e di formaggi, il tour itinerante ha fatto una sosta all’azienda agricola Monte Jugo, nel circondario viterbese, che ha vinto l’Oscar del formaggio, gestita dalla famiglia Ciambella da tre generazioni. Sorge in un’incantevole vallata dove sono ancora visibili i resti di un centro termale e di due templi di epoca romana. Nel prossimo mese di ottobre “Visit Tuscia Expo” ha previsto un workshop per valorizzare e promuovere prodotti e territori, a cui parteciperanno buyer italiani e stranieri nonché i rappresentati degli italiani all’estero che sono interessati ad importare i nostri prodotti agroalimentari. Questo collegamento con le associazioni di italiani nel mondo, ha dichiarato Vincenzo Peparello: «Vuole essere l’avvio di un ponte comunicativo e comunitario, nella prospettiva dell’accoglienza per il prossimo Giubileo». Harry di Prisco

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VisiTuscia Expo brinda al “Turismo di Ritorno” con le Associazioni degli Italiani all’Estero

La Borsa del Turismo e dell’Enogastronomia Viterbese promuove l’identità culturale dei nostri italiani all’estero I nostri connazionali all’estero sono i veri nostri Ambasciatori del “Made in Italy” e del nostro “Italian Life Style”  per tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori: cultura e stili di vita.  Sono oltre 70 milioni i connazionali di seconda, terza e quarta  generazione che vivono fuori dall’Italia, da considerare come una  risorsa per lo sviluppo e la promozione dei nostri prodotti. La nostra cultura viene veicolata all’estero con maggior facilità da chi ha nella propria famiglia parenti che discendono da emigrati italiani, in quanto l’italianità  raffigura un valore aggiunto. La Tuscia viterbese è una delle zone d’Italia che presenta un notevole numero di oriundi italiani che vivono nel mondo. Per rinsaldare i legami con la loro terra e sviluppare proficue collaborazioni, in occasione di  “VisiTuscia Expo”, la Borsa del Turismo e dell’Enogastronomia Viterbese, inserita nell’ambito delle iniziative promosse in ambito DMO “Expo Tuscia” presieduta da Vincenzo Peparello, è stato effettuato un collegamento in videoconferenza con i rappresentanti delle Associazioni degli Italiani all’Estero. Scopo dell’incontro, la promozione del  “Turismo di Ritorno”,  che il Ministero del Turismo ha lanciato per questo 2023. Il tema portante del evento “VisiTuscia Expo” era ispirato proprio a questo nuovo segmento. Il collegamento in diretta è stato attivato presso il Museo del vino e delle scienze agroalimentari di Castiglione in Teverina, che vanta lo spazio espositivo più grande d’Europa nel suo genere. La scelta della location non è stata casuale, infatti il vino è stato da sempre l’alimento naturale che ha consentito la socialità fra vari popoli, giustamente considerato il veicolo dell’accoglienza e della convivialità, animando le tavole di chi era in procinto di partire e di chi tornava.  In rappresentanza delle amministrazioni locali erano presenti: Leonardo Zannini, Sindaco di Castiglione in Teverina che ha fatto gli onori di casa; Luca Libriani, consigliere comunale di Bassano in Teverina, delegato alle politiche giovanili e ai sistemi informatici;  Roberto Pesci, Vice Sindaco del comune di Marta e Roberto Basili, Assessore al Turismo del comune di Bolsena.  Sono intervenuti in videoconferenza: da Montevideo (Uruguay), in rappresentanza della comunità italo-uruguaiana, Claudia Girardo (EFASCE – Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti); Melina Mondelli (AERCU – Associazione Emigrati Regione Campania in Uruguay); Ignacio Palermo (Associazione Calabrese); Lilian Cappuccini (Associazione Figli della Toscana) e Maria Laura Gardi (Associazione Centro Laziale). In collegamento, rispettivamente: da Mar del Plata e Rosario (Argentina) in rappresentanza della comunità italo-argentina; Marcelo Castello (Federazione Argentina Associazioni Abruzzesi dell’Argentina) e Raúl Romanelli (Federazione di Associazioni Italiane di Mar del Plata) e, infine, in collegamento da San Paolo (Brasile) in rappresentanza della comunità italo-brasiliana Daniela Policela e Andrea Chiavacci (Circolo Italiano di San Paolo).         La comunicazione con le diverse associazioni intervenute è stata coordinata dal  ricercatore Fabio Ragone, esperto in Cultura Visiva dell’emigrazione italiana, che sta lavorando su un progetto di ricerca sostenuto dalla Pontificia Università Cattolica di Rio Grande del Sud in Brasile. Al termine dell’incontro, i rappresentanti delle amministrazioni locali presenti, hanno invitato i connazionali all’estero a visitare la Tuscia per un interscambio culturale e produttivo di futuri accordi. Il convegno si è concluso con un brindisi online benaugurante che fa ben sperare nell’intensificazione dei rapporti e delle future reciproche attività. Harry di Prisco

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Mozzarè presenta la nuova linea di fritti “Laboratorio Partenopeo”

La ricerca dei sapori dell’infanzia e il  mestiere anche con le nuove tecnologie consentono di mantenere il sapore antico La frittura napoletana e la pizza sono entrambe il tipico cibo da strada della tradizione partenopea, spesso consumato passeggiando. Il cuoppo fritto è lo street food raccontato già nel 1884 da Matilde Serao ne “Il Ventre di Napoli” la quale descriveva i cuppetielli di frittura in pastella che venivano chiamati anticamente anche “oggi a otto” perché il friggitore accettava un pagamento “a rate” fino a otto giorni. Oggi quest’epoca è frutto solo di un ricordo ma il gusto è immutato. Mercoledì 24 maggio, alle ore 19 Luciano Pignataro, giornalista enogastronomico del Il Mattino e del blog lucianopignatarowineblog, presso la pizzeria ristorante Fresco a Napoli in via Phartenope, presenterà il rebranding, cioè la nuova impostazione con la quale si presenta il noto marchio Mozzarè e la nuova linea di fritti “Laboratorio Partenopeo”. L’azienda, Mozzarè Casearia, nasce negli anni 2000 dall’idea di due giovani imprenditori con l’obiettivo di esaltare i prodotti tipici campani all’estero, ancora non riconosciuti. Nonostante le difficoltà dei primi anni, l’idea si rivela vincente permettendo all’azienda, grazie anche al cambiamento in atto del mondo pizza, di svilupparsi in maniera esponenziale sul mercato estero. Oggi Mozzarè è presente con una capillare rete di vendita sia in Italia che in diversi paesi europei. Passione, Sapori e Territorio sono i tre pilastri su cui si fonda il successo di  Mozzarè. I prodotti nascono dalla passione per il mangiar bene e per il cibo genuino che nel tempo è diventato sinonimo di eccellenza e qualità. La ricerca dei sapori dell’infanzia e il  mestiere che si tramanda di generazione in generazione anche con le nuove tecnologie consentono di mantenere il sapore antico, sempre nel rispetto delle tradizioni. Per Giovanni Palmentieri, socio e fondatore di Mozzarè: «L’approccio al rebranding del nostro logo non è stato semplice poiché legati da un valore affettivo. Ma, oggi, che possiamo ammirare il restyling concluso, siamo più che soddisfatti. Era un passaggio obbligatorio, siamo in una nuova fase, la nostra azienda si sta affermando a livello internazionale e di conseguenza la nostra immagine doveva cambiare». conclude Palmentieri «La nuova linea di fritti è una sfida vinta per la nostra azienda. L’obiettivo è agevolare e supportare i nostri clienti sostituendo un prodotto home made con uno altrettanto valido, da conservare in congelatore per il pronto uso, preservando la qualità ed evitando gli sprechi. In questo modo si è attenti anche ai costi della materia prima». Questo il menù dell’evento: Fritti: Crocchè, arancini e frittatine; Treccia di Mozzarella di bufala campana; 4 spicchi di pizza con mozzarella, fior di latte, provola e ricotta. Harry di Prisco

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A VisiTuscia Expo verranno presentate le nuove frontiere del Turismo di Ritorno

 Il primo evento di promozione e commercializzazione delle eccellenze viterbesi dedicato al Turismo di ritorno si terrà dal 19 al 21 maggio  nell’ambito della DMO (Destination Management Organization) “Expo Tuscia” con il contributo della Regione Lazio Oggi  si va sempre più sviluppando  il  “ Turismo di  ritorno”,  gli emigrati, per essere accettati ed integrati in passato provvedevano a cambiare perfino il loro cognome, oggi accade il contrario con la ricerca di un antenato, un paese a cui far riferimento e poter vantare la origine italiana. Alla fine dell’800 i nostri connazionali, spesso trattati nel peggiore dei modi, subivano con sofferenza la loro inferiorità economica. Sono ormai migliaia gli emigrati di ritorno che vengono ad investire in Italia, alla ricerca delle loro radici. Organizzata dal CAT Centro Assistenza Tecnica di Viterbo, l’edizione 2023 di VisiTuscia, la Borsa del Turismo e dell’Enogastronomia della Tuscia viterbese è pronta a partire. L’iniziativa promozionale si terrà nel Viterbese in forma itinerante e avrà come tema: il “Turismo di ritorno: alla scoperta delle Origini” oltre alla gastronomia locale, sarà il tema portante di questa edizione. Un programma che prevede varie tappe con protagonisti i comuni e le imprese del territorio presenti anche lungo la direttrice della Via Francigena: il percorso medievale che ricalca, a partire da Bolsena, il tracciato della preesistente Via Cassia, aperta intorno alla metà del II sec. a.C. che fu per secoli una tappa strategica lungo il cammino dei pellegrini diretti a Roma. Oggi è tappa fondamentale del Cammino europeo della Via Francigena, che conduce i fedeli da Canterbury  alla Città Eterna. L’obiettivo di VisiTuscia è quello di presentare le eccellenze viterbesi con il coinvolgimento diretto delle aziende, per far conoscere quanto di eccellente il territorio possa offrire, non solo dal punto di vista dell’ospitalità ricettiva ma anche sotto l’aspetto: enogastronomico, culturale, ambientale, termale e religioso. Un appuntamento  di promo-commercializzazione, dunque, per Operatori turistici, Tour Operator, Agenti di Viaggio, Startup, Blogger e Giornalisti della stampa specializzata dei settori turistico ed enogastronomico. Il progetto della DMO “Expo Tuscia”, ammesso e finanziato dalla Regione Lazio, si articolerà su più fronti presentando una vetrina ricca di contenuti da portare alla ribalta di un vasto pubblico, anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie che consentiranno di ridurre le distanze e generare forti interessi. «Per rispondere a questa esigenza – dichiara Vincenzo Peparello presidente della DMO “Expo Tuscia” – nel corso della manifestazione, sabato 20 maggio presso il Museo del Vino in Castiglione in Teverina, si terrà una degustazione online con i sindaci dei comuni della provincia di Viterbo, unitamente ai giornalisti e alla comunità dei nostri connazionali di Argentina, Uruguay e Brasile  per presentare in diretta la vasta gamma di prodotti agroalimentari del territorio non escluse alcune ricette di piatti tipici, ormai retaggio di una memoria passata (Menù delle Origini).   Avremo inoltre modo di vivere un momento di degustazione di alcuni vini della Tuscia, considerato che questo alimento è stato da sempre il demiurgo dell’accoglienza e della convivialità, animando le tavole di chi era in procinto di partire e di chi tornava. Questo collegamento con le associazioni di italiani nel mondo – conclude Peparello – vuole essere l’avvio di un ponte comunicativo e comunitario, nella prospettiva dell’accoglienza per il prossimo Giubileo». L’evento  organizzato da Vincenzo Peparello patron di VisiTuscia, servirà anche per fare il punto all’inizio della stagione estiva della situazione dell’offerta turistica della provincia di Viterbo. Harry di Prisco

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A Nocera ritorna il Baccalà Village

Il tour itinerante dal 4 maggio al 1 ottobre toccherà tutta la Campania partendo da Nocera Superiore Il baccalà un pesce che una volta era considerato povero e che oggi è diventato chic e Viagra naturale Trascorso il Natale, finito il Carnevale e la Pasqua è ormai un ricordo lontano…i buongustai hanno terminato le occasioni di poter assaporare piatti della nostra tradizione ? Ma no…c’è ancora sua maestà il “Baccalà” ! Mai un pesce è stato tanto vituperato quanto osannato: da cibo dei poveri e dei naviganti delle antiche navi a cibo prelibato sulle mense dei ricchi ! Inoltre, secondo una ricerca dell’Università Federico II di Napoli, il baccalà può essere efficace come il Viagra a causa delle elevate concentrazioni di arginina che e di  alcuni integratori  che facilitano la funzione sessuale maschile.  Per poter scoprire i segreti che cela questo saporito pesce dei mari del nord, il 4 maggio a Nocera Superiore (SA) verrà aperto il “Baccalà Village”. Dopo i successi della passata edizione, gli organizzatori hanno riproposto l’evento arricchito da tante novità. Dopo il taglio del nastro delle ore 18 e l’apertura degli stand, giovedì 4 alle ore 19 ci sarà un dibattito sul baccalà sotto vari aspetti: gastronomico ed economico, in quanto prodotto da preservare. Nei giorni scorsi, presso la Sala Consiliare del comune di Nocera Superiore, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2023 del “Baccalà Village”, il tour che dal 4 maggio al 1 ottobre toccherà tutta la Campania, partendo proprio da Nocera Superiore, tappa in programma dal 4 al 7 maggio. Hanno partecipato alla conferenza: Giovanni Maria Cuofano, Sindaco di Nocera Superiore; Vincenzo Falco, Sindaco di Caivano; i giornalisti Luciano Pignataro, de Il Mattino e del blog lucianopignatarowineblog e Renato Rocco, Direttore de La Buona Tavola Magazine; l’ideatore del tour Antonio Peluso, lo chef “scellato”, che ha dichiarato: «Nocera Superiore rappresenta solamente la prima tappa di questa seconda edizione del tour dedicato al pesce che una volta era considerato povero e che oggi è diventato chic. Quest’anno lo proporremo attraverso tre tipi di menù con due grandi novità: la pizza fritta al baccalà ed un dolce al cioccolato con cuore di baccalà».  Gli fa eco il Sindaco di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano: «L’iniziativa, che ha permesso di realizzare questa seconda edizione proprio a Nocera Superiore, è volta a valorizzare la tradizione culinaria del nostro territorio per  portare ai nostri cittadini un prodotto di qualità da degustare in un ambiente caloroso e ben organizzato che diventa luogo di incontri tra famiglie, ragazzi e amici». Luciano Pignataro da parte sua si è soffermato sulle profondi radici del baccalà, quale pietanza popolare nella cultura gastronomica delle case e delle trattorie. I tanti appassionati potranno assaporare tre proposte di menù creativi in cui il baccalà è l’ingrediente principale: uno con primo di baccalà o pizza realizzata da Madison Pizza & Ristò; uno con secondo  e l’altro completo con antipasto, primo, secondo, bibita, sfogliatella e caffè. Sarà anche allestita un’area gluten free. Per quei pochi che non gradiscono il baccalà, saranno a disposizione le stesse proposte gastronomiche prive dell’ingrediente protagonista. Grande spazio sarà dedicato all’intrattenimento, all’artigianato e masterclass, mentre la radio ufficiale “Radio Baccalà” trasmetterà musica no stop. I più piccoli avranno il divertimento assicurato nel parco giochi. L’ingresso al “Baccalà Village” sarà libero, dal giovedì 4 alla domenica 7, dalle 18 alle 24 presso l’area mercatale in via L. Petrosino a Nocera Superiore, dove saranno in programma intrattenimenti e spettacoli musicali: venerdì 5 ore 21 musica con i bottari di Macerata Campania Pastellesse Song Group; sabato 6 con Antonello Lacustika e domenica 7 evento dedicato all’elezione di Miss Villaggio. Il tour proseguirà per la seconda tappa verso Caivano grazie anche all’interesse e  al sostegno del Sindaco Vincenzo Falco, che così si è espresso: «Questo Villaggio itinerante organizzato da Antonio Peluso è un’iniziativa importante. La cultura del baccalà va coltivata poiché per lungo tempo è stata dimenticata. Ed oggi, attraverso questa  iniziativa, è possibile riaffermare un prodotto che non solo è buono, ma anche salutare soprattutto per la sua capacità di conservazione. Un prodotto utilizzabile in molte ricette e in tante forme e consistenze». Harry di Prisco

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Luca Piscopo presenta il nuovo menù di Anema & Pizza

La freschezza e la selezione degli ingredienti rispettando l’equilibrio tra i sapori Come definire “Nobile” ? Chi appartiene, per nascita o per privilegio acquisito, riconosciuto dall’autorità con particolari privilegi. Certamente la “Margherita Nobile” ideata da  Luca Piscopo  patron di “Anema & Pizza” è  riconosciuta come una pizza al top, realizzata con:  fior di latte prodotto con “Latte Nobile”; Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi; pomodoro San Marzano DOP Solania; olio evo biologico. Il Latte Nobile – che da il nome alla pizza –  è quello che viene prodotto da “La Compagnia della Qualità”, è un latte di altissima qualità, proveniente da vacche che vengono allevate in modo sano e rispettoso dell’animale e dell’ambiente, in cui gli animali hanno la possibilità di mangiare una grande varietà di erba, come gli animali al pascolo. I valori nutrizionali di questo prodotto sono ottimi ed è consigliato per l’alimentazione di tutti i giorni. Il modello Nobile nasce essenzialmente per 2 motivazioni: offrire al consumatore un latte alimentare di qualità alta, riconosciuta, certificata e dare all’allevatore il giusto prezzo per quel latte. Agli ingredienti della pizza si aggiunge che la “Margherita Nobile” risulta, proprio a seguito della  bontà di un impasto perfetto, leggera e digeribile. Oltre alla Margherita Nobile il nuovo menù di Luca Piscopo si arricchisce di altre novità che verranno presentate agli operatori dell’informazione nel suo locale  “Anema & Pizza” in corso Durante a  Frattamaggiore n. 7  mercoledì 19 aprile alle ore 20:00. Piscopo è un napoletano doc, da oltre 18 anni lavora in provincia aggiornandosi sulle tecniche di impasto e di lievitazione fino a definire una propria pizza, un piatto culturalmente prezioso, che trova la sua dimensione innovativa senza essere privato della sua identità partenopea. Per le farciture della sua pizza, Luca Piscopo, effettua un’accurata selezione degli ingredienti che impiega rispettando l’equilibrio tra i sapori. Per l’occasione la serata vedrà come protagonisti il patron ed il suo staff che proporranno un menù per esaltare e valorizzare i prodotti del territorio proposto in più portate. Questi i piatti che verranno presentati: Antipasti –        Frittatina su nido di porro fritto con piselli 100 giorni (Slow Food), besciamella di Latte Nobile, pancetta tesa di suino nero lucano (3 spicchi Gambero Rosso), provola Monti Lattari, crema di parmigiano –        Arancino con riso acquerello, barbabietola, blue di bufala, cacio ricotta cilentana (Slow Food) su letto di yogurt greco alle erbe aromatiche Degustazione Pizze –        Pizza Al Padellino: gambero viola, maionese homemade, riduzione di prezzemolo, fior di latte  Nobile –        Pizza Classica Impasto Contemporaneo: fior di latte Nobile, polpo, patate al lime con pepe Sichuan e riduzione di prezzemolo –        Margherita Nobile –        Schiacciata con mortadella e pistacchio Dolce La Perla del Mediterraneo: semifreddo con mandorle caramellate, scorzette d’arancia, uvetta e salsa al passito, mousse al caramello salato, salsa ai frutti di bosco e crumble con grue di cacao  Harry di Prisco

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Il campano Emilio Di Nardo al Pizza Expo di Las Vegas

Al Pizza Expo dal 28 al 30 marzo sarà presente il pizzaiolo Emilio Di Nardo di Mondragone Giunto alla sua 39a edizione, l’annuale International Pizza Expo rimane incontrastato come l’evento leader del settore. Migliaia i professionisti dell’arte bianca  provenienti da tutto il mondo che si sono dati  appuntamento a Las Vegas, in Nevada, dal 28 al 30 marzo dove per 3 giorni si discuterà di tutto quanto concerne il mondo della pizza. Le sessioni educative saranno tenute dai migliori professionisti del settore e tanti i concorsi  nazionali, questo evento è semplicemente uno di quelli che nessun pizzaiolo o appassionato del settore non può permettersi di perdere! Dalla Campania è già partito per l’Expo Emilio Di Nardo, pizzaiolo e proprietario di “Pizza alla Brace” di Mondragone, in provincia di Caserta, che sarà fra i protagonista dell’importante evento. Una partecipazione che inorgoglisce i suoi compaesani e la Campania tutta, visto che si tratta della fiera più importante del mondo della pizza, all’interno della quale si svolge il famoso campionato mondiale a cui partecipano, a numero chiuso, centinaia di pizzaioli provenienti da tutto il mondo.  A Las Vegas Convention Center saranno presenti anche aziende di tutti i continenti che esporranno le novità del mondo pizzeria e in generale della ristorazione. «Sono orgoglioso e pronto ad allargare i miei orizzonti in occasione di questo importante evento che mi terrà impegnato, con il mio staff, dal 28 marzo in poi – ha dichiarato Di Nardo –  credo che il mondo della pizza e della ristorazione abbiano bisogno di stimoli continui e sempre maggiori. Noi, in primis, attori protagonisti in questo ambiente, non dobbiamo mai perdere di vista le occasioni di miglioramento. Soltanto attraverso la crescita professionale si riesce a rendere servizi e qualità sempre più aderenti alle richieste della clientela».  “Pizza alla Brace”, nasce a Mondragone da un’idea di Emilio Di Nardo all’interno dell’esclusivo lido Jarama, sul litorale Domizio. Cresciuto tra il settore enogastronomico e quello balneare, dopo il diploma Di Nardo parte per il Belgio, lavora come aiuto chef, ma la voglia di tornare a casa era forte, tanto che ogni estate lavorava presso l’attività di famiglia. Dopo alcune sperimentazioni ha messo a punto, l’idea brevettata, de “Pizza alla Brace”, un marchio registrato in tutto il mondo. Emilio, in qualità di istruttore della NIPfood, si sente orgogliosamente rappresentante di un nuovo modo di mangiare e concepire la pizza, pensata per essere condivisa, con una particolare tecnica di cottura, prima nel forno a legna e poi terminata sulla brace. Il suo obiettivo è quello di far crescere il marchio portandolo in giro per il mondo realizzando nuove aperture. Harry di Prisco

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La Chiancheria a Napoli ha fatto tris !

Lunedì la presentazione La mission creare piatti gustosi nel rispetto dei cicli naturali e della tradizione: la rivisitazione dei piatti in cui è, allo stesso tempo, fortemente riconoscibile l’autenticità della tradizione Chiancheria Gourmet: Vairano è la nascita, Roma la crescita e Napoli il suo sviluppo Il Chianchiere nella Napoli di un tempo era il macellaio, il nome  prende origine dalla panca dove lavorava la carne. Con il tempo il termine si è evoluto in chianca, dove la carne veniva tagliata ed esposta sul bancone di legno, come avviene ancora oggi in poche macellerie. Col trascorrere del tempo il vocabolo è mutato finendo col diventare chianca e l’uomo che si occupava di tagliare e di sistemare la carne su questa panca venne nominato proprio Chianchiere! Al museo di Capodimonte sono esposti diversi quadri che danno uno spaccato di un’epoca come la Bottega del Macellaio di Joachim Beuckelaer. Il Chianchiere è inteso non solo come mero venditore di carne, ma come un artigiano del gusto che, partendo dalla materia prima, crea prelibatezze. Lunedì prossimo 6 marzo verrà presentato agli addetti del settore il terzo locale del format Chiancheria Gourmet in via Gaetano Salvatore, 457 a Napoli. Gourmet, la cui apertura arriva dopo quella di Vairano del 2016, in provincia di Caserta, dove ha preso avvio il progetto, a cui è seguita l’apertura nel 2019 a Roma. Chiancheria Gourmet è un concetto nuovo di ristorazione. Un format che ha tre diverse caratteristiche: hamburgheria, steakhouse e tartarbar con abbinamento cocktail, dove assaggiare un panino gustoso o una succulenta t-bone; una macelleria dove scegliere tagli di carne pregiati selezionati on the road e dai propri allevamenti; una gastronomia dove acquistare il meglio delle offerte in campo enologico e agroalimentare. Chiancheria Gourmet è un concept appartenente al Gruppo Le Due Torri che ha in sé tre altri format: Agristor Le Due Torri, Le Due Torri Event, Pizzeria Binario1.  Il progetto è comune  a tutti e i format, condividono un modello economico che genera valore e che trovano nel Gruppo espressione della propria identità. Tante anime racchiuse e rappresentate da un solo Gruppo che ha alla base un’unica vision aziendale: il benessere del consumatore parte da quello del pianeta, della natura, degli animali. Infatti, Il concetto di sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – è insito ad ogni settore delle attività del Gruppo: dai campi di foraggio all’allevamento del bestiame, all’utilizzo delle deiezioni come concime, dal taglio alla distribuzione delle carni ai ristoranti del Gruppo. Tutto è studiato per salvaguardare l’ambiente seguendo la virtuosità dell’economia circolare che ha l’obiettivo di estendere il ciclo di vita di un prodotto il più possibile, ridurre i rifiuti e il peso sull’ambiente. I protagonisti dell’evento di lunedì prossimo saranno gli stessi che si impegnano giornalmente per realizzare nei locali del Gruppo Le Due Torri questa filosofia: lo chef-executive Giuseppe Auricchio; il maître-sommelier Giuseppe Ventriglia; il bartender Cristian Nappa; i quali insieme a Massimiliano Gallo, laureato in scienze enogastronomiche e responsabile del controllo qualità nonché estensore della carta degli oli, accompagneranno lo chef-resident Paolo Nappa e il direttore di Napoli Pasquale Rusciano. Alla Chiancheria  la qualità delle carni, da filiera corta selezionate in Italia e nel mondo, consente di assaporare tutto il gusto della carne in una location dai contorni underground. La qualità eccezionale della carne è il segreto che consente di trovare alla Chiancheria sapori unici,  la materia prima così com’è, nella maniera più naturale possibile. Le carni provengono da allevamenti controllati e certificati, dove i capi  vengono  nutriti  come si faceva una volta nel rispetto del loro benessere, delle loro abitudini e con metodi etici, poiché il benessere del bestiame si riflette nella qualità di quello che poi mangiamo. Il primo fornitore di Chiancheria Gourmet è Fattoria Carpineto di Presenzano, aderente al Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, azienda all’avanguardia e una delle più importanti dell’intero Centro-Sud d’Italia. Su circa 100 ettari vengono allevati oltre 700 capi di bovini di razza Podolica e Marchigiana. Gli allevamenti industriali sono invece quelli intensivi in cui gli animali vivono e crescono confinati in spazi ristretti causando un alto impatto ambientale oltre alla sofferenza dell’animale. Lo scopo della Chiancheria  è quello di  unire etica e dietetica e divulgare la cultura della carne frollata. Tanto street food nel locale partenopeo, a partire da una lunga e golosa lista di hamburger con pane dei Camaldoli; poi fritti, arrosticini, polpette, ma anche primi piatti della tradizione con uno speciale tocco del Chianchiere. Gli Chef proporranno un menù per esaltare e valorizzare i prodotti del territorio, in particolare, la carne –  in diverse cotture –  presentata in più portate che sono la sintesi della filosofia di Chiancheria: la rivisitazione dei piatti in cui è, allo stesso tempo, fortemente riconoscibile l’autenticità della tradizione. In cucina è noto occorre passione ed estro che è ancor più messo alla prova per chi decide di addentrarsi in suggestivi percorsi degustazione, con pietanze al contempo ricercate,  raffinate e ricche di gusto. Questo il percorso degustativo dell’evento Corner Tartarbar: Vitello crudo, cotto e curato – Battuta di carne podolica in purezza – Carpaccio di Vitellone bianco marchigiano con  stracciata di bufala e rucola – Polpetta al ragù napoletano In abbinamento: cocktail Gin Tonic Campania Maxima Le  calde interpretazioni – Pan bauletto con pancia di vitello tonnato – Degustazione del mini bun Don Gennaro In abbinamento: birra artigianale Lupila birrificio Karma Menù servito  – Chiancamburger con cremoso di patate In abbinamento: Birra Valsugana di Cantina  – Arrosticini di vitello e bombette pugliesi In abbinamento: Birra artigianale Marylin birrificio Karma  – Biancostato della fattoria con contorni di spinaci a vivo In abbinamento: Falerno del Massico Riserva Angelus Fattoria Pagano – Ziti di Gragnano alla genovese dell’Alleanza Slow Food In abbinamento: Fiano Cilento Pietraincatenata Luigi Maffini – Mela annurca campana cotta sotto cenere con zabaione al Gran Marnier e crumble di cioccolato fondente – Coccole dello chef Oli Extra Vergine in abbinamento: Radice di Francesco Pepe, mono cultivar Ravece Presidio Slow Food; Ortolana di Alberto Romano, mono cultivar Ortolana Presidio Slow Food; Koinè di

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