Situata tra il Garda, il Mincio e il PO, Mantova è la terra di origine della dinastia dei Gonzaga e la zona di produzione di ottimi vini. Dai Garda Colli Mantovani al Lambrusco, un invito a visitare una provincia ricca di sapori. Testimonianze dirette ci giungono dai latini e precisamente da Virgilio, nativo del mantovano, il quale parla dell’esistenza della vitis labrusca duemila anni fa.La pluricentenaria esperienza e tradizione viticola dell’area del Lambrusco Mantovano DOC è risalente al tempo dei Benedettini. Basterà ricordare che i monaci di Polirone nei loro tenimenti di San Benedetto Po e dell’Oltrepò stabilivano agli affittuali un imponibile vinicolo ed anche nel Rinascimento le botti mantovane viaggiavano sulla strada d’Alemagna. La pianura a destra del Po è sempre stata regno del Lambrusco Mantovano che si può considerare la bandiera enologica della Bassa Padana orientale. Dal 1987 ha avuto il riconoscimento DOC e in quest’ultimo decennio ha ottenuto i più alti riconoscimenti attribuiti ai Lambruschi.È prodotto in due zone distinte separate dal fiume Po: Viadanese-Sabbionetano e Oltrepò Mantovano. Nella zona sono presenti tre tipologie di vino IGT: Sabbioneta, Quistello e Provincia di Mantova.Il Lambrusco Mantovano è vino di lunga tradizione e di reputazione consolidata, sebbene si tratti della più recente acquisizione tra i vini DOC della Lombardia.Si tratta di un vino più o meno frizzante, sottoposto alla pratica della rifermentazione naturale, alla quale deve la spuma evanescente che è una delle sue caratteristiche salienti. Si ottiene per almeno l’85% con uve di vitigni Lambrusco viadanese, Groppello Ruberti, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani e Lambrusco salamino e, per il rimanente, con Uva d’Oro (o Fortana). Il Lambrusco Mantovano DOC è un vino da pasto frizzante di colore rosso rubino, con gradazione minima di 10°.Il profumo è abbastanza intenso, poco persistente, fine, vinoso e fruttato.Al palato si presenta morbido, quasi di corpo, abbastanza fresco, poco tannico e sapido, e ben equilibrato. Dopo la pigiatura, le uve vengono messe a fermentare e a macerare assieme alla vinaccia in recipienti chiamati fermentini, secondo la tecnica della vinificazione in rosso. È durante questa fase che bucce e vinacce rilasciano i pigmenti che conferiscono il colore rosso al vino.Con la successiva svinatura, si separa la vinaccia dal mosto travasando il vino in vasche di conservazione. In queste vasche a causa dell’abbassamento della temperatura si blocca la fermentazione alcolica e inizia la fermentazione malolattica . In questa fase il vino subisce una riduzione di acidità e acquisisce stabilità, limpidezza e parte delle caratteristiche organolettiche tipiche. Dopo l’invecchiamento il vino viene stabilizzato e imbottigliato.Essendo un vino frizzante, il Lambrusco Mantovano Doc viene sottoposto a rifermentazione , mediante la quale si ottiene la formazione della spuma. La dolcificazione deve effettuarsi con mosti d’uva o mosti concentrati, tutti provenienti da uve atte alla produzione di questo vino Doc. Nei limiti previsti dalla legge è consentito l’uso del mosto concentrato rettificato. Agli inizi del 1900 gli emigrati italiani costretti a trasferirsi in Sud America, non rinunciano a portare con se il Lambrusco Mantovano considerato il vino della tradizione italiana. Il Lambrusco nello stesso periodo appare sulle tavole del Waldorf Astoria di New York.Per conservare correttamente il Lambrusco Mantovano DOC è sufficiente tenere le bottiglie a un’umidità del 70-75% affinché il tappo non si asciughi.Si consiglia inoltre di mantenere una temperatura costante fra 10 e 15°C e di utilizzare scaffalature di legno, sulle quali sistemare le bottiglie in posizione orizzontale, per attutire i colpi.Il Lambrusco Mantovano DOC all’esame olfattivo si presenta abbastanza intenso, poco persistente, fine, vinoso, fruttato. Ha un sapore abboccato, morbido, quasi di corpo, sufficientemente fresco, poco tannico e sapido e mediamente equilibrato.Per coglierne appieno il gusto, è consigliabile abbinare il Lambrusco Mantovano DOC con preparazioni poco o abbastanza strutturate, come brodini di carne, bolliti misti e cotechini in umido. Se ne consiglia la degustazione in calici per vini rosati freschi, a una temperatura compresa fra i 14 e i 16°C. Il periodo ottimale di consumo è entro uno o due anni dalla vendemmia. Vitigni: Lambrusco Viadanese (localmente denominato Grappello Ruberti), Lambrusco Maestri (localmente denominato Grappello Maestri), Lambrusco Marani e Lambrusco Salamino, da soli o congiuntamente per almeno l’85%. Possono concorrere alla produzione di detti vini anche le uve provenienti da vitigni: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa (localmente Grappello Grasparossa), Ancellotta e Fortana, da soli o congiuntamente, nella misura massima del 15%.