Sardegna

Ricette, Tradizioni

Curruxionis de casu

Uno dei piatti tradizionali più importanti, espressione di una cultura antica e di un territorio aspro ed affascinante. Rappresenta la cucina dei contadini e dei pastori, e benché sia considerato di natura “povera”, è estremamente ricco per fragranza, genuinità e sapore. Il piatto proposto è tipico del nostro paese,Gonnesa,paese di 5600 abitanti in provincia di Carbonia-Iglesias, ricco di storia millenaria, ne sono testimoni i vari nuraghi sparsi sul territorio, il più maestoso riaperto da un anno al pubblico”NURAGHE SERUCI,e le varie DOMUS DE JANAS. Il lungo litorale (4 km di spiagge) a circa 3 km dal paese.Paese a vocazione, in passato,agricola-pastorale. Il piatto proposto era preparato in occasione delle feste, sia Natale che Pasqua. La nostra Associazione ossia la proloco, ha da anni dedicato al piatto una sagra che si svolge durante l’estate Gonnesina. Si preparano per l’occasione circa 7500 ravioli ,tutti rigorosamente fatti uno per uno,dalle socie e in primis dal vicepresidente che li cucinerà il giorno della sagra,che ogni anno cade nel mese di agosto.Ingredienti:farina kg 1,200,bietole un mazzo abbondante lessate, ricotta di pecora kg 1,zafferano locale gr 2,uova 3 per la pasta,2 per il ripieno, sale qb,saporita i bustina ,noce moscata una bella grattata. per la sfoglia: impastare la farina con le uova intere e il sale,lasciare riposare per circa 10/20 minuti il tempo di preparare il ripieno. ripieno : mettere la ricotta in una terrina, strizzate le bietole lessate dell’acqua di cottura,sminuzzate, aggiungete alla ricotta,aggiungere le uova intere,lo zafferano ,la saporita e la noce moscata il sale qb e impastate fino ad ottenere il ripieno,assaggiate per poi aggiustare di sale e/o aggiungere a vostro gradimento le spezie. Descrizione:preparate la sfoglia,nella macchina per la pasta al n3,mettere un pò di ripieno e fare il classico raviolo. Preparare il sugo di pomodori maturi con l’aggiunta di tanto basilico,condire i ravioli e spolverare di pecorino. sardo ProLoco di Gonnesa

Ricette, Tradizioni

Pane frattau

Un piatto tipico della Sardegna pastorale tra i più conosciuti, molto nutriente, buono e facilissimo da preparare. Il pane carasau, alla base di questo piatto, è il pane croccante, molto sottile, che le donne della Sardegna preparavano per i pastori che andavano sulle montagne a pascolare il gregge e stavano mesi lontani da casa, avendo quindi necessità di portare con se del cibo che non si deteriorasse nel tempo. Le donne di casa preparavano il pane carasau una volta al mese e di solito in gruppo, perché lavorare l’impasto era molto faticoso; era un lavoro a catena, ognuna aveva un compito e tutto si eseguiva secondo un rituale magico e accorto. Il pane doveva durare almeno due mesi e quindi doveva essere fatto con attenzione. Leggenda vuole che il Pane Frattau abbia le sue radici nelle vecchie usanze dei pastori: quando questi partivano all’alba con le greggi, riponevano nella loro “taschedda” (comodo zaino in pelle) il cibo per la giornata: un po’ di pane carasau, del pecorino e dell’acqua. Al tramonto, al rientro a casa, il pane carasau così conservato si sminuzzava (vrattau/frattau, appunto) dentro la “taschedda” e tutto ciò non veniva mai buttato,ma ammorbidito nel brodo condito con un po’ di salsa di pomodoro e col pecorino rimasto e mangiato per cena. Queste sono le tradizioni pastorali più povere che hanno portato oggi a quella saporitissima pietanza arricchita dall’uovo in camici Ingredienti· gr. 400 di pane carasau· gr. 50 di pomodori pelati· gr. 100 di pecorino grattugiato· n. 4 uova· n. 1 spicchio d’aglio· basilico abbondanteDescrizione:Va preparato un sugo leggero con pomodori pelati, aglio, olio extravergine di oliva e basilico. Il tutto deve cuocere per 10-15 minuti. Nel frattempo si fa bollire, a parte, in un tegame largo e alto, dell’acqua con un pizzico di sale, si spezza il pane e pezzo per pezzo si immerge, solo un attimo, nell’acqua bollente e si adagia sui piatti dei vari commensali. Strato dopo strato si condisce col sugo preparato precedentemente e una spolverata di pecorino, fino a raggiungere la dovuta porzione.Infine, nella stessa acqua, si fanno cuocere le uova in camicia che verranno adagiate sul piatto pronto.

I Tipici

Pane carasau PAT

Il pane carasau è tipico pane sardo originario della Barbagia, conosciuto anche col nome di carta musica, proprio per la sua caratteristica sottigliezza. Il termine sardo invece deriva dal metodo di preparazione che comporta una fase di carasatura, cioè una cottura per renderlo croccante. Sono state trovate tracce di pane carasau nei nuraghi, quindi è da ritenere che fosse presente già in quella civiltà. In tempi più recenti il pane carasau è legato al mondo della pastorizia. Questo pane infatti per le sue caratteristiche peculiari permetteva ai pastori impegnati nella cura delle greggi di avere sempre a disposizione un alimento che non aveva problemi di conservazione. Una volta cotto veniva tagliato dalle donne, a forma di cuneo, in quanto quella era la forma della tasca a tracolla che i pastori utilizzavano per conservarlo. Gli ingredienti base sono lievito, sale, acqua e farina. Storicamente vengono ricordati due tipi di impasti, uno a base di fior di farina di grano duro, diffuso in particolare tra le classi agiate, l’altro a base di farina d’orzo o cruschello, presente soprattutto sulle tavole dei ceti medio-bassi. La preparazione del pane carasau era un vero e proprio rito che coinvolgeva almeno tre donne, amiche o parenti che ricevevano in cambio olio e ricotta. La pasta viene lavorata e tirata in dischi separati da panni di lino o lana sovrapposti. Per il forno si utilizzava legno di quercia, e la cottura del pane iniziava alle prime luci dell’alba. Quando il disco di pasta cominciava a gonfiarsi si rivoltava, e vi si appoggiava delicatamente una pala (tradizionalmente di legno) per favorire l’omogeneità della forma. Una volta sfornato, il disco di pasta veniva diviso in due con il coltello. A questo punto avveniva la seconda infornata necessaria al processo di ‘carasatura’. Il pane carasau si può condire con olio e sale e servire dopo un breve passaggio sulla griglia (pane “guttiau”). Altra preparazione tipica è quella del pane frattau. In questo caso il pane viene immerso per un tempo brevissimo in acqua salata bollente, per poi essere disposto sul piatto componendo strati con sugo e pecorino. Un antipasto semplice e stuzzicante generalmente molto apprezzato. Non è altro che il pane carasau con dell’olio e limone. Pane carasau, un foglio di pane a testa Sale, q.b. Olio extravergine, q.b. Prendete ogni foglio di pane e mettete sopra un po’ di sale e un filo d’olio extravergine d’oliva. Quindi infornate (pochi fogli alla volta e non sovraposti) o ponete sul barbecue per pochi minuti e servite. Ideale a tavola, ma anche per aperitivi e stuzzicchini.

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