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“I Sapori della Tuscia” – Viaggio Enogastronomico attraverso le Sagre e Feste di Paese” il nuovo libro  di Antonio Castello

Una Guida per turisti golosi e curiosi un viaggio enogastronomico attraverso le Sagre e Feste di Paese che si svolgono in provincia di Viterbo, tante le curiosità: l’origine degli strozzapreti e dei caciocavalli “Consultare la guida sarà come partire per un viaggio che vi porterà a scoprire le eccellenze agroalimentari di un territorio abitato da millenni da vari popoli come gli Etruschi, ricca di prodotti certificati e riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali”  così Vincenzo Peparello Presidente DMO Expo Tuscia illustra l’ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Castello:  “I Sapori della Tuscia – Viaggio Enogastronomico attraverso le Sagre e Feste di Paese”, ufficialmente presentato a Viterbo, nel corso del Salone dell’Enogastronomia Laziale “Assaggi”. Un viaggio enogastronomico attraverso le Sagre e Feste di paese che si svolgono in provincia di Viterbo, una vera Guida indispensabile per turisti golosi e curiosi che vogliono “trascorrere una vacanza in una delle regioni più belle ed esclusive d’Italia – continua Peparello – per conoscere le sue specialità, i suoi oli, i suoi vini pregiati ed esclusivi diventando straordinari ambasciatori o semplici amanti di cose buone”. Come ogni regione d’Italia, anche la Tuscia, che regione non è se non intesa come parte di una vasta zona del Lazio, ha i suoi prodotti tipici che si distinguono per particolarità, gusto e preparazione. Antonio Castello prima di iniziare a scrivere la guida si è posto la domanda di quale potesse essere il filo conduttore per descrivere i prodotti e i piatti che caratterizzano il territorio. La risposta che ne è scaturita è stata “parlare di prodotti tipici indicando dove questi si possono degustare, ovvero in occasione delle Sagre e delle Feste che caratterizzano il calendario degli eventi folcloristici di tutte le località della Provincia“, ha precisato Castello. Notevole poi il lavoro di scelta fra le manifestazioni  più significative dato il grande numero di eventi. Antonio Castello Nel volume ne sono riportate circa centocinquanta, passando in rassegna tutti i 60  paesi della Provincia di Viterbo; basti pensare che, in base ad una recente statistica dell’unione nazionale delle pro loco, nel nostro paese le sagre di qualità sono 20.000. Andare ad una sagra consente di fare un’esperienza con la famiglia e gli amici  in un contesto di allegria e spensieratezza, andando alla scoperta di quei prodotti e quei piatti della gastronomia locale che sarebbe anche difficile trovare. Queste manifestazioni devono essere programmate per promuovere un prodotto direttamente correlato alla cultura e alle tradizioni del territorio e non solo per motivi economici, devono quindi essere innanzitutto “autentiche”. La differenza fra sagra e festa popolare si fonda sul contesto religioso: le sagre erano innanzitutto dei momenti di comunione tra uomini e sacro in cui si celebra un santo patrono e da cui deriva il termine sagrato delle chiese. Le feste popolari hanno carattere locale e cadenza annuale e  si svolgono in un paese per celebrare un avvenimento. Il volume è colmo di curiosità di ogni genere, per fare un esempio, la sagra degli strozzapreti, che si tiene a Soriano nel Cimino a fine giugno, trae il nome dal fatto che la località era frequentata da molti preti a seguito della dominazione dello Stato Pontificio, essi erano soliti imporre tasse e costumi molto rigidi. Gli ecclesiastici erano particolarmente ghiotti di un tipo di pasta a quadrettini, il popolino in romanesco scherzosamente augurava loro di strozzarsi per l’ingordigia. Singolare poi il nome di caciocavallo, sembra derivare dall’uso di appendere le forme fresche di pasta, legate a coppie, a cavallo di una trave per farle essiccare. Il nuovo volume di Antonio Castello si va ad aggiungere alle altre numerose pubblicazioni dell’Autore tra le quali figura una interessante trilogia sul folclore italiano: “Almanacco dei Giorni di Festa” (editore Vallardi), sulle feste religiose in Italia; “Viaggio nel Tempo” (Rievocazioni Storiche) e “Maschere e Coriandoli” (Carnevali d’Italia), quest’ultime pubblicate entrambe dall’editore Ceccarelli di Acquapendente.  “I Sapori della Tuscia”, invece, passa in rassegna i prodotti tipici e la gastronomia di una provincia, il Viterbese, elevando le Sagre e le Feste a protagoniste indiscusse di un certo modo di gustare i veri sapori e profumi della gastronomia locale. Tuttavia, nella convinzione che una Sagra, oltre che a promuovere un prodotto o un piatto, non possa essere avulsa dalla storia e dalle particolarità del luogo nel quale si svolge, l’Autore non si limita a descrivere le manifestazioni che i Comuni, le Associazioni e le Pro-loco promuovono nel corso dell’anno, ma fornisce anche, per ogni singola località, informazioni sulle attività economiche prevalenti, sulla gastronomia, sulla storia del luogo e sulle sue principali attrattive turistiche, nella convinzione che il turismo enogastronomico rappresenti oggi non solo e soltanto un “turismo di piacere gustativo”. L’Autore, profondo conoscitore di queste realtà, essendosi cimentato in passato in analoghe esperienze (“Sapori e piaceri d’Italia” Editrice Sallustiana e “Guida alle Sagre Enogastronomiche del Lazio” edito dall’ARSIAL e dalla Regione Lazio), ritiene che il valore autentico di una Sagra enogastronomica non debba mai perdere di vista tre elementi essenziali: il luogo, con tutte le sue potenzialità; la storia dell’uomo che lo abita e la tradizione del prodotto che si celebra. Rispetto alle sue precedenti pubblicazioni però, in questa Guida, l’Autore restringe l’ambito geografico: non più un paese (l’Italia), non più una regione (il Lazio), ma solo una parte di quest’ultima, la Tuscia, che si identifica oggi con la provincia di Viterbo, una delle poche che può ancora vantare una vocazione prevalentemente agricola. Dagli oli ai vini, dai formaggi all’ortofrutta, dalle carni ai prodotti da forno, l’Autore, attraverso le Sagre e le Feste che ivi si svolgono, presenta le punte di diamante della produzione agricola del territorio. Eccellenze sempre più riconosciute a livello nazionale, una ricchezza che continua a crescere in qualità e valore. Nel momento in cui il turismo enogastronomico contribuisce a sviluppare un importante business, questa Guida si pone come elemento imprescindibile per quanti nel corso dell’anno visitano questo incantevole e affascinante angolo d’Italia, nel quale l’uomo è protagonista della sua storia e dove i sapori sono quelli naturali che solo una agricoltura di qualità

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Le reti d’impresa di Montefiascone e Bolsena unite presentano i gioielli del lago

Riccardo Peparello accoglie i giornalisti davanti all’ufficio turistico di Bolsena La legenda del bottigliere Martino sommelier ante litteram e del vino  “Est! Est!! Est !!!” La Stampa di settore visita le aziende turistiche della Tuscia viterbese di Montefiascone e Bolsena Le Reti d’Impresa, partnership pubblico-privato,  hanno come base il raggiungimento di obiettivi comuni per competere a livello globale pur nella propria individualità per generare valore e sviluppare il proprio territorio. Questo consente loro di partecipare a bandi pubblici e stilare programmi comuni. Il turismo si è trasformato in un business globale orientato verso lo sviluppo sostenibile: sociale, ambientale ed economico. Le Reti d’Impresa hanno l’obiettivo di rafforzare la competitività delle imprese associate, attraverso la collaborazione e la cooperazione, per il superamento di tutte le difficoltà che si frappongono all’attuazione di ogni iniziativa imprenditoriale. I comuni laziali di Montefiascone e Bolsena sono stati fra i primi ad unire gli sforzi avendo compreso l’importanza della valorizzare e promozione del territorio per le imprese aderenti, avendo inoltre la necessità della destagionalizzazione del turismo. Per fare questo  la DMO (Destination Management Organization)  Expo Tuscia viene incontro per  coordinare le iniziative per la gestione delle imprese turistiche per rafforzare i servizi e le risorse delle varie identità territoriali. Dopo gli appuntamenti al TTG/Rimini nel 2022, dove fu presentato un interessante filmato sul territorio, VisiTuscia nel 2023 si è attivata per il progetto del “Turismo delle Radici” effettuando il collegamento in diretta con alcune Associazioni di Italiani all’estero. Alla BMT/Napoli lo scorso mese di marzo fu presentato poi il progetto “Lago di Bolsena-Lago degli Etruschi”. Nei giorni scorsi un gruppo di giornalisti, del settore turismo e dell’enogastronomia, hanno partecipato ad un press tour per scoprire le bellezze della Tuscia. L’occasione è stata offerta da “Assaggi, il Salone dell’Enogastronomia laziale” una vetrina che si tiene ogni anno nel Palazzo dei Papi di Viterbo per esporre la cultura enogastronomica del Lazio. Montefiascone il balcone sul lago di Bolsena  La prima tappa del tour è stata a Montefiascone dove Alessandra Di Tommaso, Presidente della Rete d’Impresa “Montefiascone in vetrina” e la Sindaca, Giulia De Santis  hanno presentato la località rivierasca e le eccellenze enogastronomiche della Tuscia presso il ristorante “La Carrozza d’Oro”. Il titolare, Patrizio Lombardi, che  fa parte della quarta generazione di albergatori che si occupano con amore di questa struttura a gestione familiare, ha raccontato l’origine di tale singolare nome. Si narra che Amalasunta, regina dei Goti, dopo la morte per mano di sicari, fu messa a giacere su una carrozza d’oro e sepolta in uno dei sette colli posti davanti all’isola Martana del lago di Bolsena, dove era prigioniera. Invano nei secoli si è ricercata la mitica carrozza d’oro ma nessuno è riuscito finora a trovarla, come nessuno ha mai individuato il  tunnel sotterraneo che la regina utilizzava per raggiungere il suo amante Tomao. Alessandra Di Tommaso ha spiegato le finalità che hanno spinto produttori e commercianti a costituire la rete d’impresa, sottolineando come questa unione costituisca una novità assoluta per il paese. Con dovizia di particolari la Di Tommaso ha illustrato i pregiati vini del territorio, come il famoso “Est! Est!! Est !!!”, il vino bianco italiano (DOC), originario della provincia di Viterbo e i prodotti locali che rappresentano l’espressione di alcune produzioni tipiche del territorio, come: l’olio, la mozzarella di bufala e gli insaccati. «Si tratta di eccellenze che nascono da storie di famiglie tradizionali che hanno deciso di investire sul territorio –  ha detto  la presidente della rete – e sulle quali occorre puntare se si vuole intercettare quel turismo alla ricerca delle eccellenze del territorio e godere degli affacci e degli scorci che si possono godere dall’alto del nostro paese».  Da parte sua il Sindaco, che era accompagnata da Carla Mancini Assessore al Turismo di Montefiascone,  ha dichiarato che: «Il Comune e l’Amministrazione saranno sempre vicine alle aziende e ai produttori che vogliono investire per il bene del territorio, nella convinzione che è dalla loro attività che il paese può trarre i maggiori benefici. La collaborazione fra pubblico e privato – ha detto il primo cittadino – è fondamentale per lo sviluppo turistico e commerciale e per far conoscere le eccellenze culturali, turistiche ed enogastronomiche del nostro paese». All’evento  ha partecipato anche il V. Chargé de Presse dell’Accademia Internazionale di Gastronomia Chaîne des Rôtisseurs del Bailliage  di Frosinone, che ha portato il saluto della Chaîne. L’associazione conta 25 mila soci  in rappresentanza di 70 nazionalità, in Italia gli associati sono oltre 900. L’Accademia è punto di riferimento per la ristorazione di eccellenza e ha come scopo la promozione dei valori  della cultura della gastronomia, si fonda sui temi legati alla buona cucina e al rispetto della cultura della tavola. La Di Tommaso ha poi riferito in merito all’origine del vino locale, conosciuto in tutto il mondo: il “bottigliere” Martino – sommelier ante litteram – dell’ecclesiastico Giovanni Defuk,  aveva il compito di precederlo nel suo viaggio in Italia e scovare le locande che servivano il vino migliore. Per segnalarle, doveva scrivere “Est!” vicino alla porta per il vino buono  e  “Est! Est!!” per quello ottimo. Arrivato a Montefiascone, Martino che era un vero scopritore e degustatore di vini, fu tanto colpito dalla qualità del vino locale da segnalarlo ripetendo per tre volte “Est! Est!! Est !!!”. Oggi Montefiascone è un luogo ideale per chi ama una vacanza tra natura, storia e arte. La guida Marcello Forgia ha accompagnato il gruppo dei giornalisti alla scoperta degli angoli più suggestivi di Montefiascone, da sede papale a patria del leggendario vino, il paese sorge su un colle strategico che domina l’alta Tuscia arroccato ad oltre 600 mt sul livello del mare. La Cattedrale di Santa Margherita custodisce le reliquie della Santa, i lavori iniziarono nel 1483 e terminarono nei primi decenni del Seicento, appena terminata un incendio del 1670 provocò gravi danni. I lavori di ristrutturazione furono affidati a Carlo Fontana, a cui si deve la  grande cupola del diametro di 27 metri, ricoperta di piombo: terza per grandezza a livello italiano. Suggestiva la visita

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