La viticoltura a Montepulciano risale all’epoca etrusca, ma il primo documento scritto è del 789. La produzione di vini eccellenti sul Mons Politianus fu costante nel Medioevo è già alla metà del Trecento la città emanò norme per regolarne commercio ed esportazione.
Alla metà del Cinquecento il Rosso Scelto di Montepulciano (così era chiamato) deliziò papa Paolo III e nel 1685 il medico, naturalista e poeta Francesco Redi, nel suo divertente ditirambo Bacco in Toscana, lo celebrò come la manna di Montepulciano, concludendo entusiasta Montepulciano d’ogni vino è Re!.
Il rinvenimento di una tazza da vino a figure rosse in una tomba etrusca nei pressi del paese ne testimonia la vocazione enologica fin dalle sue origini remotissime. Già partire dall’Alto Medioevo, quando furono stabilite le prime clausole per il commercio e l’esportazione, i vigneti di Mons Pulitianus producevano vini eccellenti, raccontati dal cantiniere di papa Paolo III Farnese alla metà del 1500 e dal poeta Francesco Redi nel XVII sec. Si narra che l’appellativo “Nobile” risalga al ‘700, quando venne selezionato ed impiegato nell’uvaggio il Prugnolo gentile, clone del Sangiovese grosso, dotato di maggiore eleganza e nobiltà. Da citare la storica presenza delle cantine nel sottosuolo dei palazzi signorili della città, cantine in parte tuttora utilizzate per la maturazione del vino. La caratteristica composizione del suolo (sabbie gialle e argille marine ricche di potassio), in combinazione con estati siccitose rinfrescate da brezze collinari e con l’esposizione dei vigneti, conferiscono al Sangiovese peculiari note sensoriali di amarena, viola e speziato.
Vitigni: Sangiovese (denominato a Montepulciano Prugnolo gentile) 70-100%; Altri vitigni toscani (Canaiolo nero, Mammolo) 0-30%.
Descrizione: Colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento. Odore intenso, etereo, caratteristico. Sapore asciutto, equilibrato e persistente, con possibile sentore di legno. Titolo alcol. minimo: 12,5%, per la Riserva 13%. Invecchiamento minimo di 2 anni (di cui almeno 1 in botti di rovere), 3 per la Riserva.
Abbinamenti: pici con le briciole, arrosti di carni rosse, pollame nobile, cacciagione e selvaggina, tartufo, funghi porcini, pecorino stagionato di Pienza, formaggio di Fossa e formaggi erborinati.
Disciplinare: approvato DOC con DPR 12.07.1966 (GU 19.09.1966), poi approvato DOCG con DPR 01.07.1980 (GU 47 – 17.02.1981)